Un monitoraggio costante e preciso delle fasi di lavoro che aiuta a raggiungere elevati standard di qualità e sicurezza lungo tutta la filiera di produzione: la tecnologia applicata alle attività agricole trova sempre più spazio e il suo mercato è destinato a rafforzarsi anno dopo anno.  

Il vecchio adagio recita “braccia rubate all’agricoltura”, per indicare chi avrebbe dovuto dedicarsi alla cura dei campi, considerati gli scarsi risultati scolastici. I tempi cambiano e l’ingegno applicato alla ricerca e all’innovazione tecnologica è a pieno servizio del settore primario, con lo sviluppo dell’Agricoltura 4.0 o Smart Farming.

L’agricoltura del futuro si basa –  e sempre più si baserà, secondo i trend attuali – su tecnologie innovative dedicate al tracciamento, al monitoraggio, all’automazione e l’analisi dei diversi processi, prima completamente manuali. Strumenti, strategie e tecniche che aiutano le aziende agricole a ottimizzare i loro sforzi, riducendo non solo i costi di produzione, ma anche l’impatto ambientale. Un’altra faccia della rivoluzione sostenibile che non è confinata negli spazi delle grandi metropoli internazionali. Anzi, si estende agli ettari di terra che forniscono risorse alla popolazione.

Comprende software e hardware che permettono di monitorare costantemente e con precisione le varie fasi di lavoro, dall’irrigazione al raccolto, dall’alimentazione del bestiame allo stato dei macchinari impiegati. Informazioni tempestive e accessibili dai dispositivi a disposizione, grazie anche all’implementazione delle rete 5G che rende il processo ancora più veloce ed efficace.

I Big Data messi insieme dai sensori posti su trattori piuttosto che sugli impianti di irrigazione vengono rielaborati con l’ausilio dell’Intelligenza artificiale, la stessa che consente di modificare in tempo reale l’attività dei mezzi agricoli a seconda delle condizione meteorologiche. I droni in volo accorciano i tempi di spostamento e forniscono un quadro della situazione. L’analisi istantanea della mungitura rafforza gli standard di qualità e sicurezza

Un terreno sempre più fertile

Tanto l’agricoltore quanto l’allevatore possono confrontare dati, numeri e rendimenti per capire come intervenire e apportare miglioramenti: essere sul campo (è proprio il caso di dirlo) resta un passaggio fondamentale, ma per rimanere competitivi non basta. Il controllo da remoto è una marcia aggiunta. O meglio: un braccio in più per l’agricoltura. 

Gli investimenti raccontano che il trend è in costante crescita. Secondo la società di consulenza e marketing Precedence Research, nel 2030 il mercato dell’Agricoltura 4.0 raggiungerà un valore di 41 miliardi di euro. Nel 2021 era pari a 17 miliardi, oggi ne vale 21, che saliranno a 23 il prossimo anno. 

La fetta più consistente della torta è appannaggio del Nord America, con una quota di mercato del 43%. Da questa parte dell’Oceano le proiezioni elaborate da Inkwood Research attribuiscono al mercato europeo un valore di 7,57 miliardi euro sempre per il 2030, con un tasso composto di crescita annuale (vale a dire il tasso medio di crescita, vendite e investimenti nel tempo) del 9,56% tra il 2022 e il 2030.

In questo panorama, l’Italia gioca la sua parte, come dimostra la ricerca “Smart Agrifood”, condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano: lo scorso anno il mercato dell’Agricoltura 4.0 ha sfondato la soglia dei due miliardi di euro, dopo aver superato la barriera del miliardo nel 2020 (1,3 miliardi). Solo nel 2018, ci si fermava a 370 milioni.

Cresce il mercato italiano e aumenta la sua estensione fisica. L’indagine dimostra che l’8% della superficie rurale è coltivata con soluzioni 4.0, rispetto al 6% del 2021. Gli spazi di miglioramento restano ampi, considerando che la spinta giunge da realtà che hanno già intrapreso questo percorso tecnologico e continuano ad implementarlo. 

Le buone intenzioni non mancano. Il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne rileva che nel biennio 2022/2024 il 23% delle aziende agricole italiane ha messo in conto di concentrare gli sforzi sulla Smart Agriculture. Il contributo maggiore arriva dalle imprese a conduzione femminile (61%) e coinvolge il 55% di quelle gestite da Under 35. Inevitabilmente, c’è un risvolto generazionale, con gli agricoltori più anziani restii al cambiamento e le giovani leve che invece lo affrontano con interesse. 

A fare da freno a mano sono le scarse informazioni per procedere agli investimenti nel segmento. Il 69% delle realtà italiane afferma di non volere o di non poter accedere alle risorse previste dal Pnrr, spaventate anche dalla complessità burocratica. D’altra parte, il 47% si messo in moto di fronte alla necessità di rispettare vincoli e regole previsti dalle politiche europee, mentre il 22% si dice consapevole dei rischi causati dal cambiamento climatico. Per il 21% è pure una questione d’immagine: l’Agricoltura 4.0 è vista come una via per rafforzare la reputazione aziendale

Pollice verde

Le motivazioni più forti per diventare agricoltori 4.0 sono la riduzione di scarti e rifiuti (53% del campione), utilizzo delle energie rinnovabili (47%) e risparmio idrico (39%), tema molto sensibile alla luce del periodo siccitoso che ha interessato il nostro Paese. 

La Smart Agriculture si lega doppio filo con il concetto di agricoltura sostenibile che, a livello europeo, rientra nella PAC, la Politica agricola comune che unisce approcci economici, sociali e ambientali per implementare un sistema sostenibile nell’Ue. 

Tra i princìpi dell’agricoltura sostenibile compaiono la protezione delle risorse naturali, l’aumento della produttività attraverso l’innovazione, la riduzione del consumo idrico ed energetico, la diminuzione delle emissioni inquinanti, la gestione responsabile del suolo e la tutela della biodiversità. Elementi sui quali, come visto in precedenza, mirano a progredire gli operatori coinvolti. 

La tecnologia accompagna non solo il produttore, ma anche il consumatore. Come sottolinea lo studio del Politecnico, l’88% delle aziende Agrifood utilizza e sperimenta soluzioni nell’area della tracciabilità tramite software gestionali integrati, soluzioni mobili e cloud: il risultato finale è la valorizzazione delle caratteristiche del prodotto per l’acquirente, rintracciabili con i QR Code. 

Se il ritratto bucolico della vita agreste appartiene alla narrazione di scrittori e poeti ispirati dalle meraviglie della natura, la manualità e il pragmatismo sono due caratteri essenziali di chi nella terreno affonda le mani. E se è vero, come lo è, che la terra è bassa e costa fatica, meglio allora se alle braccia si accompagna l’ingegno tecnologico per guardare soddisfatti al raccolto dello sforzo congiunto.