Boschi incantati, cime innevate, paesi pittoreschi, una lunga storia che risale all’epoca dei Romani, ma anche un mare cristallino ed una ricca tradizione enogastronomica, il tutto racchiuso in poco meno di 8.000 chilometri quadrati: il Friuli Venezia Giulia è una regione che ha molto da offrire ai suoi visitatori, ma che spesso non riceve l’attenzione che meriterebbe. Con questa guida esploreremo le peculiarità e le bellezze di un variegato territorio collocato al confine tra Italia, Austria e Slovenia, concentrandoci in particolare sui borghi più belli e pittoreschi che testimoniano la sua essenza autentica e profonda.
Quali sono i borghi più belli d’Italia in Friuli Venezia Giulia?
Il Friuli Venezia Giulia è una piccola perla incastonata tra Italia, Austria e Slovenia, un crocevia di culture, dialetti, sapori e colori, che danno vita alle mille sfumature e, talvolta, contraddizioni, che costituiscono l’essenza più autentica e vera di questo territorio, un tempo terra di frontiera ed oggi meta perfetta per chi è alla ricerca di quella pace, intimità e tranquillità che caratterizza le rotte meno battute.
Oltre alle destinazioni più popolari come Trieste – conosciuta anche come Piccola Vienna sul Mare per via del fascino magnetico e dell’eleganza dei suoi palazzi influenzati dallo stile architettonico asburgico – o Udine, la Città del Tiepolo, dominata dall’imponente Castello di Udine (una vera e propria terrazza panoramica che offre una vista a 360° sulla città e sul suo cuore pulsante, Piazza della Libertà), il Friuli è una regione che vive principalmente nei piccoli paesi montani e nei borghi che ne puntellano l’entroterra.
Piccoli tesori che hanno moltissimo da offrire a chi è disposto ad avventurarsi su itinerari poco conosciuti, ma non per questo meno affascinanti e a sperimentare con modalità di viaggio più lente e consapevoli, che puntano più alla valorizzazione del territorio, delle specialità gastronomiche e delle sue persone, che al consumo usa e getta dei suoi luoghi e prodotti.
Dopo aver visitato i borghi più belli del confinante Veneto, è giunta l’ora di andare alla scoperta dei 10 borghi più belli del Friuli Venezia Giulia, da Clauiano, con le sue caratteristiche viuzze medievali, a Venzone, un antico statio romano, ricostruito a seguito dei devastanti terremoti che hanno colpito la regione nel 1976. Pronti per un viaggio che saprà farvi emozionare e sognare ad occhi aperti?
Il borgo di Clauiano

La prima tappa nel nostro viaggio tra i tesori nascosti del Friuli Venezia Giulia è Clauiano, meno di 500 anime che vivono le strette viuzze medievali di quello che è considerato a tutti gli effetti uno dei borghi più belli della regione. Ci troviamo in provincia di Udine, più precisamente nel Comune di Trivignano Udinese, famoso per la produzione di vini eccellenti, tra cui spicca il marchio Doc “Friuli Aquileia”, nonché di piatti rustici, ma non per questo meno deliziosi, come la famosa zuppa di farro e fagioli che da tempo immemore scalda le pance (ed i cuori) dei suoi abitanti.
Tuttavia, la vera unicità di questo borgo le cui origini, secondo alcuni reperti rinvenuti nei pressi della Chiesa di San Marco, risalgono all’epoca romana, sono le tipiche abitazioni in pietra di origine medievale che ne caratterizzano il centro storico. Questi edifici, costruiti in seguito alla distruzione causata dalle orde saracene giunte nel borgo nel 1477, sono stretti gli uni agli altri fino a formare una vera e propria cinta difensiva che si sviluppa da nord a sud della città, che testimoniano come questo borgo avesse un ruolo di primo piano all’interno dell’ordinamento politico e amministrativo del territorio.
Tra le abitazioni meglio conservate non possiamo non menzionare Casa Gardellini e Casa Beltramini, con la sua pittoresca corte interna, così come Casa Tonutti Campagnolo, che ancora oggi conserva un magnifico affresco Seicentesco raffigurante una Madonna con Bambino fra due Santi, e Casa Palladini Piani, al cui interno possiamo ammirare un esempio di tipico focolare friulano, il fogolâr, che si si conclude con un elegante camino dalle forme venete. Da non perdere anche la Chiesa di San Giorgio Martire, una piccola perla risalente al periodo alto-medievale, nota per il ricco patrimonio artistico conservato al suo interno, che include tele eseguite dal carnico Osvaldo Gortanutti.
