L’inverno porta con sé la tanto attesa stagione sciistica e numerosi sono gli italiani che aspettano con impazienza il momento di spostarsi verso le più belle località innevate. Nonostante i rincari dello skipass, la passione per la montagna non dà segni di cedimento.
Federconsumatori: skipass e vacanza in montagna sempre più d’élite
La vendita di skipass ha fatto segnare un +10% in più di acquisti. La vacanza in montagna si fa sempre più esclusiva ma resta comunque la meta ideale per godersi benessere e relax in famiglia e con gli amici. Piuttosto che rinunciare, gli italiani preferiscono permanenze più brevi e soggiorni più sostenibili. Insomma, il costo dello skipass aumenta ma d’inverno la neve resta sempre la destinazione più desiderata.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori – che monitora l’andamento e rileva le spese che una famiglia di 4 persone sostiene per passare 7 giorni tra le sciistiche italiane più ambite – ha condotto una ricerca su alcune rinomate località dello sci italiano di 6 regioni del Nord e del Centro: Abruzzo, Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto, Trentino-Alto Adige. Dallo studio, emerge una montagna sempre più cara, con l’11% di aumenti rispetto alla stagione precedente. Per attrezzature da sci (+13%), soggiorno e skipass (+15%) le famiglie sostengono in media spese per ben 6.381,98 euro, senza dimenticare i pasti.
Gli aumenti dello skipass riguardano sia la formula giornaliera che quella settimanale:
- Giornaliero: dai 46,60 euro dell’anno passato fino a superare i 53 euro di quest’anno;
- Settimanale: da 264 euro a quasi 304 euro.
Il Veneto è in testa in quanto a rincari con un costo nel 2023 di 1.812,08 euro a persona: qui la stagione, apertasi nel mese di novembre termina a marzo. Invece, nei comprensori più grandi gli sciatori hanno tempo, di solito, fino al mese di aprile per stare a contatto con la neve.
In generale, se paragonate alle regioni del Nord, le località sciistiche dell’Abruzzo e del centro Italia sono di fatto più economiche. Il motivo è dato in gran parte dal costo degli alberghi, qui inferiore del 25% rispetto agli altri.
I rincari non frenano l’acquisto degli skipass
Come testimonia il Veneto, quella per la montagna, di solito, è una passione grande. Lo sciatore medio non rinuncia alla settimana bianca, paga l’albergo e quindi lo skipass, aspettando con entusiasmo l’apertura della stagione sciistica.
Marco Grigoletto, presidente veneto dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari sottolinea come l’aumento degli skipass non sia stato un freno: «in media c’è stato un aumento delle vendite di skipass del 10 per cento rispetto allo scorso anno in generale nel comprensorio del Dolomiti Superski e dell’8 per cento a livello veneto, e anche con riferimento alle principali stazioni sciistiche bellunesi ovvero Cortina d’Ampezzo, Arabba, Alleghe e Falcade. Posso anche dire che siamo leggermente sopra al 2019 e 2020, gli che hanno preceduto la pandemia. Per quanto riguarda i passaggi, ovvero “i bip”, anche questi sono aumentati di circa il 7 per cento in generale».
Skipass: le tariffe in tutta Italia
Le tariffe per gli skipass variano a seconda dei comprensori ma sono altre le scelte su cui si basa il risparmio degli sciatori: c’è chi riduce a 3 o 4 giorni la sua permanenza nelle località scelte e chi approfitta, quando possibile, di formule di soggiorno più sostenibili (ospitalità presso amici e parenti, formule B&B senza per questo dire no a benessere, evasione e relax).