Ti sarà sicuramente capitato di vedere, almeno una volta, una postazione di bike sharing in giro per la tua città. Questo servizio di mobilità alternativa e sostenibile sta, infatti, prendendo sempre più piede anche nelle nostre città e ti permette di noleggiare una bicicletta in pochi semplici passi per girare in tutta libertà e senza inquinare. I vantaggi del bike sharing sono davvero tanti: ti permette di muoverti in città in modo alternativo ai mezzi pubblici o privati, riduce il traffico e l’inquinamento e, non da ultimo, è un ottimo modo per fare un po’ di movimento.

Bike sharing: il servizio green che sta conquistando le nostre città

Hai mai usato un bike sharing? Se la risposta è no, ti invitiamo a provare questo servizio che sta avendo sempre più successo nelle nostre città. Si tratta di un sistema di mobilità sostenibile e alternativo ai mezzi privati e pubblici che permette di noleggiare una bicicletta in pochi semplici passi per muoversi in modo green in città e con la massima libertà.

A cosa è dovuto è il suo successo? Sicuramente alla sua versatilità: la bicicletta è un mezzo di trasporto che può essere usata da chiunque, sia per andare al lavoro che per fare un giro in città, e si adatta bene a qualsiasi situazione, dai percorsi lunghi e impegnativi alle semplici commissioni. Senza contare che spostarsi da un punto all’altro della città in sella alle due ruote è anche un ottimo modo per fare un po’ di movimento e prendersi cura della propria salute.

Un altro vantaggio che la condivisione di una bicicletta offre è che non devi preoccuparti di dove parcheggiarla: una volta arrivato a destinazione, puoi semplicemente posizionarla nella stazione più vicina e bloccarla. In questo modo, oltre a non inquinare, riduci anche il traffico in città e questo significa meno code e meno stress.
In più, il mezzo simbolo della mobilità sostenibile è anche un ottimo modo per risparmiare, ti aiuta a vincere a sfida del last mile (ultimo miglio) e promuove il concetto di intermodalità, ovvero la possibilità di utilizzare più mezzi di trasporto, integrandoli tra di loro, per spostarsi all’interno dell’area urbana in modo più efficiente e smart.

Soprattutto nelle città, dove il bike sharing ha preso piede, la bicicletta condivisa ha risolto un problema non indifferente: la quasi totale assenza di rastrelliere nei condomini che di fatto impediscono il possesso di una bicicletta. In assenza di un posteggio sicuro e comodo negli spazi comuni – sono tante infatti le assemblee che vietano il posteggio della bici in cortile con la semplice catena –  l’alternativa sarebbe portarsela sempre in casa e per chi abita ai piani alti diventa una missione impossibile.

Insomma, il bike sharing è un servizio che offre numerosi vantaggi sia a chi lo usa che all’ambiente: per questo motivo, non stupisce che sempre più città decidano di metterlo a disposizione dei propri cittadini. Infatti, sono sempre di più le pubbliche amministrazioni che decidono di mettere a disposizione dei loro cittadini un parco bici da utilizzare in qualsiasi momento della giornata per attraversare la città in modo alternativo e sostenibile.

Perchè il bike sharing è più sicuro della bici privata?

In pochi lo sottolineano, e anzi spesso si sente parlare delle bici condivise in città come la causa di incidenti o caos connesso alla sosta selvaggia, di fatto questo studio americano afferma l’esatto contrario: la bici pubblica è molto più sicura della bici privata, in virtù del 35% in meno di incidenti, grazie a delle precise scelte di design. A partire da una struttura più forte capace di reagire meglio alle strade sconnesse e piene di buche di molte nostre città. Il resto lo fa un impianto frenante più evoluto rispetto a una normale bici.

Il bike sharing tra free floating e station based

Le biciclette in condivisione e a disposizione dei cittadini, proprio come accade per i monopattini elettrici in sharing, si trovano, generalmente, vicino ai maggiori luoghi d’interesse della città e alle principali stazioni metropolitane, ma non sono tutte uguali: possono infatti essere station based, ovvero fisse in delle stazioni, o free floating, ovvero libere di muoversi e di essere parcheggiate in qualsiasi posto.

Vediamo quali sono le principali differenze tra le due tipologie:

  • Station-based: lo schema bike sharing a stazioni fisse prevede che le biciclette in condivisione siano posteggiate all’interno delle stazioni ben visibili e accessibili, generalmente vicine ai luoghi più frequentati della città o alle fermate dei mezzi pubblici. Questo significa che, una volta arrivati alla destinazione, dovrai parcheggiare la bici in una delle stazioni disponibili e bloccarla. Il sistema station-based implica quindi stalli riservati che consentono una prenotazione preventiva e nei quali il mezzo deve essere riconsegnato per terminare il noleggio;
  • Free floating: la postazione di bike sharing a flusso libero, invece, prevede che le biciclette siano posizionate in giro per la città e possano essere parcheggiate liberamente in qualsiasi posto, anche lontano dalle stazioni. Il vantaggio di questo tipo di bike sharing è che non è necessario riconsegnare il mezzo in una stazione specifica: basta bloccarlo e lasciarlo dove l’hai trovato. In un sistema free floating, la bici può quindi essere prenotata sul momento e rilasciata in un qualunque punto della città, senza bisogno di raggiungere le apposite rastrelliere.

