Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada lì inizia la storia del calcio. Lo diceva Borges per definire questo sport che, essendo così popolare, riesce a costruire stadi laddove neanche esistono: è il gioco stesso della palla a disegnare linee e curve, anche in strada. Se, però, alcuni luoghi del calcio sono divenuti santuari non è perché sono stati concepiti da bravi architetti – o, meglio, non solo – ma perché chi ci è stato dentro e fuori lo ha reso magico con gesta e cori. Non solo calciatori e allenatori ma soprattutto popoli interi che con la loro passione sono riusciti a dare un battito a pilastri e gradoni. È la magia dello stadio che ben si sposa con quella di un viaggio. Per questo abbiamo selezionato per voi gli stadi più belli da visitare almeno una volta nella vita. Pronti ad immergervi in un tour di 10+1 stadi che raccontano la storia delle gesta sportive e umane più famose del mondo?
Quali sono gli stadi di calcio più belli da vedere almeno una volta nella vita?
Partendo dall’Argentina, passando per il Messico e arrivando in Europa, ecco la nostra selezione degli stadi più belli e famosi che chi ama il calcio non può assolutamente farsi scappare. Avete voglia di partire per un tour alla scoperta degli stadi più belli del mondo?
Bombonera, lo stadio che trema


Nel quartiere argentino di La Boca, a Buenos Aires, sorge dal 1940 uno degli stadi più belli e famosi al mondo: stiamo parlando dello stadio Alberto José Armando, la casa della squadra del Boca Juniors, che attualmente ospita circa 50.000 tifosi ed è una delle costruzioni più all’avanguardia per l’epoca in cui venne edificato.
L’Alberto José Armando è anche affettuosamente conosciuto come La Bombonera per la somiglianza dell’edificio con una scatola di cioccolatini che uno dei progettisti, José Delpini, ricevette in regalo il giorno prima dell’inaugurazione. Nato da un progetto dell’architetto italo-sloveno Viktor Sulčič, la costruzione – iniziata nel 1938 e parzialmente terminata nel 1940 – si avvalse di tonnellate di cemento armato (materiale nuovo in quell’epoca in Sudamerica) e si sviluppò principalmente in verticale, visto l’esiguo spazio di 20.000 metri quadrati che i progettisti avevano a disposizione.
Il risultato fu uno stadio all’avanguardia, solido e slanciato, con due anelli di gradinate dotati di una pendenza di 45 gradi che permette ai tifosi di tutti gli anelli di essere il più vicino possibile al campo da gioco. Ancora oggi è lo stadio che possiede la maggior pendenza di gradinate al mondo. Anche per la squadra stessa del Boca Juniors, avere a quel tempo uno stadio di questo livello era un grande cambiamento rispetto al precedente stadio con tribune in legno di Brandsen y Del Crucero.
I lavori per il completamento del terzo anello di gradinate continuarono nel 1949 e terminarono tre anni dopo, nel 1952. La capienza dei posti a sedere, all’epoca, era maestosa: la Bombonera poteva ospitare fino a 100.000 persone che, grazie alla particolare struttura dello stadio, contribuivano con la loro concitazione a farlo letteralmente tremare. “La Bombonera no tiembla, late” (traduzione: La Bombonera non trema, pulsa) amano cantare gli argentini, riferendosi al loro stadio del cuore.
Il giorno dell’inaugurazione della Bombonera fu il 25 maggio 1940 e per l’occasione si disputò l’amichevole Boca Juniors-San Lorenzo, terminata con la vittoria del Boca. Sotto le gradinate dello stadio, durante la presidenza di Mauricio Macri, nel 2021 fu inaugurato il Museo de la pasion boquense che si estende su due piani, in cui gli appassionati possono ammirare numerosi cimeli di quella che è stata la storia del Boca Juniors, statue dei calciatori e dei presidenti argentini più importanti, ma anche un murales di Diego Armando Maradona e la chitarra di colore gialloblu che Lenny Kravitz fece costruire in occasione del suo concerto del 2005 proprio alla Bombonera.
Per questo stadio si parla da tempo di interventi di manutenzione e ampliamento, che prevedono anche la realizzazione di una nuova tribuna aumentando la capacità attuale a 70.000 spettatori. Ma si parla anche, più recentemente, del trasferimento dello stesso dal quartiere La Boca all’isola Demarchi, a sud di Puerto Madero, per renderlo il più grande stadio del mondo e dimora dei Mondiali 2030, raggiungendo una capienza di 128.000 tifosi.
Azteca, dove si posò la mano de Dios

