Se la montagna è una tua grande passione e non rinunci mai ad un’escursione tra i boschi e le vette più alte o se, più semplicemente, ami immergerti nella natura ed ammirare paesaggi mozzafiato che ti restituiscono un senso di pace e serenità, allora i borghi più alti d’Italia sono la destinazione dove puoi vivere il tuo sogno. Questi incantevoli paesini abbarbicati sui monti, tra le cime innevate della stagione invernale, che in primavera ed estate lasciano spazio a una natura rigogliosa e colorata, sono un vero e proprio gioiello italiano. Scopriamo insieme quali sono i paesi ad alta quota che almeno una volta nella vita dovresti visitare.

Quali sono i borghi più alti d’Italia che devi assolutamente visitare?

Quando l’inverno abbraccia la montagna i luoghi diventano incantati. La neve copre ogni cosa e dipinge un paesaggio fiabesco, mentre tra gli alberi svestiti dei colori autunnali spiccano i tetti delle case in pietra che sembrano uscite da una cartolina. Con l’arrivo della stagione più calda, invece, la natura si risveglia e torna a colorare i boschi e le praterie, regalando panorami mozzafiato e rendendo ancora più affascinanti dei posti già di per sé unici.

Quello che hai appena letto descrive perfettamente i borghi più alti d’Italia, combinazione perfetta tra ciò che Madre Natura è in grado di creare e quello che l’uomo, con le sue mani e la sua abilità, ha costruito in questi angoli di paradiso, dove si possono ritrovare quei ritmi lenti e genuini che ormai sembrano appartenere ad un altro tempo.

I borghi di montagna offrono un’esperienza unica per diversi motivi: viste incredibili, aria fresca e pulita, silenzio e a pace che avvolgono questi luoghi, benessere e relax. Paesini protetti da vette maestose e circondati da una natura incontaminata, conservano un fascino storico e culturale unico a cui è davvero difficile resistere.

Quello che questi borghi ci offrono è un’esperienza a 360 gradi, che coinvolge tutti i sensi e ci lascia emozioni difficili da dimenticare una volta tornati a casa. Non ci resta che scoprire insieme i borghi più alti d’Italia per immergerci in un mondo magico e un po’ fuori dal tempo, ma ricco di autenticità e bellezza.

Borgo di Sestriere

Borgo di Sestriere

Iniziamo il nostro viaggio da Sestriere che con i suoi 2.035 metri s.l.m. è considerato il comune più alto d’Italia.
Situato sul colle omonimo che mette in comunicazione la Val Chisone e la Val di Susa, il borgo di Sestriere è conosciuto soprattutto per essere una delle più importanti località sciistiche italiane. Il paese, infatti, è il cuore del comprensorio della Via Lattea, dove si trova una delle piste da sci più amate dai professionisti della neve: la Kandahar Banchetta. Teatro di numerose competizioni internazionali sulla neve, una su tutte la Coppa del Mondo di sci alpino, Sestriere deve il suo nome alla Petra Sextreria, vale a dire la sesta pietra utilizzata come punto trigonometrico di riferimento, per misurare la distanza in miglia da Torino.
Le origini del borgo sono piuttosto recenti e, inoltre, la sua storia è legata a doppio filo a quella di una delle famiglie italiani più note e influenti: gli Agnelli. Ma andiamo con ordine. Sestriere nasce nell’ottobre 1934 sui terreni dell’ex comune di Champlas du Col. Negli anni Trenta, l’imprenditore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat, fece costruire due alberghi sui terreni che aveva acquistato per circa 40 centesimi al metro quadro. In quegli anni furono costruite anche tre funivie, una nuova strada, un trampolino per il salto con gli sci, un terzo albergo e un campo da golf. La costruzione di quello che sarebbe diventato uno dei punti di riferimento per gli amanti dello sci e delle vacanze in montagna, fu interrotta dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale che bloccò il turismo e danneggiò gli impianti.
Gli anni Cinquanta segnarono la ripartenza di Sestriere che, grazie alla costruzione di nuove sciovie e seggiovie – e alle varie manifestazioni sportive organizzate presso le strutture del paese – si trasformò in uno dei più importanti poli sciistici italiani.
Lo sport è senza dubbio uno dei tratti distintivi di Sestriere, ma non mancano anche luoghi d’interesse storico e culturale da visitare, come la Chiesa di Sant’Antonio Abate, la Chiesa di Sant’Edoardo, l’obelisco che commemora la strada fatta costruire cent’anni prima da Napoleone per mettere in comunicazione il Piemonte e l’Alta Savoia, e la Cappella della Regina Pacis che ricorda i caduti della Val di Susa e della Val Chisone del primo conflitto mondiale.