Clauiano è un luogo dove il tempo sembra essere ancora fermo ad un’epoca lontana, fatta di antiche storie raccontate davanti al focolare, antichi lavori manuali tramandati di generazione in generazione, e prodotti eno-gastronomici freschi e genuini.
Il borgo di Cordovado
A meno di 45 minuti da Clauiano troviamo il pittoresco paesino medievale di Cordovado, dal 2004 inserito nella lista dei borghi più belli del Friuli e noto per il suo ricco patrimonio storico e architettonico, che fa da cartina tornasole ai principali cambiamenti e alle diverse epoche attraversate dalla gente che lo abita, calorosa, ospitale e sempre pronta ad accompagnare i visitatori alla scoperta delle meraviglie custodite negli angoli più o meno nascosti del borgo.
Tra i principali punti di interesse troviamo il Castello di Cordovado, una fortezza medievale costruita nel X secolo a dominare il borgo, da cui godere di una vista panoramica mozzafiato sul suo cuore pulsante e sul meraviglioso territorio agreste che lo ospita, così come la Chiesa di San Nicolò, impreziosita con affreschi e opere d’arte risalenti al tardo medioevo, e gli antichi edifici nobiliari di Palazzo Morassutti e Palazzo Suttovico, che ancora oggi si ergono nel centro del borgo a testimonianza della sua ricchezza e ruolo politico passato.
Ma non è tutto: Cordovado sorge in una zona dall’alto valore naturalistico, che trova la sua massima espressione nell’elemento dell’acqua. Moltissime sono, infatti, le rogge e le risorgive che impreziosiscono la campagna circostante, le cui acque vengono incanalate in ben 23 fontanelle pubbliche, sparse per le vie più caratteristiche del borgo, presso cui trovare un po’ di refrigerio nelle calde giornate estive e che rendono il borgo una meta ideale durante tutto l’anno.
Il borgo di Fagagna
Torniamo in provincia di Udine con il borgo di Fagagna, un tempo antico insediamento romano e poi caposaldo dei Patriarchi di Aquileia che, intorno all’anno Mille, suddivisero il territorio in feudi d’Abitanza affidati a piccoli proprietari terrieri. Le casette di questi feudatari formarono il primo nucleo del borgo, che ancora oggi è visibile nel grande appezzamento di terreno adiacente l’antico Castello di Fagnana, ora caduto in rovina. Salendo sul colle che ospita quello che rimane del maniero, si può ammirare un’affascinante vista incantevole sulla campagna circostante, un tempo ricoperta da fitti boschi di faggi – in latino fagus – che, secondo alcuni, hanno dato il nome al villaggio di Fagnana.
Menzione d’onore va anche al Museo della vita contadina, ospitato in Cjase Cocèl, una tipica dimora friulana del XVII secolo, al cui interno sono stati ricreati non solo gli ambienti tipici di un’antica dimora friulana, dalla cucina con il fogolâr alla camera da letto e al granaio, ma anche gli odori che li caratterizzavano, permettendoci di viaggiare indietro nel tempo ad un’epoca che ancora influenza i costumi e la tradizione enogastronomica locale.
Tra i piatti tipici del borgo troviamo infatti ricette che “povere” ma ricche di sapore, come brovada e muset (rape bianche inacidite e cotechino), verze e salsicce, polenta e pestât (lardo con verdure e aromi), spesso usato per accompagnare il brasato o la tipica minestra contadina di fagioli.
Il borgo di Gradisca d’Isonzo
Gradisca d’Isonzo è una piccola cittadina fortificata costruita dai veneziani durante il XV secolo sulla riva destra del fiume Isonzo come protezione contro le invasioni dei Turchi, ma oggi amata per l’architettura barocca che ammorbidisce le facciate degli edifici del centro. Una testimonianza degli oltre quattro secoli di dominazione asburgica che hanno influenzato non solo lo stile architettonico, ma anche la cultura e la tradizione enogastronomica di questa piccola cittadina che rientra oggi a pieno titolo tra i borghi più belli del Friuli.
Tra i piatti tipici del luogo troviamo prelibatezze come la jota, una zuppa tradizionale a base di fagioli, crauti e pancetta affumicata, la brovada, a base di rape rosse fermentate, solitamente servite con salsiccia di maiale, e la gubana, un dolce tradizionale friulano a base di pasta lievitata, ripieno di noci, uvetta e pinoli, piatti in cui sono forti le influenze di una dominazione est-europea non poi così tanto lontana, né in senso temporale né geografico.