Santa Úrsula, Coloso de Santa Úrsula, Guillermo Cañedo: in qualsiasi modo lo si voglia chiamare, lo stadio messicano più famoso è universalmente conosciuto come lo stadio Azteca e si erge imponente a Città del Messico.
Costruito nel 1963 per la XIX Olimpiade che si sarebbe tenuta nella capitale messicana cinque anni più tardi, è tuttora lo stadio ufficiale della società Club America e della Nazionale di calcio locale, e rientra nella top five degli stadi più grandi del mondo.
Lo stadio fu costruito con 180.000 tonnellate di rocce laviche e oltre 100.000 tonnellate di cemento armato. Presenta una forma ellittica con spalti a tre anelli e contiene 98.500 posti a sedere. Le tribune sono state realizzate in modo tale da garantire un’ottima visibilità del campo da qualsiasi posizione.
La partita inaugurale dell’Azteca si tenne nel 1966 e vide scontrarsi il Club America con il Torino, che terminò 2-2 davanti a 100.000 spettatori. L’Azteca si è visto anche protagonista di due Mondiali di calcio – nel 1970 e nel 1986 – e attualmente rientra tra quelli selezionati per il mondiali 2026. Detiene il record per essere l’unico stadio ad aver ospitato, nel complesso, il maggior numero di partite dei gironi finali di un mondiale (19 in totale tra il 1970 e il 1986), e anche quello di essere situato alla maggior altitudine (2220 m slm).
Ma l’Azteca è molto conosciuto anche per essere stato il teatro del famoso gol di mano di Diego Armando Maradona, sfuggito alla vista dell’arbitro Ali Bin Nasser, contro l’Inghilterra: la mano de Dios, così chiamata da Maradona dopo il match, fu l’artefice del primo dei due gol memorabili del campione, che il 22 giugno 1986 fecero vincere il mondiale all’Argentina.
L’altro gol di quella partita fu il più eterno di sempre: “ahi la tiene Maradona”, iniziava così il telecronista argentino quando Diego, palla al piede, iniziò a puntare e a saltare calciatori inglesi come birilli, finì poi con uno dei goooool più lunghi della storia che conferì a quel racconto il fascino della letteratura.
San Siro, la Scala del Calcio

Anche se non ha bisogno di presentazioni, lo stadio nostrano per eccellenza, San Siro, rientra tra quelli assolutamente da visitare almeno una volta nella vita. Conosciuto fino al 1980 come Stadio San Siro, dal nome del quartiere che tuttora lo ospita, venne successivamente intitolato al calciatore milanese Giuseppe Meazza, a seguito della sua morte avvenuta nel 1979.
San Siro fu inaugurato nel 1926 come stadio di proprietà dell’AC Milan, subì vari interventi di ampliamento nel corso degli anni e nel 1935 venne acquisito dal Comune di Milano. Dal 1947 è anche lo stadio di casa Inter. Nel 1950 fu aggiunto il secondo anello di tribune che aumentò la capacità a quasi 100.000 spettatori. Una seconda ristrutturazione terminò nel 1990, che vide l’implementazione del terzo anello. Dopo vari lavori di ammodernamento e miglioramenti del campo di gioco e dell’area tecnica nel corso degli ultimi decenni, conta attualmente 75.000 posti a sedere ed è lo stadio italiano più capiente, oltre ad essere il quarto nella scala di anzianità di servizio (prima vengono il Ferraris di Genova, il Penzo di Venezia e il Tardini di Parma). Forse non tutti sanno che è soprannominato “La Scala del calcio” come omaggio al più famoso teatro di Milano: La Scala, appunto.
Le sue porte si aprirono per la prima volta a livello internazionale in occasione del Mondiale del 1934 per la semifinale Italia-Austria, che vide la vittoria dell’Italia per 1 a 0. Dopo la guerra, fu la sede degli europei 1980 e dei mondiali 1990, oltre che il teatro della finale di Nations League 2021.
Il campo di San Siro va anche oltre i palloni da calcio: nel 2009 ha registrato il record di affluenza per una partita di rugby tra Italia e Nuova Zelanda, ma fu anche il luogo scelto per l’incontro di pugilato tra Duilio Loi e Carlo Ortiz nel 1960. È stato anche, come lo è ancora oggi, il palco preferito di tanti artisti di fama mondiale, tra cui Bob Marley, Rolling Stones, Bruce Springsteen e Bob Dylan. Lo vedremo nuovamente sotto i riflettori nel 2026, quando ospiterà la cerimonia di apertura delle XXV Olimpiadi invernali.
Santiago Bernabéu, il primo stadio a controllo centralizzato