Borgo di Livigno

Borgo di Livigno

Un’altra destinazione molto amata dagli appassionati di sci è Livigno, il comune più settentrionale ed esteso della Lombardia, situato nella provincia di Sondrio, nell’Alta Valtellina, nonché il secondo tra i borghi più elevati d’Italia, posto a circa 1.816 metri s.l.m. Del territorio fa parte anche la frazione di Trepalle che si sviluppa fino a 2.250 metri d’altitudine.
Questa località, frequentata tanto durante la stagione invernale quanto in quella estiva, è conosciuta con il soprannome di piccolo Tibet, per via delle caratteristiche geomorfologiche del suo territorio, in parte simili a quelle himalayane: Livigno è, infatti, un altopiano circondato da montagne nel cuore delle Alpi Retiche. L’idea di soprannominare il borgo – piccolo Tibet – si deve all’autore di leggende e racconti, Alfredo Martinelli. Il toponimo, invece, secondo gli studiosi risalirebbe al latino tardo labineus, ossia “soggetto a lavine“.
Se oltre allo sport quello che cerchi da un viaggio in montagna è un po’ di relax e, magari, l’opportunità di fare acquisti, Livigno è la meta che fa per te. Il comune, infatti, gode dello status di zona extra doganale e questo vuol dire che è esente da alcune imposte, come ad esempio l’Iva. In altre parole, significa che si possono fare acquisti molto più convenienti che altrove, soprattutto se parliamo di prodotti di lusso, e questo ha ovviamente contribuito al successo della località, che oggi è una vera e propria mecca per lo shopping.
Livigno però non è solo sport invernali e shopping, ma anche un luogo in cui non mancano punti di interesse storico, come la Chiesa di Santa Maria Nascente, al cui interno si trovano opere di grande pregio artistico, tra cui dipinti raffiguranti Scene della vita della Madonna, eseguiti da Giorgio Staina nel 1709. Degna di nota anche la Chiesa di San Rocco, la cui costruzione iniziò alla fine del Cinquecento, ai tempi della peste, e proseguì nel Seicento.
Ti consigliamo di non perdere l’occasione di visitare il Mus, Museo di Livigno e Trepalle, situato in un’antica abitazione di Livigno, che attraverso un percorso innovativo e mai banale accompagna il visitatore nella scoperta del passato di questo territorio e lo guida a comprendere le dinamiche che hanno portato all’attuale presente.

