La necessità di ridurre l’inquinamento ed il costo elevato del carburante hanno portato ad un incremento della condivisione di viaggi in auto tramite i servizi di car sharing e car pooling. Si tratta di nuove forme di mobilità condivisa che stanno esponenzialmente prendendo piede sia in ambito urbano che extraurbano, piacciono all’ambiente e contengono i costi di viaggio. Ecco nel dettaglio cosa sono, quali sono le differenze e come è possibile usufruire di questi servizi.
Grazie al contributo delle amministrazioni comunali, alle nuove normative italiane ed europee a incentivo della sostenibilità e alla sensibilità ambientale di cittadini e automobilisti, in Italia si sta delineando sempre più un panorama rivolto a una mobilità sostenibile – soprattutto elettrica –, comoda e che punta al risparmio.
Da qualche anno, infatti, le principali città italiane hanno implementato servizi di mobilità e micromobilità urbana in sharing, che contano postazioni di noleggio monopattini, auto, biciclette e scooter elettrici allo scopo di ridurre il traffico e le emissioni inquinanti. Anche cittadini e turisti sono stimolati all’utilizzo di questi servizi, invitati dalle proprie città ad un uso più consapevole e sostenibile di mezzi di trasporto smart tramite campagne di comunicazioni efficienti e mirate.
Questo, dunque, vale per il panorama di sharing cittadino. Ma le aziende e i privati che sono proprietari di automobili come contribuiscono, a loro volta, a ottimizzare i costi di viaggio e ridurre le emissioni? È con questo fine che si è sviluppata, di recente, l’idea di rendere i servizi di car pooling e car sharing fruibili a tutti a livello nazionale.
Car pooling e car sharing sono due termini scaturiti dalla cosiddetta New Economy, la nuova economia del XX secolo caratterizzata dalle rapide innovazioni sociali e tecnologiche di cui siamo testimoni e che trovano la loro più diffusa espressione in inglesismi, a volte ostici da comprendere. Si tratta di due termini differenti che delineano un’innovativa concezione di mobilità riguardante gli autoveicoli posseduti da aziende e privati, anche non elettrici. L’obiettivo? Contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, della viabilità e del portafogli.
Ma vediamo subito nello specifico cosa sono il car sharing e il car pooling, in cosa si differenziano e come si può usufruire di questi comodi servizi per viaggiare all’interno della città oppure fare tragitti più lunghi.
Car pooling: la condivisione comoda e sostenibile di un’auto privata
Il termine pool è inglese e significa letteralmente “insieme delle risorse”. Il car pooling è quindi la condivisione di un’automobile privata – elettrica o a carburante – tra un gruppo di persone per percorrere tragitti brevi o lunghi. Il termine corrispondente italiano, anche se poco utilizzato, è covetturaggio.
Come funziona il car pooling? È presto detto: i passeggeri e l’autista, che è il proprietario dell’auto, percorrono insieme lo stesso tratto di strada e dividono i costi di carburante e gli eventuali pedaggi. Il car pooling è nato soprattutto negli ambienti lavorativi, con il diffondersi dell’abitudine di condividere le proprie auto quotidianamente con colleghi durante il tragitto il tratto casa-ufficio, oppure tra conoscenti. Con l’avvento di Internet e la creazione di nuove piattaforme di mobilità, adesso il car pooling è a tutti gli effetti una forma di trasporto sostenibile conosciuta universalmente – non solo in Italia, ma anche in Europa e in America – ed estesa a chiunque voglia usufruirne.
Grazie alle varie piattaforme online che danno a tutti la possibilità di utilizzare il servizio di car pooling, ognuno può procedere alla registrazione online e prenotare un tragitto. Le piattaforme di car pooling più note in Italia sono BlaBlaCar, UberPool e Zago, ma ce ne sono tante altre.
Come funziona il servizio online di car pooling?
A seguito della registrazione su una delle varie piattaforme online, l’utente individua l’auto che desidera prenotare immettendo la zona, il giorno e l’orario desiderato nel campo della ricerca. La piattaforma indicherà quali sono le vetture disponibili ad effettuare il tragitto richiesto, e l’utente potrà selezionare quella che preferisce in base anche alle recensioni rilasciate da altri viaggiatori.
Le persone che offrono il servizio di car pooling, ricordiamo, sono privati che mettono a disposizione la propria auto per condividere le spese di viaggio. Non sono autisti né tassisti e non hanno una licenza apposita; quindi, non si tratta di una professione riconosciuta.
Il passo successivo per l’utente è semplicemente quello di presentarsi nel luogo di partenza stabilito all’orario concordato, dividendo i costi con il conducente e gli altri passeggeri una volta terminato il viaggio.