Chi non ha mai sentito parlare dello stadio Santiago Bernabéu? Anche a chi segue meno il calcio, questo nome suscita sempre un piccolo brivido.
Annoverato nella top ten degli stadi da visitare, il Santiago Bernabéu è la casa del Real Madrid CF dal 1947, anno della sua inaugurazione. Inizialmente battezzato come Nuevo Estadio Chamartín, nel 1955 il nome gli venne cambiato in Santiago Bernabéu, in onore dell’ex giocatore e presidente della squadra locale di quegli anni.
Nel 1944 Bernabéu acquistò i terreni adiacenti al vecchio stadio Chamartín e, subito dopo, venne approvato il progetto del nuovo stadio preparato dagli architetti Manuel Muñoz Monetary e Luis Alemany Soler. La prima pietra dello stadio Santiago Bernabéu fu posata il 27 ottobre 1944. Dopo tre anni di lavori, nel 1947 avvenne, finalmente, l’inaugurazione: il Bernabéu era in grado di accogliere oltre 75.000 spettatori tra posti a sedere, in piedi e coperti.
Dopo vari lavori di ammodernamento succedutisi negli anni a seguire, anche in occasione dei mondiali del 1982 che si tennero in Spagna, lo stadio arrivò ad una capacità di 125.000 spettatori, aggiudicandosi il secondo posto degli stadi più capienti in Europa dietro a Wembley. Dei mondiali del 1982 è doveroso citare la finale tra Italia e Germania Ovest, giocata tra gli spalti del Bernabéu e conclusasi con il successo dei nostri connazionali.
Negli primi anni Duemila, con Florentino Pérez a capo della società del Real Madrid, si investirono 127 milioni di euro per migliorare la qualità e le strutture del Bernabeu, che nel 2006 diventò il primo stadio mondiale a controllo centralizzato. I tifosi in visita a Madrid, ma anche i semplici curiosi, possono concedersi un tour del Bernabéu per visitare l’intero stadio e ripercorrere la storia dei più famosi calciatori del Real Madrid, come Zinedine Zidane e Cristiano Ronaldo.
Camp Nou, l’anima del Barcellona

Se il Real Madrid aveva costruito il suo stadio nel 1947, poteva forse il FC Barcelona essere da meno?
Nel 1954, per volere dell’allora presidente Francesc Miró-Sans, iniziarono i lavori di quello che era inizialmente conosciuto come Estadi del FC Barcelona, (il nome Camp Nou gli fu infatti assegnato solo nel 2001), sorto sulle ceneri del vecchio Camp de Les Corts, nell’omonimo quartiere barcellonese.
Il Camp Nou è, dal 1957, la casa del Barcelona FC e conta quasi 99.000 posti a sedere e 55.000 metri quadrati di superficie, che gli hanno valso la fama di stadio da calcio più grande d’Europa. Nel suo curato campo verde ha ospitato numerose partite memorabili, tra cui ricordiamo la semifinale della Coppa del Mondo del 1982 tra Italia e Polonia.
Proprio in occasione di questi mondiali, fu sottoposto a dei lavori di ampliamento che permisero l’introduzione dei loggiati VIP e la costruzione del terzo anello, con il conseguente aumento della capacità di altri 22.000 posti. Dal 1984 lo stadio vanta, al suo interno, il museo del FC Barcelona in cui i turisti e gli appassionati possono ripercorrere i cento anni di storia della società e toccare con mano trofei e le fotografie delle vittorie più famose. Da non perdere anche la Camp Nou Experience, il tour completo dello stadio, che permette di entrare nel campo da gioco, visitare la sala stampa, il tunnel attraverso il quale passano i calciatori, gli spogliatoi e molto altro.
Wembley, icona inglese del calcio e della musica