Borgo di Chamois

Borgo di Chamois

Pace, silenzio e un’atmosfera unica al mondo: questi i tre elementi che più colpiscono chi visita il borgo di Chamois, situato a 1.818 metri s.l.m. Ci troviamo in Valle d’Aosta, in una delle località che fa parte del Consorzio Perle delle Alpi.
Il toponimo di questo piccolo borgo deriverebbe dalla parola francese chamois, che significa “camoscio“. Il comune sparso delle Valtournenche, una valle laterale della Valle d’Aosta, ha una caratteristica che lo rende un borgo molto particolare: la località è l’unica in Italia (sulla terraferma) che non si può raggiungere in auto ma solo tramite funivia, con partenza da Buisson, o a piedi mediante la mulattiera les Seingles (sempre da Buisson), attraverso una strada poderale semi-pianeggiante da La Magdeleine, oppure con piccoli aeroplani. Pertanto, se ciò che cerchi è una destinazione fuori dai soliti circuiti turistici, in cui immergerti completamente nella natura e lontano dal caos della vita moderna, Chamois è la scelta perfetta.
Il borgo è la meta ideale per gli sciatori di livello intermedio, che qui hanno a disposizione piste di diversa difficoltà, e per gli amanti delle passeggiate sulla neve. Ma anche in estate Chamois non delude le aspettative, grazie ai suoi panorami mozzafiato e alle numerose attività all’aperto che si possono svolgere tra i boschi e le montagne circostanti, come ad esempio il trekking ed escursioni.
E se la musica occupa un posto importante nella tua vita, allora abbiamo un motivo in più per consigliarti una visita a Chamois: ogni anno, infatti, qui si tiene il festival di Altra musica in Alta quota dedicato alla musica sperimentale, elettronica e jazz che si svolge nei mesi di luglio e agosto.
In questa piccola oasi di pace e tranquillità, i luoghi di interesse sono quelli che segnano la vita della comunità che ci abita, come la Chiesa di San Pantaleone, il Santuario di Domenico Savio, i diversi forni a legna e il mulino, la biblioteca comunale, il bazar in cui acquistare prodotti tipici e, infine, il rascard, un edificio in legno tipico dell’arco alpino, che ospita esposizioni e mostre. Ti segnaliamo, inoltre, che nei pressi di Chamois, sopra l’abitato di Corgnolaz, si trova il Lago di Lod, circondato da prati e larici.

Borgo di Rhêmes-Notre-Dame

Borgo di Rhêmes-Notre-Dame

La piccola località di Rhêmes-Notre-Dame è una delle migliori destinazioni della Valle d’Aosta per gli amanti dello sci e fa parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Siamo in un comune sparso della Val di Rhêmes, valle laterale della Valle d’Aosta, che conta circa un’ottantina di abitanti e sorge a 1.725 metri s.l.m., con la cima della Granta Parey che domina il paesaggio sullo sfondo.
Per chi ama gli sport invernali, Rhêmes-Notre-Dame è una meta imperdibile, grazie ai moderni impianti di risalita per la pratica dello sci alpino e alla presenza di piste perfette per chi ama lo sci di fondo, a cui si aggiungono le piste attrezzate per lo sci alpinismo, le arrampicate su ghiaccio e le ciaspolate.
Sport invernali ma non solo: anche in estate, Rhêmes-Notre-Dame offre agli sportivi la possibilità di praticare diverse attività all’aria aperta che consento di apprezzare al meglio la bellezza dei dintorni, come escursionismo, trekking, mountain bike ed equitazione. Il punto di riferimento principale per la comunità è la settecentesca Chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta, che si trova nel centro del paese ed è dotata di un campanile dalle origini quattrocentesche che, si racconta, ha le più sonore campane della regione.

Borgo di Ayas

Borgo di Ayas

Ayas, insieme a Challand Saint-Victor, Challand Saint-Anselme e Brusson, è uno dei quattro comuni della valle omonima, si trova a 1.699 metri s.l.m., ed è composto da numerose frazioni tra cui Antagnod, Champoluc e Saint-Jacques.
Il borgo occupa la parte alta della valle e sorge ai piedi delle grandi vette appartenenti alle Alpi Pennine, che segnano il confine italo-svizzero, separandolo da Zermatt, nella Mattertal (Canton Vallese). È circondato da alcune delle cime più importanti e note del Monte Rosa: Castore (4.226 metri), Polluce (4.091 metri) e Breithorn (4.165 metri). Un’altra vetta particolarmente suggestiva della zona è Zerbion, montagna a forma piramidale alta 2.720 metri che sovrasta l’abitato di Ayas e separa la località dal comune di Saint-Vincent.
Per quanto riguarda le origini del nome del borgo, il toponimo latino, testimoniato a partire dal medioevo, è Agatius, che sembrerebbe essere il nome del primo colono romano. Tuttavia l’etimologia del termine è incerta e le tesi che sono state avanzate sulla sua origine non trovano un accordo unanime. Ad esempio, per alcuni Ayas potrebbe derivare dall’aggettivo latino aquatica e indicare quindi un corso d’acqua, mentre secondo un’altra ipotesi, la soluzione si nasconde nel termine giàs, che in dialetto piemontese si usa per indicare il recinto del gregge. Questa seconda teoria è però quella meno accreditata a causa della distanza linguistica.
Per quanto riguarda i luoghi di interesse storico e culturale, va ricordato che la Val d’Ayas nel corso della sua storia è stata fortemente influenzata dalla Chiesa e questo si riflette chiaramente nella presenza di numerosi edifici religiosi tutti affrescati, come alcune delle case che incontrerai nel corso della tua visita. Tra le più importanti architetture religiose della zona che meritano una visita ci sono la Chiesa di San Martino, la Chiesa di Sant’Anna, la Chiesa di San Giacomo e il Santuario di Barmasc, al cui interno si trovano opere di arte sacra di notevole importanza. Altre attrazioni degne di nota sono la Chiesa di Santa Maria Immacolata, la Chiesa di San Giovanni Bosco e la Chiesa dell’Addolorata, con la facciata abbellita dal dipinto del Giudizio Universale.

