La Sila è un luogo davvero magico, con i suoi  fitti boschi e le foreste miste di aghifoglie e latifoglie, gli altopiani e i laghi di origine glaciale, senza dimenticare le meravigliose cime da cui si possono scorgere, nelle giornate più limpide, l’Aspromonte, il Massiccio del Pollino, il Mar Tirreno e lo Ionio, la piana di Sibari, quella di Sant’Eufemia e di Gioia Tauro, fino alla  Sicilia, all’Etna e alle isole Eolie. Insomma, una bellezza naturale che non ha eguali e che offre agli appassionati degli sport outdoor molteplici per immergersi nella natura incontaminata e ammirare paesaggi mozzafiato. Ma visitare questo magnifico angolo d’Italia, significa anche scoprire i suoi suggestivi borghi, luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni che vale la pena esplorare per vivere un’esperienza autentica e gustare la cucina tipica della zona, tra funghi porcini , prodotti IGP ed eccellenze DOP.

Quali sono i borghi più belli della Sila?

Immagina di camminare tra gli alberi secolari, respirare l’aria fresca e godere della tranquillità della natura.
È come se entrassi in un mondo incantato, dove la meravigliosa bellezza della terra si fonde con un’atmosfera di pace e serenità, capace di rigenerare il corpo e lo spirito. Se pensi che questo luogo esista solo nelle favole, allora non conosci la Sila, il vasto altopiano dell’Appennino calabro, un posto che unisce passato e presente, natura e tradizioni, autenticità e ospitalità.

Se vuoi apprezzare a pieno tutto ciò, il modo migliore per farlo è visitando i borghi della Sila, gioielli incastonati tra montagne e boschi che custodiscono una ricca storia e ti permettono di riscoprire il fascino della vita semplice e lenta.

Passeggiando tra le strade acciottolate, le case di pietra e le chiese storiche che caratterizzano questi borghi, ti sembrerà di fare un viaggio nel tempo, in una dimensione dove tutto ha ancora il  gusto della genuinità e neanche un dettaglio è stato alterato dalla frenesia della vita moderna. Qui inoltre puoi entrare in contatto con la calorosa accoglienza della gente locale, sempre pronta a raccontarti le sue storie e a farti assaporare piatti tipici che ti faranno innamorare di questa terra ancora di più.

Insomma, esplorare i borghi della Sila ti permette di immergerti fino in fondo nella cultura di questa zona della regione e apprezzarne l’eredità storica e le bellezza naturalistiche.
Se poi sei un amante delle attività all’aria aperta, i borghi della Sila sono il punto di partenza ideale per escursioni a piedi o in bici tra sentieri panoramici e paesaggi mozzafiato.
Ad esempio, se ami le due ruote e ogni scusa è buona per pedalare, non puoi perdere l’occasione di percorrere la bella pista ciclabile della Sila, un itinerario che fa parte del più ampio progetto della Ciclovia dei Parchi della Calabria.

A questo punto, dopo aver viaggiato tra le strade dei borghi d’Italia più belli della Calabria, non ci resta che partire alla scoperta dei luoghi più suggestivi della Sila che devi assolutamente visitare almeno una volta nella vita per apprezzarne la bellezza e la magia che li caratterizza.

Borgo di Bianchi

I borghi più belli della Sila: Bianchi

Il nostro itinerario attraverso i borghi più belli della Sila inizia da Bianchi, un piccolo comune comune che si sviluppa ai piedi dell’altopiano della Sila ed è situato tra la provincia di Cosenza e quella di Catanzaro.
Il toponimo, secondo l’ipotesi più accreditata, risale alla famiglia Bianco, una delle prime a insediarsi in questo territorio, proveniente dal vicino centro di Scigliano dopo la repressione degli ordini eretici, all’epoca della Controriforma. In seguito, ai Bianco, si aggiunsero famiglie di contadini e pastori che si stabilirono intorno ai palazzi dei cittadini benestanti, creando così nuovi villaggi.
Ciò ha portato ad avere in ogni frazione del comune di Bianchi una chiesa con un santo patrono e tra gli edifici che vale la pena visitare ci sono sicuramente la Chiesa parrocchiale di san Giacomo Apostolo, con facciata a capanna ad ali ribassate e torre campanaria sul lato destro, la Chiesa di Sant’Anna, al cui interno è custodito un organo a mantice di notevole pregio artistico, e la Chiesa di Serra Piro, la più antica di Bianchi, dov’è conservato un altare ligneo del Seicento. Altre chiese degne di nota sono quelle della Madonna del Carmine nella frazione Palinudo e quella della Madonna Addolorata nella frazione Censo. E se l’arte e l’architettura non ti bastano e vuoi immergerti ancora di più nella storia di questo delizioso comune e dell’Italia in senso più ampio, allora devi assolutamente visitare il Museo delle Pergamene, dedicato a Luigi Elvio Accattatis, donatore dell’ingente patrimonio documentale che ha permesso la nascita di questa istituzione e autore, tra gli altri, del vocabolario dialettale calabrese.
Ma il borgo di Bianchi è anche la destinazione ideale per gli amanti di vini, insaccati, formaggi ed erbe aromatiche, come il profumatissimo origano di cui si largo uso nella tradizione culinaria di questo luogo. E prima di partire, ricorda di acquistare una bottiglia di Amaro Silano, il più antico amaro della Calabria, un souvenir perfetto per portare a casa un pezzo della storia e dei sapori della Sila.