Per quanto riguarda i punti di interesse da non perdere durante la nostra visita al borgo, spiccano la Loggia dei mercanti, costruita inizialmente come luogo di ritrovo della nobiltà locale e divenuta presto punto di riferimento della ricca classe di mercante che ha contribuito alla crescita e all’antico splendore del borgo, e l’imponente palazzo del Monte di Pietà, la cui facciata presenta eleganti elementi barocchi, come il baldacchino che ospita la statua della Pietà che dà il nome all’edificio.
Il borgo di Palmanova
Originariamente costruita per difendere il territorio friulano contro gli attacchi dei Turchi e le mire espansionistiche degli Asburgo, la città fortificata di Palmanova è ancora da annoverare tra le migliori espressioni dell’architettura militare veneziana, i cui principi teorici sono infatti chiaramente visibili sia nella pianta a stella della fortezza, con nove punte tutte uguali: una celebrazione di perfezione e simmetria visibili nella struttura radiale dell’impianto urbanistico, con al centro la sontuosa Piazza d’Armi. Un esempio di “città ideale” che ha trovato fedele trasposizione nella realtà e che ha contribuito a far inserire Palmanova non solo nella lista dei borghi più belli d’Italia, ma anche tra i luoghi Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Come se questo già non bastasse, a contribuire al fascino di questo borgo sono anche le diverse manifestazioni folkloristiche e rievocazioni storiche che ne colorano le strade, tra cui la più famosa è certamente la Palma alle Armi. Generalmente organizzata durante il primo weekend di settembre, questa manifestazione vanta il più alto numero di partecipanti in abito storico d’Italia, impegnati nella rievocazione della Guerra Gradiscana, un conflitto che vide contrapporsi, tra il 1615 e 1617, la Repubblica di Venezia e l’Arciducato d’Austria.
Il borgo di Poffabro
Annoverato dal 2022 tra i borghi più belli d’Italia, il villaggio contadino di Poffabro – una piccola frazione del Comune di Frisanco – in provincia di Pordenone, ammalia i suoi visitatori con la semplicità ed autenticità delle sue abitazioni tipiche, un tripudio di pietra calcarea grezza, lavorata a mano, a cui fanno da contrasto i tipici ballatoi in legno e le scalinate tortuose un tempo utilizzate per salire ai piani superiori. Un’architettura che richiama la forma e la sostanza delle Prealpi carniche che svettano sullo sfondo, e che si fonde in maniera armonica con i verdissimi prati e boschi che incorniciano questo borgo incantato.
Ma forse quello che ha reso Poffabro uno dei borghi più noti e visitati del Friuli sono i presepi che da oltre venticinque anni impreziosiscono ballatoi, corti interne e taverne durante il periodo natalizio. Un tripudio di luci, colori e melodie da cui è molto difficile non lasciarsi conquistare e che ogni anno attrae migliaia di visitatori da tutta Italia – ed Europa – contribuendo alla popolarità di un borgo che vale certamente la pena visitare durante tutto l’anno, anche fosse soltanto per qualche ora di pura tranquillità, pace e silenzio.
Il borgo di Polcenigo
Poco più di 3.000 abitanti per quello che è considerato da molti come il borgo delle acque fresche e dei ritmi lenti. Polcenigo sorge, infatti, in un territorio ricchissimo di sorgenti e corsi d’acqua che meritano di essere scoperti in modo lento ed intenzionale, rispettando e onorando i ritmi della natura e dei suoi abitanti.
Che la natura sia la vera e propria protagonista di questo borgo è evidente anche per la presenza dell’unico esempio di parco rurale e naturale della Penisola, il Parco rurale di San Floriano, che si estende per più di 40 ettari a poca distanza dal Paese, e popolato da un’incredibile varietà di specie animali e vegetali.
Non da meno è anche il centro cittadino, dominato dall’imponente Cittadella, un tempo un castello strategico, trasformato poi nel XVII in seguito ad un incendio in una villa veneta dall’architetto veneziano Matteo Lucchesi. A testimonianza dello splendore passato del borgo sono anche le mura perimetrali e ciò che rimane della chiesa di San Pietro, nonché la piazza centrale, dove i polcenighesi amano ritrovarsi all’ombra di palazzi storici quali il Fullini e lo Scolari-Salice.