Quando si pensa a Wembley, i tifosi più nostalgici e sfegatati ben ricorderanno le finali della Coppe dei Campioni tra il 1960 e il 1990 e la finale dei Mondiali del 1966; mentre chi mastica meno il calcio, lo ricorderà in egual modo per il famosissimo concerto Live Aid del 13 luglio 1985, a cui presero parte circa 72.000 spettatori.
Il Wembley Stadium è stato soprannominato da Pelé, uno dei più grandi calciatori mai esistiti, “La Cattedrale del calcio” per l’elevata intensità emotiva e adrenalinica che si prova calpestando il suo campo da gioco.
Lo stadio venne inaugurato nel 1923 dal re Giorgio V nell’omonimo quartiere londinese in occasione della British Empire Exhibition. Progettato per essere un impianto sportivo multifunzione, contava all’epoca quasi 100.000 spettatori ed era dotato di una pista di atletica, che gli permise di ospitare XIV Giochi olimpici del 1948.
Fu la casa della nazionale di calcio inglese per diverse decine di anni, ospitando anche una moltitudine di eventi sportivi extra calcistici: la finale della Coppa del Mondo di rugby e football americano, oltre al già citato concerto Live Aid del 1985 che vide sul palco la presenza dei più famosi artisti dell’epoca, tra cui i Queen, Elton John, David Bowie, U2 e tanti altri.
Nel 2002 il vecchio stadio venne demolito e ricostruito in veste più moderna e funzionale mantenendo lo stesso nome. Il nuovo Wembley ha oggi una capienza di 90.000 spettatori ed è il più grande stadio presente in Inghilterra. Anche a Wembley, appassionati e tifosi potranno godere di un tour dello stadio e visitare le stanze frequentate da calciatori e allenatori, la sala stampa, il corridoio da cui i giocatori entrano in campo e il palco presidenziale.
All’interno dello stadio è presente anche un museo che ripercorre la storia dello stadio e della nazionale inglese esponendo trofei, fotografie e cimeli dei più grandi campioni che si sono succeduti nel suo campo.
Allianz Arena, il tecnologico gommone d’Europa

Continuando il nostro tour tra gli stadi di calcio più belli, è impossibile non nominare l’Allianz Arena, il capolavoro architettonico a forma di “gommone” che dal 2005 è la dimora del Bayern Monaco. Inaugurato il 30 maggio 2005 in sostituzione del vecchio Olympiastadion conta oltre 71.000 posti a sedere e si estende per 3.000 metri quadrati.
Il nome deriva dal gruppo Allianz, che ha acquisito i diritti di denominazione per 30 anni e ne è la principale società finanziatrice. Dicevamo che si tratta di un capolavoro architettonico, in quanto presenta un design moderno e innovativo non solo nella forma strutturale, ma anche nell’illuminazione: grazie alla presenza di led esterni, la tonalità della luce cambia a seconda degli eventi che hanno luogo al suo interno.
La struttura dell’Allianz Arena è in calcestruzzo armato e composta da tre anelli di tribune, ognuno con una particolare pendenza che permette un’ottima visibilità del campo da gioco, mentre la copertura è in metallo. Tra le partite più memorabili disputate all’interno dell’Allianz Arena rientra sicuramente la semifinale dei mondiali 2006 tra Portogallo e Francia, la finale di Champions League tra Bayern Monaco e Chelsea del 2012, e quattro partite degli Europei 2020.
Anche per questo stadio è possibile acquistare il biglietto per il tour e visitare il campo e i vari locali frequentemente utilizzati dai giocatori.
Old Trafford, il Teatro dei Sogni