Borgo di Colosimi

I borghi più belli della Sila: Colosimi
Source: comune.colosimi.cs.it

Colosimi è un piccolo borgo montano situato a 870 metri di quota tra l’alta valle del Savuto e la Sila, con un territorio coperto da boschi, in particolare castagneti.
Le origini del toponimo sono legate al cognome calabro Colosimo, molto diffuso nella zona e, secondo gli studiosi, il nome della cittadina deriverebbe dal greco kalosmos, ossia “profumato”. La storia del borgo è in parte legata a quella del comune di Bianchi: fino al 1820, infatti, al comune di Colosimi appartenevano i territori del paese in provincia di Catanzaro, divenuto autonomo proprio in quell’anno.
Ci troviamo in un territorio ad alta vocazione agricola nonché nell’area di produzione della Patata della Sila IGP, uno dei più importanti prodotti agroalimentari tradizionali calabresi, particolarmente amato anche oltre i confini nazionali. Ma le ricchezze di Colosimi non finiscono qui.
Dal punto di vista architettonico e artistico, vanno sicuramente citate la Chiesa di Maria SS. Assunta, che si trova al centro del borgo e fu costruita alla fine del XVIII secolo, la Chiesa della Madonna di Loreto, situata nel rione Ischi, riconosciuto come il più antico di Colosimi, eretta nel XVII secolo e successivamente dichiarata Monumento Nazionale, e l’ex chiesa dedicata all’Assunta, ristrutturata negli anni Ottanta e ribattezzata con il nome di salone San Francesco, che oggi viene utilizzata come luogo di incontro per riunioni, feste e animazione parrocchiale tra i giovani.
Oltre alla già citata Patata della Sila, tra i prodotti tipici del territorio che devi assolutamente provare ci sono le castagne, coltivate nelle varietà riggiola, curcia e ruvillese, le noci, i particolari salumi dal sapore intenso e, infine, la salsa di peperone.

Borgo di San Giovanni in Fiore

I borghi più belli della Sila: San Giovanni in Fiore

Ci spostiamo nel centro montano più grande della Calabria nonché nel secondo più esteso della regione, il cui territorio ricade non solo nell’area di produzione della Patata della Sila IGP, ma anche in quello del Pecorino Crotonese e del Caciocavallo Silano, due eccellenze del nostro Paese che sono state riconosciute come prodotti DOP.
La nascita di San Giovanni in Fiore, che è anche il centro più popoloso della Sila Grande, risale al XII secolo, quando venne fondata da Gioacchino da Fiore l’Abbazia Florense.
Nel suo centro storico, come potrai notare mentre passeggi tra le sue vie, si trovano un gran numero di chiese, palazzi nobiliari e monumenti fra i quali il simbolo della città, l’Arco Normanno. Inoltre, nel vasto territorio del borgo ricadono, in parte, due grandi laghi calabresi, l’Arvo e l’Ampollino, e le note località turistiche di Carlo MagnoLorica, quest’ultima famosa per le presenza di impianti sciistici e le piste di sci di fondo e di discesa.
Tra le attrazioni turistiche più importanti e da non perdere ti segnaliamo le chiese di San Giovanni in Fiore, in particolare l’Abbazia Florense, con annessa Chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, uno dei più grandi edifici religiosi della Calabria, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie o Chiesa Matrice, risalente al 1576 circa, e la piccola Chiesa dell’Annunziata, edificata nel 1653.
Nel comune è presente anche il sito archeologico di Iure Vetere, luogo dove venne edificata la prima fondazione florense dall’abate Gioacchino da Fiore. Nel borgo trovi anche il Monumento ai caduti di Monongah che commemora il disastro di Monongah, avvenuto il 6 dicembre 1907 nella miniera di Monongah, nella Virginia Occidentale, che causò la morte di circa un terzo dei tremila abitanti della città, di cui 171 italiani. Di questi, una quarantina erano originari della Calabria e di San Giovanni in Fiore.
Anche in questo caso non possiamo non citare i prodotti tipici che caratterizzano la cucina del borgo e che hanno un ruolo fondamentale nella tradizione enogastronomica della Sila: dalla già Patata della Sila IGP ai rinomati formaggi, passando per i funghi, presenti in molte pietanze e conservati anche sott’olio, come melanzanezucchine e pomodori secchi e altri prodotti dell’orto, e fino alla salsiccia calabrese, la soppressata e il capicollo.