Borgo di Valgrisenche

Borgo di Valgrisenche

Cuore dell’omonima valle, Valgrisenche è un comune sparso di 195 abitanti della Valle d’Aosta e fa parte dell’Unité des Communes valdôtaines Grand-Paradis.
Il comune è situato ad un’altitudine di 1.664 metri s.l.m. e poco distante dal centro abitato, dal quale è anche visibile, sorge il Lago di Beauregard che insieme al Lago di Place-Moulin è uno dei laghi più grandi della Valle d’Aosta.
Fiore all’occhiello del borgo è la tradizione del Drap de Valgrisenche, un tessuto grezzo in lana di montone che veniva utilizzato in passato per produrre coperte, ma con il passare degli anni è stato impiegato anche per confezionare una serie di oggetti, come borse e tovaglie, solo per citarne alcuni.
Se ami i paesaggi selvaggi e caratterizzati da una natura incontaminata, Valgrisenche è il luogo perfetto per te: qui i ghiacciai e le pareti rocciose, insieme a ruscelli, cascate e meravigliosi laghi alpini, danno forma a uno scenario straordinario, ideale per praticare escursionismo, trekking e arrampicata su ghiaccio. Ma non solo: tra le attività che si possono svolgere tra le montagne che circondano il borgo ci sono anche sci di fondoscialpinismo, ciaspolate, alpinismo, mountain bikebouldering e arrampicata sportiva.
Inoltre, Valgrisenche è tra i più importanti punti di riferimento italiani per l’heliski, ovvero la pratica dello sci fuoripista e del freeride in cui si utilizza un elicottero come mezzo di risalita. Quindi, se stai cercando un borgo di montagna con un’atmosfera autentica, panorami che lasciano senza fiato e numerose opportunità di svago all’aria aperta, condite da un sano pizzico di adrenalina, allora Valgrisenche è il posto giusto per te.
E se vuoi conoscere meglio la cultura e le tradizioni locali, non puoi perdere i luoghi principali di interesse storico e culturale della zona, tra cui la Fortezza Vieux quartier, un ex fortino sabaudo risalente al 1889, la Chiesa parrocchiale di San Grato, al cui interno si trovano il museo di arte sacra e un organo di notevole pregio, e il Bosco monumentale dell’Arolla, un bosco di protezione che conserva esemplari di larice plurisecolari.