Car sharing: il noleggio temporaneo di un’auto
Car sharing è il termine inglese utilizzato per designare un’auto in condivisione ed è un altro modo sostenibile di condividere un’automobile. Rispetto al car pooling, in questo caso si tratta di un noleggio vero e proprio per tragitti urbani o extra-urbani.
Il proprietario dell’auto, che sia un’agenzia o un ente pubblico, cede la vettura a noleggio per un breve periodo di tempo a fronte di un corrispettivo. Quindi, al contrario del car pooling, non si tratta di condividere un’auto privata con più persone per effettuare lo stesso tragitto, bensì di mettere a disposizione la propria auto a un’altra persona che viaggia da sola.
Nel car sharing l’auto diventa quindi un mezzo non condiviso con il proprietario dell’auto e non viene più considerato uno strumento di proprietà, ma un servizio da offrire al bisogno. Anche in questo caso il fenomeno si è affermato inizialmente in ambito aziendale: i mezzi di proprietà delle imprese venivano utilizzati dai dipendenti, ma in questo caso non era contemplato il pagamento del noleggio perché i dipendenti usufruivano della vettura per portare avanti gli interessi dell’azienda stessa.
Sulla scia delle abitudini aziendali, il car sharing si è poi elevato a livello pubblico con l’installazione di apposite stazioni di noleggio nelle principali città italiane. In questo modo le amministrazioni hanno dato il loro notevole contributo a livello di sostenibilità, in quanto permettono a più persone di utilizzare gli stessi mezzi, riducendo sia le emissioni, sia il numero dei veicoli su strada. Inoltre, noleggiando l’auto solo nel momento del bisogno, gli utenti non devono preoccuparsi di pagare bollo, manutenzione e altre spese vive.
La persona che noleggia un’auto tramite il servizio di car sharing è tenuta a restituire il mezzo in accordo ai termini di contratto, secondo il quale è responsabile anche di eventuali danni. Per questo motivo, nel prezzo del noleggio è compreso anche il costo dell’assicurazione, che non è invece compreso nel servizio di car pooling in quanto rimane a carico esclusivo del proprietario.
Il car sharing si divide in due diverse tipologie di prenotazione:
- Station based, quando l’auto in sharing si noleggia e si rilascia presso una stazione fissa. In questo caso è necessaria la prenotazione anticipata.
- Free floating, quando l’auto si ritira e si rilascia dove si desidera, senza il bisogno di raggiungere una stazione fissa ma all’interno di un perimetro urbano definito. Questa modalità non prevede la prenotazione in anticipo, infatti l’auto può essere ritirata solo se disponibile al momento del noleggio, recandosi nel luogo in cui è stata parcheggiata dall’utilizzatore precedente.
Due soluzioni di mobilità sostenibile
Il car pooling e il car sharing diventano delle soluzioni di mobilità ancor più sostenibile se si hanno a disposizione mezzi elettrici. A questo punto, infatti, non si devono più fare i conti con le emissioni nocive degli scarichi.
Questa possibilità – per ora in fase di espansione – diventerà presto una realtà, sia a livello di mobilità condivisa, sia in generale di quella privata, in previsione dello stop alle immatricolazioni di auto a carburante del 2035.
In ogni caso, come si è ormai compreso, entrambi hanno in comune gli stessi obiettivi sostenibili: ridurre l’impatto del caro carburante e dei costi vivi, snellire il traffico su strada e diminuire le emissioni degli scarichi.
Ad ulteriore contributo della sostenibilità vi è anche il metodo di prenotazione online da pc o tramite app dal proprio smartphone, che non richiede di doversi recare in agenzia di noleggio.
Car pooling e car sharing: gli aspetti normativi
Come vengono contemplati dalla legge questi due servizi di mobilità condivisa? Mentre il car sharing è a tutti gli effetti un noleggio ufficializzato da un qualsiasi tipo di contratto a tutela del proprietario (che sia un’agenzia di noleggio, oppure un’azienda che mette a disposizione la propria flotta mezzi ai dipendenti), nel car pooling le cose sono un po’ diverse.
In Italia, infatti, non esiste ancora una legge ad hoc per il car pooling, anche se la condivisione di un’automobile tra persone sconosciute necessiterebbe di un preciso quadro normativo di tutela. Esiste però una proposta di legge, la n.930, che definisce il car pooling come «contratto di trasporto gratuito e non attività d’impresa relativa al trasporto di persone» e disciplina le modalità di compartecipazione delle spese tra gli utenti che si avvalgono di questa soluzione di trasporto condiviso tramite il servizio di intermediazione delle piattaforme online.
In questa proposta di legge si precisa che l’importo del servizio di trasporto fornito dal privato può aumentare se la piattaforma applica una commissione di intermediazione, e che, in ogni caso, il proprietario dell’auto non deve ottenere alcun profitto ma solo il rimborso delle spese vive (carburante, pedaggi, eventuale trasporto su treni o traghetti.)