Borgo di Parenti

I borghi più belli della Sila: Parenti
Source: cittadellapatata.it/comune-di-parenti

Il bel borgo silano di Parenti, situato a 798 metri di quota sul livello del mare e circondato da una lussureggiante vegetazione composta principalmente da castagni e querce dell’alta valle del Savuto, è attraversato dal fiume Savuto e il suo territorio ricade nell’area di produzione della Patata della Sila IGP.
Gli edifici più rappresentativi del borgo sono concentrati nel centro storico, quindi non devi fare altro che passeggiare tra le sue viuzze per scoprire quali sono i monumenti principali. Tra questi troviamo il palazzo feudatario di Luigi Ricciulli a nord, il palazzo di Stefano Ricciulli a sud – oggi sede del Municipio -, la Chiesa della Madonna del Carmine a sud-sud-est e la Cappella di San Pasquale a ovest. La chiesa, in particolare, risale ai primi del 1700 ed è caratterizzata da una elegante facciata e tre portali d’ingresso, oltre a una grande bifora sovrastata dall’immagine della Madonna circondata da dodici stelle. Sul portale della Cappella di San Pasquale, invece, vedrai un’epigrafe marmorea, che conferma la giovane età del monumento, rispetto agli altri edifici, considerato quello più recente del paese dopo il monumento dei Caduti in guerra che si trova in largo Caduti di Nassirya e fu inaugurato il 13 novembre 1924 a ricordo dei militari morti e dispersi nel primo conflitto mondiale.
Passando a più allegri argomenti, le delizie gastronomiche da gustare sono i piatti a base di patate, funghi e castagne, veri e propri protagonisti della cucina di Parenti.

Borgo di Longobucco

I borghi più belli della Sila: Longobucco

Il quarto comune più esteso della Calabria, situato in una vallata della Sila Greca, percorsa dal fiume Trionto, deve il suo nome al latino longa bucca, ossia “lunga concavità”, che a sua volta si riferisce al nome del torrente Macrocioli, dal greco bizantino makrokoilos, che significa “lunga cavità”.
Nel territorio di Longobucco sorge, immersa nei boschi della Sila, la località Fossiata, in prossimità del lago Cecita, massimo bacino dell’altopiano silano. Ma non è tutto: nella frazione di Cava di Melis è stato avviato un progetto che ha dato origine a quello che oggi è riconosciuto come il Vigneto più alto d’Europa, dove si coltivano uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Pinot bianco e Chardonnay. Si tratta di un vero e proprio esempio di “Viticoltura Eroica” dove i vitigni resistono ai lunghi inverni della montagna silana con temperature che a volte arrivano anche a – 20 °C.
Tra i borghi nel Parco della Sila, quello di Longobucco è sicuramente uno dei più interessanti dal punto di vista del turismo naturalistico, grazie ai fitti boschi e alle sue  montagne incontaminate che ospitano una biodiversità incredibile e ti offrono la possibilità di fare lunghe passeggiate a contatto con la natura.
Anche questo borgo dicade nell’area di produzione della Patata della Sila IGP e del Caciocavallo Silano DOP, eccellenze regionali dell’altopiano della Sila, amate tanto in Italia quanto all’estero.
Tra le attrazioni da non perdere troviamo il Santuario di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Domenico e quella di Santa Maria Maddalena. Merita una visita anche il Museo dell’artigianato silano e della difesa del suolo, ospitato nell’ex convento dei Frati Francescani minori e custode della storia del territorio della Sila e della sua popolazione. Si tratta di un luogo dove puoi scoprire le tradizioni e la cultura dell’altopiano silano, con particolare attenzione alle tematiche connesse all’artigianato locale, come la lavorazione dei tessuti, quella dei metalli e l’oreficeria, la lavorazione del legno e della pietra, e la difesa dell’ambiente.
Sul fronte delle specialità culinarie, non puoi certo lasciare il borgo senza prima aver assaggiato il sacchetto di Longobucco, un insaccato della tradizione preparato con carne di suino nero calabrese.