Quale bike sharing scegliere? La scelta tra bike sharing a stazioni fisse e bike sharing a flusso libero dipende dalle tue esigenze e dalla città in cui vivi. Se cerchi un bike sharing che ti consenta di spostarti liberamente da un posto all’altro della città, senza doverti preoccupare di trovare una stazione in cui riconsegnare il mezzo, allora il sistema free floating fa al caso tuo. Se, invece, preferisci un bike sharing che ti consenta di pianificare in anticipo i tuoi spostamenti e di scegliere una stazione vicina alla tua destinazione, allora quello che fa per te è il servizio station-based.

Qualunque bike sharing tu decida di utilizzare, non dimenticare di indossare sempre il casco per garantire la tua sicurezza ogni volta che sali in sella. Inoltre, ricorda che per sbloccare un servizio esistono diverse modalità, a seconda del gestore: dalle tessere annuali o mensili, all’utilizzo di una specifica applicazione per smartphone, passando per i codici QR e la tecnologia RFID, ovvero il sistema di identificazione a radiofrequenza.

Una fotografia del bike sharing in Italia

In Italia il bike sharing è un servizio sempre più diffuso e utilizzato, tanto che l’Italia ha guadagnato il quarto posto – su 50 nazioni prese in esame per numero di sistemi attivi di bike sharing a ottobre 2021 – nella speciale classifica stilata da Medding Map Report Mid 2021, il report realizzato dal sito The Meddin Bike-Sharing World Map.

Dall’analisi emerge che il nostro Paese supera non solo la Spagna, ma anche nazioni come la Danimarca o i Paesi Bassi, a cui si guarda spesso come degli esempi virtuosi per quanto riguarda la mobilità sostenibile e condivisione di mezzi di trasporto, in particolare le biciclette. I numeri dicono che attualmente i sistemi di bike sharing attivi sul territorio nazionale sono 104. Davanti a noi, ci sono la Cina (673), gli Stati Uniti (178) e la Germania (107).

Un ulteriore approfondimento sul tema bike sharing in Italia lo offrono i dati del 5° Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility che offre una panoramica completa sui dati e le tendenze della mobilità in condivisione in Italia ed evidenzia una crescita della mobilità condivisa nel nostro Paese dopo lo shock pandemico: nel 2021 il bike sharing, insieme a scooter sharing e monopattini sharing, ha superato i valori del 2019 pre-pandemia. Inoltre, le iscrizioni ai servizi di sharing mobility hanno raggiunto la quota di 5. 600.000 con 158 servizi di sharing attivi in 49 città (il triplo del 2015). Sono circa 15 milioni gli italiani che possono utilizzare almeno un servizio di sharing con quasi 90.000 i veicoli in condivisione, incluse le biciclette.

Dallo studio emergono anche le sfide che attendono il bike sharing: l’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility ha simulato quali sarebbero le risorse da impegnare annualmente per creare le condizioni ideali per l’utilizzo del bike sharing nei 76 capoluoghi che ancora non ne dispongono, considerando l’aumento della domanda di mobilità sostenibile. Secondo la simulazione, occorrerebbe aumentare la dotazione di risorse del Fondo Nazionale per il trasporto pubblico locale di solo lo 0,5% all’anno per mettere su strada circa 35.000 biciclette in condivisione, servendo circa 7 Milioni di italiani in più rispetto ad oggi.

Un altro aspetto da considerare è il ruolo delle stazioni ferroviarie che nei prossimi anni avranno un ruolo sempre più importante per la mobilità sostenibile, diventando punti di interscambio multimodale e non solo luoghi di partenza e arrivo dei treni che collegano le diverse città d’Italia.

Il bike sharing a Milano: chi sono gli operatori e le tariffe

La metropoli lombarda è sicuramente una delle città italiane che ha puntato di più sul bike sharing, e oggi conta 15.400 biciclette di diverse tipologie, fra queste 3.500 sono a pedalata assistita. Il servizio prevede sia la formula a postazioni fisse, presente in città dal dicembre 2008, che quella a flusso libero, avviato in forma sperimentale nel 2017.

Ecco quali sono i principali servizi di bike sharing in città:

BikeMi

Per accedere al servizio è necessario un abbonamento che può essere:

  • Giornaliero al costo di 4,50 €;
  • Settimanale al costo di 9 €;
  • Annuale al costo di 36 €.

Va poi aggiunto il costo di utilizzo della bici che varia in base alla tipologia di bicicletta e al tempo del noleggio.

