Negli ultimi anni sempre più governi stanno portando avanti politiche sostenibili volte a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Alcune toccano direttamente la mobilità. In questo contesto, anche l’asfalto drenante gioca un suo ruolo.
Per quanto riguarda il nostro paese, nel 2022, ad esempio, le Commissioni di studio del Mims hanno presentato 2 rapporti importanti, “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità” e “Investire in infrastrutture: strumenti finanziari e sostenibilità“, utili alla messa in sicurezza dell’Italia nei prossimi 10 anni.
In questi testi, l’asfalto drenante è presentato come una delle innovazioni di tipo strutturale e tecnologico da utilizzare per effettuare questi grandi mutamenti.
Cos’è l’asfalto drenante?
Brevettato in Italia negli anni ’90, l’asfalto drenante è un manto stradale molto particolare, composto da un mix di elementi come bitume, polimeri, inerti provenienti da rocce basaltiche, sabbia e ghiaia che, creando dei vuoti, lo rendono poroso.
L’elevata porosità è una caratteristica unica di questo materiale, che non è presente in altre tipologie di asfalto. Essa favorisce il passaggio dell’acqua, rendendo più asciutte le strade e riducendo i rischi legati alla guida sul bagnato, come il fenomeno dell’aquaplaning. Per cui l’asfalto drenante è molto più sicuro rispetto agli altri manti stradali, ed è proprio per questo che diversi paesi europei lo impiegano per realizzare strade extraurbane. Al contrario, stranamente l’Italia lo utilizza principalmente solo per le autostrade.
Perché l’asfalto drenante è un fattore essenziale per la mobilità sostenibile?
La mobilità è strettamente collegata all’inquinamento e al benessere del pianeta. Negli ultimi decenni il settore sta facendo grandi passi in avanti al riguardo, proponendo soluzioni sostenibili come i servizi di ricarica elettrica e lo sharing, che incentivano la crescita della smart mobility.
Naturalmente, per favorire la transizione ecologica è necessario dotare i paesi di infrastrutture adeguate, resistenti ed ecologiche. In ciò l’asfalto drenante si pone come elemento essenziale grazie ai suoi numerosi vantaggi green.
Ecco i principali:
- Permette di creare una pavimentazione riciclabile che, a fine vita, non diventa un rifiuto speciale;
- Le sue caratteristiche fonoassorbenti aiutano a combattere l’inquinamento acustico;
- Si tratta di un materiale molto duraturo e resistente, con un ciclo di vita di 7 anni rispetto ai 5 anni di un asfalto classico.
Manto stradale drenante: quali criticità presenta?
Oltre ai vantaggi sostenibili, l’asfalto drenante presenta anche alcune criticità da tenere a mente.
La prima è la facilità di formazione di ghiaccio nei pori dell’asfalto quando il clima è molto freddo. Questo può aumentare il rischio di slittamento, soprattutto perché l’apparenza asciutta della strada può trarre in inganno e spingere i meno prudenti ad accelerare anche sotto la pioggia e la neve.
Per questo motivo, raramente tale materiale viene impiegato per la realizzazione di strade di montagna.
Un’altra problematica riguarda la poca resistenza del manto stradale ai movimenti rotatori, generalmente conseguenza di inversioni e sterzate. Infatti l’asfalto drenante tende a disgregarsi se sottoposto frequentemente a questo tipo di impatto.
Nonostante ciò, i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi e, grazie a progetti innovativi, probabilmente in futuro si potrà utilizzare un asfalto drenante più durevole e versatile.
Il futuro dell’asfalto drenante
L’Italia, paese che ha brevettato per prima l’asfalto drenante, recentemente sta lavorando a una versione più innovativa di questo materiale.
Il progetto, condotto dall’Università di Pisa insieme all’Arpat, al Brrc, all’Istituto di acustica e sensoristica Orso Mario Corbino, alla società Ecopneus e alla Regione Toscana, prevede la realizzazione di un manto stradale composto esclusivamente da materiali riciclati, capace di ridurre il rumore del traffico fino a 5 decibel e con la possibilità di essere steso su strada a una temperatura di 130 gradi, anziché la classica temperatura di 160 gradi.
Il futuro dell’asfalto drenante è quindi ricco di possibilità capaci di contribuire alla concretizzazione di una mobilità sostenibile.