Borgo di Spezzano della Sila

I borghi più belli della Sila: Spezzano della Sila
Source: comune.spezzanodellasila.cs.it

Spezzano della Sila è un borgo della situato in posizione panoramica a 800 metri di quota sul livello del mare, alle porte della Sila Grande e a est di Cosenza, immerso in un paesaggio naturalistico di grande fascino e caratterizzato da boschi di castagno, conifere e faggi.
Le fonti storiche svelano che il primo centro abitato risale al IX secolo e fu fondato da un gruppo di profughi cosentini, scappati alle incursioni saracene. Qui il clima è caratterizzato da piogge abbondanti nel periodo autunnale e primaverile, inverni freddi ed estati mediamente calde, a causa della Catena Costiera che annulla quasi del tutto l’influenza del vicino Mar Tirreno.
Anche il territorio del borgo di Spezzano della Sila ricade nell’area di produzione della Patata della Sila DOP e del Caciocavallo Silano DOP.
Tra le attrazioni più rappresentative del borgo troviamo la Chiesa di San Biagio, con una facciata in stile neoclassico, che si narra sia stata costruita su una zona paludosa dove i primi abitanti trovarono un’effigie del santo, la Chiesa di San Pietro, che sorge nell’omonimo rione, e il Santuario di San Francesco da Paola, con l’annesso convento, cronologicamente la terza delle chiese costruite dal santo stesso. Proprio al Santo sono dedicate le festività note in tutta la Calabria per la grandezza e la durata delle celebrazioni, che ammontano a dieci giorni e si svolgono intorno alla terza domenica di settembre.
Per quanto riguarda le specialità gastronomiche, le tradizioni culinarie del borgo riflettono la sua origine contadina e le sue radici sono da ricercare nei piatti tipici di una cucina semplice ma saporita che utilizza prevalentemente ingredienti locali, come il caciocavallo, le carni di maiale, agnello, capretto e cinghiale, e i funghi, di cui la zona è particolarmente ricca, protagonisti della sagra Autunno in Sila.

Borgo di Rose

I borghi più belli della Sila: Rose
Source: Fernando Santopaolo / creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ – 4 Febbraio 2022

L’affascinante cittadina di Rose si affaccia sulla valle del Crati e il suo ampio territorio si estende dalla valle del fiume Crati fino a Varco San Mauro, a 1300 m sopra il livello del mare. Il territorio montano, inoltre, sopra i 900 m, è ricco di pinete e costituisce l’ambiente ideale per la produzione di funghi, tra le eccellenze del territorio, mentre sul resto del territorio prevale la coltivazione di fichi e la lavorazione di olio e vino, oltre alla raccolta delle castagne.
Il simbolo del borgo sono i bei prodotti dell’artigianato ligneo che ha sempre rappresentato il punto di forza della creatività rosetana e le cui testimonianze di ciò restano nelle chiese e nelle abitazioni.
Tra i luoghi e i monumenti imperdibili di Rose, ti segnaliamo in particolare la Chiesa Matrice, un edificio a tre navate eretto nel XIV secolo, con facciata in stile neoclassico e situato nell’area sovrastante piazza Gaetano Argento, la Chiesa della Madonna delle Grazie, risalente al XVIII secolo e al cui interno è custodito un abside in legno di pregevole fattura, e la Chiesa di Sant’Annunziata, che si trova nella parte bassa del centro abitato e presenta una facciata organizzata su tre livelli. Non si può non citare anche il Castello, che sorge nella parte alta di Rose, privo di torri e bastioni, la cui costruzione risale al XIII secolo.
Quello che di sicuro ti piacerà del borgo sono le numerose tradizioni contadine che si tramandano di generazione in generazione, e influenzano ancora oggi la cucina rosetana, sulla cui tavola regnano le verdure lesse, in particolare broccoli e cicorie. Prova anche l’ottima minestra chiamata “jevusu e patate” e non dimenticarti di assaggiare anche i maccheroni al sugo, la pasta cu ra muddrica (pasta con la mollica), salsicce e soppressate, le dolci cassateddre, ripiene di ricotta o marmellata di uva, e i golosi ‘mpigliolati, una sfoglia riempita con miele, noci e buccia di arance.

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