La Giunta di Roma Capitale ha approvato una Memoria relativa alla sperimentazione del bus a idrogeno. Tale documento si inserisce nella strategia di rinnovamento della flotta capitolina, gestita dalla municipalizzata Atac.
L’idea di fondo della Memoria è quella di dare mandato al Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma per partecipare a progetti relativi alla mobilità sostenibile. Finanziamenti europei, nazionali o regionali e partnership con soggetti pubblici o privati sono le opzioni al vaglio per installare e gestire bus a idrogeno nella Capitale.
I primi passi della sperimentazione, in collaborazione con Atac, prevedono:
- Acquisto di 30 vetture da destinare al progetto;
- Realizzazione nella rimessa di Acilia (Municipio X) degli elettrolizzatori.
Il processo, una volta a regime, dovrebbe prevedere la produzione in autonomia dell’idrogeno verde e la possibilità di sfruttare i rifiuti della produzione in un processo circolare e virtuoso.
Come funziona il bus a idrogeno?
L’idrogeno come combustibile non si trova naturalmente, ma deve essere prodotto e per farlo serve energia. Attualmente il metodo più ecologico per la produzione di idrogeno è il sistema dell’elettrolisi: la scissione dell’acqua nei suoi elementi di base (ossigeno e idrogeno).
Quando è usato come combustibile, l’idrogeno è stoccato in apposite bombole che alimentano le Fuel Cell, ovvero le celle a combustibile del motore elettrico da trazione.
Auto e bus a idrogeno: vantaggi e sfide
I vantaggi dell’uso dell’idrogeno come carburante alternativo sono l’autonomia del veicolo e la velocità di ricarica. Due fattori che rendono l’idrogeno più competitivo rispetto alla batteria elettrica.
Lo svantaggio più evidente è che per immagazzinare l’idrogeno serve un’elevata pressione e un procedimento dispendioso dal punto di vista del consumo energetico.
Ed è su questo piano che si gioca la partita dell’idrogeno come alternativa rispetto alla mobilità elettrica tradizionale.
Mobilità elettrica e idrogeno: il binomio del futuro?
La Memoria della Giunta di Roma Capitale segna un ulteriore passo verso la mobilità sostenibile sul territorio, programma nel quale rientrano anche il bike sharing e il noleggio monopattini elettrici.
Alcune città come Bolzano hanno già messo in atto il servizio, mentre altre come Bologna si preparano a farlo. La scelta delle amministrazioni locali indica come l’idrogeno sia al centro di studi e di sperimentazioni sul campo.
Sperimentazioni che serviranno anche a capire qual è la strada da percorrere: se l’idrogeno sarà un combustibile autonomo, oppure un alimentatore delle celle a combustibile di supporto alla batteria elettrica dei veicoli per aumentare la loro autonomia.
In ogni caso, dovrà essere tenuta presente la questione sostenibilità: ridurre le emissioni durante la guida è solo una parte della sfida, l’altra è ridurre il consumo di energia nella produzione.