Bobby Charlton lo chiamava Theater of Dreams, e proprio dei sogni è: lo stadio Old Trafford di Manchester segue Wembley per capienza ed è l’unico stadio d’Inghilterra ad aver ricevuto le 5 stelle Uefa.
Conta 75.000 posti e dal 1910 è la dimora della squadra inglese del Manchester United, seppur in passato la convivenza si sia interrotta per circa 10 anni a causa del bombardamento subito durante la seconda guerra mondiale. Il suo campo ha ospitato alcune partite del Mondiale del 1966, degli Europei 1996, la finale della Champions League del 2003 e le Olimpiadi del 2012. È stato ristrutturato più volte negli anni novanta e duemila, aggiungendo alcune gradinate e aumentando la sua capacità a 88.000 posti.
Lo stadio è suddiviso in 4 settori:
- Sir Alex Ferguson Stand, la zona dell’hospitality che comprende circa 26.000 posti;
- West Stand, dedicato alla tifoseria internazionale; è il settore più caldo dello stadio, noto anche con il nome di Stretford End.
- East Stand, dove si accomodano i tifosi delle squadre ospiti;
- Sir Bobby Charlton Stand, chiamato anche South Stand. È la zona più esclusiva dello stadio, dedicata alla tifoseria VIP e alla stampa.
Come Wembley, l’Old Trafford non è utilizzato solo per le partite di calcio: ha ospitato anche la Super League di rugby nel 1998 e la Coppa del Mondo di Rugby nel 2000. I più appassionati avranno la possibilità di usufruire del tour guidato all’interno dei suoi locali, in cui potranno trascorrere due ore immergendosi nella storia della squadra e ammirarne i cimeli più famosi.
Anfield, il cuore pulsante del Liverpool FC

A Liverpool si erge l’Anfield Stadium, un altro stadio meritevole di essere visitato almeno una volta nella vita, che deve il suo nome dalla strada su cui è situato, Anfield Road. La sua costruzione risale al 1884 e inizialmente ospitò la squadra dell’Everton Football Club, che vi rimase fino al 1892.
L’allenatore dell’Everton FC fece installare, a quei tempi, una targa sulla scalinata d’ingresso al campo da gioco che cita This is Anfield, “questa è Anfield”, per incitare i suoi giocatori prima delle partite e ricordare agli avversari con chi avessero a che fare. Ora forse non ce ne sarebbe neanche bisogno, ci pensano le note di You’ll never walk alone cantate dai tifosi reds a incutere quel timore che solo certi stadi sanno ricreare.
Dal 1982 ospita la squadra locale del Liverpool Football Club ed è attualmente una delle principali attrazioni della città. L’Anfield Stadium si suddivide in 4 settori:
- Kop stand, la gradinata costruita sul lato di Walton Breck Road;
- West Stand, la tribuna dedicata ai tifosi internazionali;
- Anfield Road Stand, che conta circa 2.000 posti riservati ai tifosi della squadra ospite;
- Kenny Dalglish Stand, costruita sul lato di Kemly Road, che comprende più di 11.000 posti a sedere.
Anfield è famoso per aver ospitato diverse partite tra Inghilterra, Galles e Irlanda, oltre a diverse partite degli Europei 1996 e le finali di Coppa Uefa (1973 e 1976) e di Supercoppa Uefa (1977 e 1978).
Gli amanti del calcio non potranno perdersi i tre tour disponibili all’interno dello stadio:
- Il tour standard: al costo di 20 sterline, che permette di visitare i vari settori, gli spogliatoi, il tunnel e il campo da gioco;
- Il tour “Legends Q&A”: per 40 sterline ci si riserva la visita completa allo stadio, al cui termine c’è la possibilità di conoscere un calciatore a scelta tra Ian Callaghan, Jan Molby, John Aldridge, Phil Neal, Phil Thompson e Terry McDermott;
- Il tour “LFC Matchday Stadium Tour”, da effettuarsi in un giorno in cui sono previste le partite, dove si ha la possibilità di vivere sul momento l’emozione pre-gara degli spogliatoi al costo di 22 sterline.
Chi preferisce invece saltare i tour e visitare solo il museo del Liverpool, può farlo per 10 sterline.
Maracanà, lo stadio leggenda

