È possibile aggiungere cv al motore della propria auto, aumentandone potenza e velocità e ottimizzandone prestazioni e consumi? E soprattutto, è legale? Ci sono casi in cui è consentito, ma entro certi limiti. Chi vuole intervenire sul veicolo è ben tenuto a conoscere le possibili implicazioni legali e conseguenze tecniche.

La pratica di modificare le caratteristiche con cui un’automobile è stata omologata è chiamata “tuning”. Nella percezione comune, è considerata illegale, come immaginiamo quando ci passa vicino un’utilitaria che emette un rombo degno della Formula 1. In realtà il discorso necessita di approfondimento, per meglio comprendere cosa si può fare e cosa è vietato.

Al centro della questione c’è un’azione precisa, la più immediata e diffusa: la rimappatura della centralina. Vediamo cosa può succedere.

Aggiungere cv al motore: che cosa è la rimappatura

La centralina dell’auto è l’unità elettronica di controllo del motore (ECU). Da essa dipendono molte funzioni, dalla gestione delle componenti digitali alla quantità di carburante iniettato, modulate in base all’ambiente esterno e a una serie di variabili. La centralina contiene i parametri standard del veicolo, come potenza e coppia massima.

Si può modificare la centralina? Sì, rimappandola. Cioè alterando tali parametri per permettere al motore di erogare diversamente la potenza. Quanto appunto sentiamo parlare di “tuning” o “motore truccato” è stato fatto proprio questo, in tanti modi. Oltre alla centralina si possono modificare altre componenti, come freni e sistemi di scarico. La rimappatura, invece, non coinvolge le parti meccaniche. Ma è facile sconfinare nell’illegalità.

Ci sono società specializzate che offrono tale servizio, che può costare tra i 500 e i 1500 euro, anche se i prezzi variano a seconda di motore, modello e tipologia di intervento. L’operazione richiede non più di un giorno di lavoro.

Le implicazioni legali

Per essere legale, la centralina rimappata deve ottenere l‘omologazione della Motorizzazione Civile, il che implica ulteriori costi. Si deve tenere presente che l’organo del Ministero dei Trasporti, in generale, non vede di buon occhio qualsiasi modifica, anche regolare, tendendo a respingere le richieste. Soprattutto se gli interventi sono fatti in autonomia.

Sebbene ci sia chi vuole aggiungere cv al motore per ottimizzare i consumi, questa pratica può far sforare i limiti di legge in fatto di emissioni inquinanti e velocità. Poi c’è un problema fiscale: il bollo auto si calcola in base alla potenza riportata sulla carta di circolazione, quindi se l’auto ora ha una potenza maggiore e l’incremento non risulta omologato, si è fuorilegge.

Le conseguenze e le sanzioni possono essere molto dure:

  • Multa a partire da 431 euro e obbligo di visita e prova in MC;
  • Sequestro del veicolo;
  • In caso di incidente, possibile rivalsa dell’assicurazione;
  • In caso di incidente mortale, multa di 5 milioni di euro;
  • Decadimento automatico di ogni garanzia di assistenza.

Conseguenze tecniche e possibili alternative

Modificare le prestazioni dell’auto resta quindi una pratica piuttosto scoraggiata, anche rientrando nel rispetto dei parametri. Infatti, rischiano di essere compromessi il funzionamento e la sicurezza del veicolo. Ad esempio, freni e cambio possono risentire di un motore più potente e un’auto più veloce rispetto a quelli per cui sono stati progettati.

Una delle alternative alla rimappatura, diffusasi soprattutto negli ultimi anni, è l’installazione di una centralina aggiuntiva, dal costo inferiore. Ma tutto deve sempre avvenire all’interno dei limiti di legge e senza sfuggire all’omologazione prevista.