Il prezzo della benzina è altalenante e per molti imprevedibile, ma cosa determina i continui cambi? Oggi rispondiamo a questa domanda che in tantissimi si pongono.

Ecco quali sono i fattori che determinano il costo della benzina e che portano il suo prezzo ad aumentare periodicamente.

Costo della benzina, ecco perché aumenta

Sono tantissimi i cittadini italiani che, mentre monitorano attraverso le app il prezzo del carburante, notano aumenti repentini che considerano inspiegabili. Ma a cos’è dovuto l’aumento del costo della benzina? Dobbiamo informarvi del fatto che il costo del carburante dipende da vari fattori e non solo dal valore della materia prima, come in molti pensano.

Innanzitutto, esistono dei costi molto variabili, che possono cambiare più volte anche nel corso di un anno e che influenzano l’aumento del prezzo della benzina. Si tratta del “costo dell’industria“, che comprende il costo di produzione, quello di distribuzione e il guadagno dell’azienda. Questi costi, di solito, condizionano metà del prezzo del carburante.

Costo dell’industria

Il prezzo finale della benzina dipende in primo luogo dal costo del petrolio greggio. Questa miscela è presente in modo naturale in riserve, di cui le più ricche del mondo si trovano in Paesi come il Venezuela, l’Arabia Saudita, il Canada, l’Iran e il Kuwait, tra gli altri.

Viene prelevata da pozzi petroliferi, che possono trovarsi anche nei mari e negli oceani dove vengono installate le piattaforme petrolifere, come quella di Berkut, che si trova vicino alla costa russa, di fronte all’Oceano Pacifico, in prossimità dell’isola giapponese di Sakhalin, e che è la più grande del mondo. Il petrolio può essere, inoltre, prelevato dalla fratturazione di scisti bituminosi, cioè tramite la tecnica della fratturazione idraulica, progettata per prelevare il petrolio dalla roccia scistosa, e dalle sabbie bituminose, i cui principali giacimenti si trovano nel nord dell’Alberta, in Canada.

A seconda del giacimento da cui viene prelevato il petrolio, varia il costo del suo barile. Anche il processo di raffinazione, che trasforma il petrolio greggio in benzina, ha dei costi. Questi variano in base alle caratteristiche che deve avere il prodotto finale e alle sostanze additive usate che ne migliorano la qualità, con importanti riflessi sul motore e sulle prestazioni del mezzo di trasporto.

Sul costo della benzina influiscono anche i costi di distribuzione e di commercializzazione. I prezzi del trasporto del prodotto finito dalle raffinerie fino agli scaffali petroliferi dei vari Paesi del mondo ha un costo, così come quello che dagli scaffali porta la benzina in tutti i distributori. A questi costi devono essere aggiunti anche quelli di vendita al dettaglio, che includono la manodopera, i servizi pubblici e le attrezzature petrolifere.

Esistono poi dei costi fissi, stabiliti Stato per Stato, come le accise e l’IVA, che influiscono sull’aumento del costo della benzina.

Le accise

Le accise sono delle tasse fisse, introdotte per la prima volta in Italia già nell’800, ma applicate ai carburanti soltanto a partire dagli anni ’30 del ‘900, per compensare i costi derivati dalla guerra in Etiopia. Da quel momento, le accise sono diventate un elemento strutturale che condiziona enormemente il prezzo del carburante, costituendo, assieme all’IVA, circa la metà del suo costo.

Quali sono le accise pagate in Italia

  • Guerra d’Etiopia 1935-1936;
  • Crisi di Suez 1956;
  • Ricostruzione post disastro Vajont 1963;
  • Ricostruzione post alluvione Firenze;
  • Ricostruzione dopo terremoto Belice 1968;
  • Ricostruzione post terremoto Friuli 1976;
  • Ricostruzione post terremoto Irpinia 1980;
  • Missione ONU guerra del Libano 1982;
  • Missione ONU guerra del Libano 1983;
  • Missione ONU guerra in Bosnia 1995;
  • Rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004;
  • Acquisto autobus ecologici 2005;
  • Emergenza terremoto in Abruzzo 2009;
  • Finanziamento Cultura 2011;
  • Gestione immigrati dopo crisi libica 2011;
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana 2011;
  • Decreto Salva Italia 2011;
  • Emergenza terremoti Emilia 2012;
  • Finanziamento Bonus Gestori e riduzione tasse terremotati Abruzzo;
  • Spese Decreto Fare “Nuova Sabatini” 2014.

L’IVA

L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta diretta relativa al valore aggiunto della produzione e dello scambio di beni o servizi. In Italia esistono prodotti o servizi esenti da IVA, altri a cui viene applicata l’aliquota minima del 4%, come per esempio a quelli di primaria importanza, come il pane e altri generi alimentari; altri a cui si applica l’aliquota ridotta del 10%, come ad esempio ai prodotti e ai servizi del settore turistico (alberghi, pizzerie, hotel, ristoranti) e ad alcuni prodotti alimentari; e infine altri ancora a cui, invece, si applica l’aliquota ordinaria del 22%: tra questi compare, appunto, la benzina, a cui si applica al netto dell’accisa.

Aumento del prezzo della benzina in Italia: come sono divisi i costi

Come abbiamo scritto più sopra, il prezzo della benzina dipende, di solito, per metà dai costi variabili dell’industria e per l’altra metà dalle tasse fisse che vengono applicate dai vari Stati. Ma come funziona in Italia? Nel nostro Paese, il prezzo dell’industria si aggira intorno al 42%, mentre il peso fiscale è pari al 58%.

Visto il peso delle tasse, in Italia è molto sentito il dibattito sul tema. Effettivamente, su un costo della benzina pari a 1,812 euro al litro, attualmente il peso fiscale sarebbe pari a 1,055 euro al litro, mentre il prezzo dell’industria pari 0,757 euro al litro. Nello specifico, le tasse sarebbero divise in 0,728 euro al litro di accise e in 0,327 euro al litro di IVA.

Il costo dell’industria, invece, si dividerebbe in un valore della materia prima pari a 0,548 euro al litro e in un margine lordo di 0,209 euro al litro. Bisogna dire, inoltre, che la materia prima è influenzata anche le quotazioni dei mercati internazionali e dal tasso di cambio tra l’euro il dollaro. Infine, l’operatore che distribuisce la benzina può modificarne il prezzo per un massimo del 12%.

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