Il mercato alimentare moderno è contraddistinto da una domanda in continua crescita, la quale porta a uno sfruttamento intensivo del suolo che danneggia il pianeta e la società. L’agricoltura urbana è una soluzione che propone una coltivazione in città su microscala, sostenibile e capace di ottimizzare l’uso delle risorse.
Le metropoli sono da sempre il cuore dell’innovazione, dell’economica e del “tutto a portata di mano”. Nonostante i loro vantaggi, i contesti urbani in genere sono quelli che più di tutti inquinano l’ambiente.
Fortunatamente negli ultimi anni molti paesi e amministrazioni cittadine italiane ed europee hanno deciso di impegnarsi per la sostenibilità, attivando iniziative di economia circolare, di smart mobility, di riciclo e di promozione di comunità energetiche rinnovabili.
Tra le tante proposte, l’agricoltura urbana mira a impiegare e migliorare zone cittadine non utilizzate o addirittura abbandonate per coltivare prodotti a Km 0 e disporne a proprio piacere per l’autoconsumo o la vendita locale.
Come funziona l’agricoltura urbana?
L’agricoltura urbana non si differenzia dalle classiche pratiche di coltivazione se non per lo spazio utilizzato, in questo caso quello disponibile all’interno del contesto urbano, molto utilizzate anche le soluzioni verticali. Tutti possono dedicarsi a questa attività, sia per hobby che per lavoro.
Per avere le idee più chiare, l’agricoltura urbana può essere classificata in 4 modi:
- Aziendale: lo spazio destinato alla coltivazione appartiene a delle imprese agricole, che impiegano i propri dipendenti per produrre profitto economico risparmiando sulle spese di trasporto;
- Comunitaria: il terreno è di proprietà di associazioni o è affittato a esse. Viene utilizzato per portare avanti progetti comunitari e raggiungere scopi di benessere sociale;
- Didattica: la pratica della coltivazione in città viene usata a scopo didattico sia dalle università che dalle scuole primarie e secondarie;
- Familiare: i privati con i loro familiari e amici si dedicano alla coltivazione per l’autoconsumo. Non è necessario possedere un terreno, in molti riescono a coltivare su terrazze, balconi e piccoli spazi grazie ai giardini verticali e ad altre soluzioni salvaspazio e innovative.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’agricoltura urbana?
I vantaggi portati dall’agricoltura urbana sono molteplici. Ecco i più importanti:
- Commerciali: questa pratica favorisce la crescita e lo sviluppo dell’imprenditoria locale, è capace di far aumentare i posti di lavoro e contrastare la povertà attraverso l’assunzione delle categorie di persone più fragili economicamente;
- Ambientali: la coltivazione in città rende più efficiente il ciclo di lavoro perché necessita di meno energia (trasporto, stoccaggio, etc.) e utilizza strumenti innovativi e green come il riciclo dell’acqua;
- Sociali: l’agricoltura urbana può essere anche volontaria e permette a gruppi di persone di lavorare insieme per uno scopo comune.
Non bisogna dimenticare di menzionare che la creazione di aree verdi coltivate, anche piccole, e il conseguente aumento della presenza di piante di una città, aiuta a contrastare l’inquinamento. A proposito di quest’ultimo, in realtà esso rappresenta uno dei grandi svantaggi legati all’agricoltura urbana.
Infatti lo smog e gli elementi nocivi presenti nell’aria e nell’acqua delle metropoli possono facilmente entrare in contatto con gli alimenti coltivati e poi venduti. Fortunatamente, per evitare i pericoli per la salute dei consumatori finali, le aziende agricole urbane e numerosi enti si stanno attivando per trovare soluzioni innovative e green in grado di eliminare queste problematiche.
Oltre a ciò, è importante ricordare che molti paesi si stanno impegnando per ridurre l’inquinamento dell’aria attraverso, ad esempio, gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, la messa a disposizione di colonnine per la ricarica elettrica e i servizi di noleggio monopattini e bike sharing.
Agricoltura urbana in Italia: le iniziative più famose
In Italia è possibile osservare tanti esempi di agricoltura urbana, soprattutto nelle grandi città conosciute purtroppo anche per il loro inquinamento. A Torino, ad esempio, esiste ORME, una grande associazione di secondo livello che accorpa delle cooperative con la mission è di portare avanti progetti di coltivazione comunitaria in città.
Il Parco Agricolo Sud di Milano è invece gestito dal Comune di Milano e affidato tramite bandi ad associazioni ed enti. Questa grande area verde di ben 47.000 ettari rappresenta uno dei più ampi e importanti esempi di agricoltura cittadina in Italia.
Da menzionare anche la rete di orti urbani presenti a Roma e mappati grazie all’iniziativa Zappata Romana.
Infine, non si possono non citare gli Orti delle Fate, associazione che è riuscita a riunire centinaia di privati cittadini per rivitalizzare e reimpiegare alcuni terreni abbandonati nei pressi di Palermo.