Uno dei più grandi impianti sportivi e più famosi del mondo si trova a Rio De Janeiro e risale al 1948, costruito in occasione dei Mondiali del 1950. Sì, ci riferiamo proprio al Estádio Jornalista Mário Filho, meglio conosciuto come Maracanà dal nome del quartiere che lo ospita, che copre oltre 30.000 metri quadrati ed è stato per anni la cornice ad alcuni degli eventi calcistici ed extra calcistici più conosciuti e rinomati: i Mondiali di calcio del 1950, le celebrazioni ecclesiastiche di Giovanni Paolo II e i tour musicali dei più grandi artisti internazionali quali Tina Turner, i Kiss, Sting, Madonna e diversi altri.
Al tempo, per ottenere i finanziamenti per la sua costruzione, vennero venduti in anticipo 20.000 abbonamenti che garantivano agli acquirenti di assistere a tutte le partite che si sarebbero giocate nei successivi 100 anni, cioè fino al 2050. Ancora oggi, infatti, il numero di biglietti disponibili alla vendita è inferiore di 20.000 unità.
Una curiosità che fa ancora “ribollire il sangue” dei brasiliani accadde appena un mese dopo l’inaugurazione dello stadio nel 1950. In questo giorno, il Maracanà vide il Brasile protagonista di quella che ancora è considerata la peggior disfatta calcistica della storia: la sconfitta nella finale dei Mondiali 1950 contro l’Uruguay, che tutti ancora tristemente ricordano con l’epiteto di “Maracanazo”.
Ma, oltre a questo episodio spiacevole per il Brasile, è proprio questo stadio che fu testimone del rigore numero 1.000 di Pelé e che vide sfidarsi i più grandi cannonieri delle maggiori squadre di rio de Janeiro dell’epoca: Zico del Flamengo, Roberto Dinamite del Vasco da Gama e Roberto Rivellino del Fluminense.
Lo stadio è stato interamente ristrutturato per ospitare i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi e Paralimpiadi del 2016, quando si integrò anche la copertura e si ridussero i posti disponibili per questioni di sicurezza: dai 165.000 originari si passò ai circa 78.000 attuali.
Chi si trova in vacanza a Rio de Janeiro, una tappa in questo famoso stadio è davvero obbligatoria per ripercorrere le prodezze dei grandi calciatori che hanno calpestato il suo campo da gioco: un tour nell’interno Museo dello Sport dedicato a Garrincha, il famoso attaccante brasiliano, è assolutamente imperdibile.
Eco Park: il primo progetto di stadio sostenibile

Dopo questa panoramica degli stadi da visitare almeno una volta nella vita, tutti in cemento armato, non possiamo perdere l’occasione di citare l’Eco Park Stadium, il progetto di uno stadio interamente sostenibile promosso dal club dei Forest Green Rovers.
La squadra di calcio appartenente alla quinta divisione inglese: ha la particolare caratteristica di essere completamente vegana e carbon neutral, impegnandosi a utilizzare materiali naturali e riciclati nel proprio merchandising, e a monitorare costantemente l’impatto ambientale prodotto durante le loro trasferte.
In prima fila per la salvaguardia dell’ambiente, i Forest Green Rovers stanno progettando, insieme allo studio Zaha Adid Architects, la costruzione del primo stadio in legno, completamente ecocompatibile e a zero emissioni, che sarà collocato nella cittadina di Stroud. Con 5.000 posti a sedere e immerso in un’estesa area verde, metterà a disposizione dei tifosi anche diverse stazioni di ricarica per veicoli elettrici e favorirà la biodiversità grazie alla piantagione di diverse specie vegetali. Un ulteriore passo in avanti, dunque, per contribuire in maniera attiva e concreta a rendere le città più sostenibili. Questa volta, da parte di una squadra di calcio.
Henningsvaer Stadion, lo stadio più bello del mondo

Finora abbiamo parlato degli stadi più capienti, di quelli più famosi e quelli più all’avanguardia, ma come non parlare di quello che, forse, è il campo da calcio più bello del mondo?
In una piccola isola del villaggio di Henningsvaer, nell’arcipelago delle isole Lofoten in Norvegia, sorge uno spettacolare campo da calcio incastonato tra le rocce a picco sul mare, a un passo dal Polo Nord. Qui si sfidano solo quadre amatoriali, perché non si tratta, come dicevamo, di uno stadio conosciuto: non ha alcuna struttura che lo ripari dalle intemperie, non possiede tribune e ai lati vi sono delle rastrelliere che impediscono al pallone di cadere in mare. Per l’incantevole panorama naturale in cui è immerso, è sicuramente degno di una (o più) visita, almeno una volta nella vita.