Borgo val di Taro è un gioiello dell’appennino italiano, che vanta uno scenario spettacolare, una deliziosa cucina locale e una serie di attività culturali.
Borgo val di Taro (noto anche come Borgotaro) è la località più rinomata dell’alta Val Taro nell’Appennino Parmense. In direzione sud-ovest da Parma, la Val Taro unisce a sé Emilia Romagna, Toscana e Liguria. Potete raggiungere questo bellissimo borgo passando per l’autostrada A1 e ricordate: se sull’autostrada trovate una coda dovuta ad un incidente, Telepass vi rimborsa il pedaggio con un cashback del 50%!
Tanti motivi per visitare Borgo val di Taro
Borgo val di Taro ha molto da offrire dal punto di vista culturale, naturalistico e gastronomico.
Le vie rigorosamente rettilinee del centro storico ospitano i resti dell’antico Castello di Borgo val di Taro. Accanto alle rovine, l’importante basilica romanica duecentesca di Sant’Antonino, che custodisce un organo funzionante, opera della prestigiosa famiglia di maestri organari dei Serassi. Il centro del borgo è ricco di palazzi storici: Palazzo Tardiani (già Ospedale Vecchio), Palazzo Manara, Palazzo Molinari, Palazzo del Pretorio (oggi Municipio), Palazzo Bertucci, Palazzo Picenardi, Palazzo Boveri e Palazzo Celi.
Merita sicuramente una visita la Chiesa di San Domenico del XV secolo, al cui interno potete ammirare la statua in legno intagliato della Madonna del Rosario, risalente al XVI secolo.
Nel 1714 Borgo val di Taro fu visitato da Elisabetta Farnese, Regina di Spagna, che risiedette nel Palazzo Boveri, il quale conserva ancora oggi i fregi e le decorazioni con cui fu abbellito all’epoca per accogliere la sovrana.
Tranquillità e semplicità si respirano nelle vie di un paese che trasuda storia, dai Romani alla Seconda Guerra Mondiale. Borgo val di Taro e l’alta Val Taro erano infatti zone strategiche per le truppe di occupazione, che avevano l’onere di difendere importanti vie di transito (come la ferrovia Parma-La Spezia, la statale 62 della Cisa e quella per Chiavari) dagli attacchi dei partigiani, in gran parte giovani del territorio.
Nel giugno-luglio 1944, la Resistenza affrancò Borgo val di Taro, Compiano, Bedonia, Albareto, Tornolo e altri piccoli comuni della zona dalla presenza nazifascista. La zona libera durò poco, con il rastrellamento Wallenstein II e quelli successivi dell’inverno 1944-45 che misero a repentaglio la presenza dei partigiani nella valle. La liberazione definitiva avvenne il 9 aprile 1945, prima dell’arrivo delle truppe alleate.
Il fungo porcino, il re della gastronomia
Il gustoso fungo porcino, marchiato IGP, è la pietra angolare della gastronomia che ha permesso a Borgo val di Taro di essere inserito nel circuito di CittaSlow. Lo si utilizza principalmente per risotti, per condimento nel sugo per polenta o tagliatelle, trifolato o fritto.
L’autunno è il periodo più denso, con tanti eventi a partire dalla Sagra del Porcino, che si svolge durante due weekend nel mese di settembre. Un appuntamento gastronomico ma anche culturale con eventi dedicati alla storia, alla cultura e all’anima della vallata, per un programma che ogni anno si arricchisce con concerti, mostre fotografiche e di antiquariato. A suggellare il legame tra cibo, tradizione e cultura, nel Museo delle Mura ha aperto i battenti il Museo del Fungo Porcino.
Tra le altre specialità gastronomiche di Borgotaro si ricordano il fungo prugnolo, prodotto primaverile dal profumo intenso che ben si sposa con i primi piatti, e la torta d’erbe, caratteristica torta salata con erbette.
Altre cose da fare a Borgo val di Taro
In primavera e in estate, il clima mite vi permetterà di fare passeggiate lungo sentieri e boschi, costeggiando limpidi torrenti ravvivati dalla tipica fauna dell’Appennino Parmense.
Il 16 luglio Borgo val di Taro festeggia Madonna del Carmine. Le feste patronali vantano un ricco programma annuale di eventi istituzionali, religiosi e di intrattenimento.
Tutti i lunedì mattina, nel centro storico del paese, ha luogo il Mercato Contadino, un’occasione unica per gustare i migliori prodotti tipici e biologici esclusivi dell’Appennino Parmense.
MutaMenti
Nato come un “semplice” progetto murales di rigenerazione dell’arte e cultura locali, il progetto MutaMenti è diventato un percorso museale a cielo aperto; una serie di pitture murali di artisti locali che, partendo dal centro storico, coinvolgono anche le frazioni e i quartieri di Borgo val di Taro.
Un percorso artistico e umano, con le immagini di grandi personaggi nati o vissuti a Borgotaro, facendo della propria vita un’opera d’arte, come il pianista Bruno Aragosti, il giornalista sportivo Bruno Raschi, l’esploratore Ermanno Stradelli, l’allenatore di calcio Eugenio Bersellini, il musicista Giorgio Gaslini, il “prete volante” Don Guido Anelli, protagonista della resistenza, l’attore di Hollywood James Gandolfini e il poeta e scrittore di tanghi, Amleto Vergiati, in arte Julian Centeya. O come Mario Tommasini, noto per il suo contributo alla chiusura dei manicomi in Italia, o Rosetta Solari, partigiana della Val Taro.
Storia, natura, buon cibo, arte storica e contemporanea. Borgo val di Taro vi aspetta per entrarvi nel cuore.