Il bike sharing fa venire sempre più voglia di utilizzare la bicicletta nella vita di tutti i giorni. Lo rivela uno studio di Collaborative Mobility UK (CoMoUK), organizzazione non-profit britannica che promuove la mobilità condivisa e i suoi vantaggi sociali, economici e ambientali.
Secondo l’indagine, infatti, nel Regno Unito il 66% delle persone che usano i servizi di sharing ha sviluppato una maggiore consuetudine a salire sui pedali nel quotidiano. Del resto, la riuscita di ogni politica e di ogni progetto di sostenibilità si misura da quanto riesce a cambiare concretamente le abitudini personali. Questo è l’obiettivo a lungo termine che rende duraturo e strutturale il cambiamento proposto.
In quest’ottica, le bici in condivisione sono un prezioso strumento per favorire l’intermodalità, agevolare gli spostamenti e ridurre lo stress da traffico automobilistico, incentivando una mobilità green che riduca l’inquinamento e migliori la qualità della vita nelle città.
Bike sharing: i vantaggi di un servizio per la mobilità green
Il bike sharing è un servizio sempre più diffuso nelle aree urbane. Le amministrazioni locali ci puntano con decisione per incentivare la mobilità alternativa e sostenibile. I suoi vantaggi, che coincidono con quelli della sharing mobility (che comprende anche condivisione di auto, scooter e monopattini), sono molteplici:
- Emissioni zero;
- Risparmio del costo del carburante;
- Intermodalità e copertura dell’ultimo miglio;
- Flessibilità del mezzo;
- Miglioramento della salute grazie al maggior esercizio fisico;
- Possibilità di parcheggio sia in stazione dedicata che libero (rispettando le regole).
E, a quanto pare, fa nascere più ciclisti.
Lo studio britannico sul bike sharing
Stando al CoMoUK Annual Bike Share Report 2022 realizzato da Collaborative Mobility UK, l’aumento dell’uso della bicicletta è correlato all’incentivo a ricorrere al bike sharing per i propri spostamenti. Il 35% degli utenti intervistati impiega lo sharing almeno una volta a settimana, ma in generale si diventa tutti più ciclisti.
Partendo dall’analisi dei 43 attuali programmi di bike sharing in Gran Bretagna, ne emerge che l’utilizzo della bici è cresciuto, come accennato, presso il 66% degli utenti dei servizi di condivisione. Inoltre, il 37% ha dichiarato di aver fatto ricorso alle due ruote per compiere tragitti che normalmente percorreva in auto.
Scendendo nel dettaglio, il 53% degli utenti ha tirato fuori la bici dal garage nell’anno successivo a quando ha iniziato a usare lo sharing. Il 7% ha cominciato a pedalare regolarmente per la prima volta. Quindi, la ricaduta positiva per un mercato che nel Regno Unito è in calo: il 13% ha acquistato una bicicletta tradizionale e il 13% una eBike (soprattutto chi ha necessità di effettuare percorsi più lunghi e con salite da affrontare).
Gli effetti sull’ambiente e qualcosa da correggere
Il Regno Unito sta puntando forte sul bike sharing. Sempre secondo CoMoUK, dall’autunno 2021 a quello 2022, si registra un aumento da 5000 viaggi a 12.000, quindi più che raddoppiato. L’impatto ambientale è quantificato in una riduzione di 71 kg di CO2 per ciascun utente di biciclette in condivisione.
La ricerca ha evidenziato però anche lati negativi nei comportamenti. Su tutti, l’indisciplina nel parcheggio: un problema che riguarda anche i monopattini e che ha indotto varie città ad adottare regolamenti restrittivi verso questo servizio, o anche estremi, come nel caso del referendum di Parigi che ne ha sancito l’abolizione.
Sempre in UK, invece, il 53% delle persone che non utilizza il bike sharing non è convinto dell’accessibilità e della capillarità del servizio nei territori, mentre il 38% nutre dubbi sulla sua sicurezza. Ma nulla toglie che, in tutto il mondo, stia diventando sempre più protagonista nella transizione verso una mobilità sostenibile e green.