RideMovi

  • Biciclette classiche hanno un costo di 1 € per 20 minuti;
  • E-bike hanno un costo di 0,20 centesimi al minuto;
  • Pass mensili 9,99 € per 30 giorni;
  • Pass annuali 79,99 € all’anno.

RideMovi è approdata a Milano dopo aver conquistato la città di Firenze, la prima in Europa continentale a sperimentare il bike sharing dell’azienda italiana leader nel settore della micromobilità condivisa. Il servizio bike sharing a Firenze gestito da RideMovi nei primi tre mesi del 2022 ha registrato oltre 300mila noleggi con una media attuale di 8500 viaggi al giorno, cioè un +70% rispetto alla media di viaggi giornalieri di dicembre 2021.

Lime

La flotta è composta totalmente da e-bike: il prezzo di sblocco è di 1 €, dopodiché si pagano circa 0,20 € al minuto.

Grazie all’App Telepass puoi noleggiare una bici con Helbiz, Reby e RideMovi. Scopri come fare

Il bike sharing a Roma: chi sono gli operatori e le tariffe

La bicicletta in condivisione conquista anche la Capitale, che si pone come obiettivo quello di offrire ai cittadini e ai turisti un’alternativa all’utilizzo dell’auto privata. Roma vanta una flotta complessiva di 10.000 biciclette a pedalata assistita.

Ecco quali sono i principali servizi di bike sharing in città:

Lime

  • E-bike hanno un prezzo di sblocco 1 €, dopodiché si pagano 0,25 centesimi al minuto;
  • LimePass settimanale 2,99€;
  • LimePass mensile 19,99 € per 8 corse o 149,99 € per 100 corse (quest’ultimo utilizzabile nell’arco di tre mesi) più 30 minuti di sblocco gratis in entrambi i casi.

Bird

Bird mette a disposizione una flotta di e-bike al prezzo di sblocco di 1 €, dopodiché si pagano 0,25 centesimi al minuto.
Se, invece, utilizzi la bici con particolare frequenza puoi anche scegliere tra diverse formule che ti garantiscono un maggior risparmio:

  • 50 € (+5 corse gratis);
  • 100 € (+10 corse gratis);
  • 250 € (+50 corse gratis);
  • 500 € (+100 corse gratis).

Helbiz

  • E-bike a 0,25 centesimi per lo sblocco, più 7 centesimi al minuto;
  • È disponibile anche Helbiz Unlimited, l’abbonamento mensile a 39,99 € che consente di effettuare corse da 30 minuti ogni giorno del mese, per tutto il mese.

Grazie all’App Telepass puoi noleggiare una bici con Helbiz, Reby e RideMovi. Scopri come fare

Il bike sharing a Torino: chi sono gli operatori e le tariffe

Anche la città di Torino punta sul bike sharing come soluzione per ridurre l’inquinamento atmosferico e il traffico veicolare. Nel capoluogo piemontese esiste un’ampia rete di piste ciclabili e diversi servizi di biciclette in condivisione, con e senza stazioni.

Ecco quali sono i principali servizi di bike sharing in città:

ToBike Torino

ToBike mette a disposizione diverse formule di abbonamento attivabili su tessera:

  • Annuale a consumo: 25 € comprensivi di prima ricarica obbligatoria del valore di 5 €;
  • Settimanale a consumo: 8 € comprensivi di prima ricarica obbligatoria del valore di 3 €;
  • Giornaliero a consumo: 5 € comprensivi di prima ricarica obbligatoria del valore di 3 €;
  • 4ForYou “flat”: 8 € valido per 24 ore (4 ore di utilizzo bici incluse, anche non consecutive);
  • 8ForYou “flat”: 13 € valido per 48 ore (4 ore di utilizzo bici incluse ogni 24, anche non consecutive).

Sono disponibili anche abbonamenti “Mobile”, acquistabili e gestibili esclusivamente in app:

  • Annuale Mobile a consumo: 25 € comprensivi di prima ricarica obbligatoria del valore di 5 €;
  • 1 Day Mobile: 8 € valido per 24 ore (4 ore di utilizzo bici incluse, anche non consecutive);
  • 2 Day Mobile “flat”: 13 € valido per 48 ore (4 ore di utilizzo bici incluse ogni 24, anche non consecutive).

RideMovi

  • Biciclette classiche hanno un costo di 1 € per 20 minuti;
  • E-bike hanno un costo di 1 € per 20 minuti;
  • Bike pass mensili 9,99 € per 30 giorni;
  • Bike pass annuali 79,99 € all’anno.

Helbiz

Addebita un importo fisso per sbloccare un veicolo e iniziare la corsa per poi continuare con la tariffa al minuto. Puoi controllare l’App Helbiz per conoscere le tariffe. È disponibile anche Helbiz Unlimited, l’abbonamento mensile a 39,99 € che consente di effettuare corse da 30 minuti ogni giorno del mese, per tutto il mese.

Noleggiare una e-bike nelle principali città italiane:
leggi le guide di Moveo


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