Borgo di La Magdeleine

Borgo di La Magdeleine

Situato a una manciata di chilometri da Saint-Vincent e Chatillon, e da due passi da Cervinia e da Chamois, La Magdeleine è un comune sparso della Valtournenche, in Valle d’Aosta, che fa parte del Consorzio delle Perle delle Alpi e si trova a 1.644 metri s.l.m.
Inserito in un contesto paesaggistico di rara bellezza, con panorami incantevoli che ne fanno una destinazione ideale per gli amanti della montagna sia in inverno che in estate, il borgo offre una serie di sentieri immersi nella natura che regalano emozioni uniche a chiunque li percorre.
Tra questi, uno dei più interessanti e suggestivi è senza dubbio il Sentiero dei Mulini, recuperato in tempi recenti e che unisce ben otto mulini, tutti posizionati sullo stesso corso d’acqua, di cui alcuni ancora funzionanti. Un tempo, i mulini servivano per la produzione della farina usata per il pane nero che veniva cotto nei forni distribuiti nelle diverse frazioni che compongono il territorio di La Magdeleine.
Oltre ad essere un borgo immerso nella natura e ricco di opportunità per gli amanti delle attività all’aria aperta, La Magdeleine è anche un luogo in cui la storia e la cultura sono strettamente legato allo sport. Nel comune che conta circa cento abitanti si gioca il palet, sport tradizionale valdostano insieme allo tsan, alla rebatta e al fiolet, e come tale tutelato dalla Fédérachon Esport de Nohtra Téra e dall’Asosiachon Valdohténa Joà di Palet.
Se ami metterti alla prova e vuoi immergerti nella cultura locale, puoi cimentarti con questo caratteristico gioco della Val d’Aosta e tentare la fortuna sfidando i campioni locali. Altrimenti, se preferisci una più tranquilla passeggiata per le vie del borgo, potrai ammirare l’architettura delle abitazioni tipiche e visitare i principali luoghi d’interesse di La Magdeleine, a cominciare dalla Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena per poi proseguire con l’antica Cappella dei Santi Rocco e Sebastiano e la piccola Cappella di Nostra Signora della Neve.
Il territorio ospita anche il Villaggio dei Salassi del Monte Tantané, un insediamento preromano raggiungibile a piedi dalla frazione Artaz. Inoltre, se desideri portare a casa un souvenir unico e originale, che ti ricordi la visita a La Magdeleine, ti segnaliamo che nel borgo è ancora viva l’antica tradizione della lavorazione del legno, tramandata da generazioni e le cui produzioni danno vita a oggetti dalle forme semplici ma dal valore inestimabile per chi apprezza l’artigianato locale, come statuine e sabot.

Borgo di Elva

Borgo di Elva

Circondato da una natura selvaggia e incontaminata, nelle alte terre cuneesi, tra la Valle Varaita e la Valle Maira, il minuscolo paese di Elva, non conta più di 80 abitanti e sorge a 1.637 metri s.l.m..
Sul Colle San Giovanni si trova un punto panoramico chiamato Fremo Cuncunà, che vuol dire “donna accovacciata” in lingua occitana. Il riferimento al fatto che ammirando dal Vallone di Elva la famosa roccia e le altre su cui poggia, si può scorgere l’immagine di una figura femminile chinata.
Da qui è possibile ammirare alcune delle vette più alte e importanti della provincia di Cuneo, ossia il Monte Pelvo, il Monte Camoscere, il Monte Chersogno, Rocca la Marchisa, il Monte Oronaye, Rocca la Meja e il Monte Tibert.
Il piccolo agglomerato di case di Elva si sviluppa intorno alla Chiesa di Santa Maria Assunta, edificio in stile tardo-romanico, al cui interno è conservata una fonte battesimale, in pietra scolpita, risalente alla fine del XIV e inizio del XV secolo, mentre gli affreschi che abbelliscono la chiesa sono stati realizzati in due periodi diversi: quelli della volta sono opera di un pittore sconosciuto di gusto tardo gotica, e risalgono presumibilmente al 1470 circa, invece quelli che si trovano sulle pareti del presbiterio e nell’abside sono stati dipinti da Hans Clemer, conosciuto come “Maestro di Elva“, importante esponente della pittura gotico-fiamminga, e raffigurano scene della vita di Gesù.
Questo piccolo paesino piemontese è conosciuto anche per essere il paese dei caviè, ossia dei “raccoglitori di capelli“, poiché molti dei suoi abitanti, fino alla metà del secolo scorso, erano impegnati nella raccolta di capelli femminili che venivano venduti in tutta Europa, in particolare in Francia, per la produzione di parrucche. Ti segnaliamo, inoltre, che Elva si trova poco lontano da alcuni dei borghi più belli d’Italia del Piemonte, come Guarene, Chianale e Neive, quindi se stai programmando un viaggio nella zona del cuneese, e hai la possibilità di allungare l’itinerario, non perderti questi gioielli che ti faranno scoprire un lato della regione poco conosciuto ma molto suggestivo.

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