Il borgo di Sesto al Reghena
Noto anche come il Borgo degli Abati, per via della vasta presenza di strutture monastiche sul territorio, Sesto Reghena è un luogo in grado di coniugare in maniera armonica spiritualità, natura e buona cucina (assolutamente da provare sono i bussolà, biscotti friabili e profumatissimi a base di farina, uova e burro, la cui ricetta viene tramandata di generazione in generazione da secoli) e che lo fanno rientrare a pieno diritto tra i borghi più belli d’Italia.
Tra le abbazie più importanti possiamo annoverare quella di Santa Maria di Sesto, conosciuta un tempo anche come “in Sylvis”, selva in latino, per via della fitta foresta che la circondava ancora oggi una delle più importanti istituzioni monastiche della regione, accessibile accede passando sotto la rinascimentale torre Grimani.
Poco distante, sul lato est della piazza principale del borgo, piazza Castello, troviamo anche il Palazzo degli Abati, il cui ingresso è preceduto da una piccola loggia finemente affrescata da cui possiamo arrivare alla scala balaustrata che sale fino all’ampio salone, un tempo ospitante i canti notturni dei monaci ed oggi utilizzato per concerti ed altre manifestazioni culturali.
Per concludere la gita al borgo, imperdibile è una visita all’antico mulino di Stalis, posto sul confine tra Veneto e Friuli, e alla fontana di Venchieredo, citata dal patriota Ippolito Nievo nella sua celebre opera Le confessioni di un italiano.
Il borgo di Toppo

Situato a meno 40 km dalla città di Pordenone, nella parte sud-occidentale della regione, il borgo di Toppo è un luogo che, senza troppi fronzoli o sovrastrutture, riesce a conquistare i suoi visitatori grazie alla sua semplicità ed autenticità, che traspaiono sia negli edifici storici del centro – molti dei quali realizzata in pietra, come il famoso Borgo Martins – che nella cultura gastronomica locale, fatta di prodotti poveri ma gustosi. Tra le prelibatezze culinarie di Toppo spiccano, infatti, il formaggio salato della Val Cosa, fatto “maturare” in una salamoia realizzata con acqua, sale, latte e panna e conservato poi in tini di larice che gli conferiscono quel sapore rustico che ben si sposa con la frittata tipica del luogo. Oltre al formaggio, il borgo offre anche i piatti tradizionali friulani, come il frico, il salame con l’aceto, e il cotechino con le rape, anche noto come brovada e muset.
Per una visita ottimale del borgo, è utile considerare che questo si compone di due nuclei distinti, Masi di Toppo e Borgata di Pino, separati soltanto dalle acque del rio Gleria, ognuno con caratteristiche stilistiche e architettoniche ed anime distinte, che generalmente emergono solo con una visita approfondita e “consapevole” di questo luogo.
Il borgo di Venzone
Per concludere la nostra carrellata dei 10 borghi più belli del Friuli, non possiamo non parlare di Venzone, eletto Borgo dei Borghi nel 2017 in quanto esempio di resilienza e di rinascita. Il borgo è, infatti, stato completamente distrutto dai terremoti del maggio e settembre 1976, e poi fedelmente ricostruito dalla popolazione locale. Una manifestazione di tenacia e rispetto per un borgo da sempre considerato come uno dei più belli della regione, che è stata ripagata con l’affetto e la gratitudine dimostrata da tutti coloro che oggi hanno ancora la possibilità di visitare questo antichissimo centro medievale.
Il Duomo romanico-gotico che domina il centro cittadino risale al XIV secolo, mentre la doppia cinta muraria che lo circonda è datata al secolo precedente. Ma la storia di Venzone comincia ben prima: grazie alla sua posizione chiave all’interno delle rotte commerciali che portavano a nord, il borgo era già conosciuto durante l’epoca dei Celti (500 a.C.) e, poco dopo, divenne una nota posizione di controllo romana (statio) lungo il percorso della via Julia Augusta.
Come sempre, non possiamo concludere la presentazione di uno dei borghi più belli del Friuli senza parlare dei prelibati prodotti della tradizione enogastronomica locale: tra questi troviamo sia prodotti caseari quali yogurt e formaggi freschi, spesso utilizzati per accompagnare il famoso frico friulano, ma anche i famosi “biscotti di miglio”, semplici ed amati sia da grandi e piccini, questi dolcetti sono ancora oggi prodotti seguendo una ricetta antica di secoli che prevede l’utilizzo di farina di miglio, mandorle e frutta secca.