Cima Capi è un punto panoramico a 907 m d’altezza che ti permette di godere di una stupenda veduta dall’alto sul Lago di Garda. Raggiungibile da alcuni sentieri attrezzati, è una meta perfetta per un’escursione nella natura trentina, alla scoperta dei paesaggi montani e della storia dell’Italia ai tempi della Grande Guerra.
I territori che circondano il Lago di Garda presentano numerosi percorsi per il trekking adatti a esperti e a principianti. In particolare, Riva del Garda e la Valle di Ledro possono essere degli ottimi punti di partenza per intraprendere alcuni degli itinerari più panoramici del luogo, con punto d’arrivo a Cima Capi.
Questa vetta non è difficile da raggiungere ed è molto apprezzata dagli escursionisti e dagli appassionati di storia. Infatti, insieme a Cima Rocca, faceva parte di una linea di difesa e scontro tra Italia e Austria-Ungheria, che conserva ancora un sistema di gallerie, trincee e postazioni per i soldati.
Qual è il sentiero migliore per Cima Capi?
Esistono diverse vie ferrate per arrivare a Cima Capi, ma quella più conosciuta e consigliata è la Fausto Susatti, il cui numero è 405. Il sentiero, creato nel 1977, è dedicato a un abile alpinista e accademico del CAI, classe 1921, purtroppo deceduto a seguito di una caduta mentre cercava di aprire una via sulla Figlia di Cima Canali.
Molte guide alpine consigliano la ferrata Susatti perché è suggestiva e panoramica. Si tratta di un itinerario che ha una buona esposizione ed è adatto anche ai neofiti per via delle poche difficoltà tecniche. Nonostante ciò, la numero 405 può risultare impegnativa per coloro che non sono abituati a completare sentieri di montagna, specialmente in estate, quando il sole concede poca tregua a causa dell’esposizione a sud-est del percorso.
Da menzionare anche che il sentiero in salita non presenta tappe dove poter fare rifornimento e d’acqua e l’unico punto d’appoggio è la Capanna di Santa Barbara, poco distante dalla graziosa Chiesa di Santa Barabara.
L’itinerario della ferrata Susatti
In genere, la partenza viene fatta in corrispondenza della località Sperone, dove è possibile trovare un cartello che segnala il sentiero numero 405. Lungo il percorso avrai modo di osservare la vegetazione mediterranea tipica del territorio e alcune strutture militari di tagliata del Ponale, conosciuta anche come forte Teodosio.
Da questo questo punto in poi la via comincia lentamente a salire e, dopo il bivio che si incrocia con il sentiero numero 470, sarà necessario indossare l’attrezzatura da ferrata per salire la parete di roccia. Dopo un breve tratto impegnativo, ritornerai a percorrere un sentiero normale. L’inizio della ferrata vera e propria sarà invece in corrispondenza di una caverna con un cartello indicante “sentiero difficile”.
Le funi metalliche sono continue e la parte attrezzata è stata completamente rifatta nel 2009. Proprio per questo, l’itinerario 405 è ideale anche per chi ha poca dimestichezza con le vie ferrate. Naturalmente è importante non soffrire di vertigini perché alcune zone si affacciano direttamente sul vuoto.
L’ultima parte è composta da un percorso semplice nel bosco.
Raggiungere la vetta non sarà soltanto una grande soddisfazione, ma ti consentirà di contemplare un panorama spettacolare da un punto di vista esclusivo.
I percorsi attrezzati per la discesa: la via Folletti e la via delle Laste
Se scegli di salire tramite la ferrata Susatti, per la discesa devi obbligatoriamente affidarti a un altro sentiero. In genere la via attrezzata Folletti è quella più percorsa in combinazione con la numero 405. Essa permette di scendere da Cima Capi (ma anche di salire) attraversando il versante nord.
L’itinerario in genere termina in prossimità della Chiesa di San Giovanni. Da qui, hai la possibilità di imboccare il sentiero delle Laste o il percorso CAI 460 per raggiungere infine il paese di Biacesa.
Alcuni consigli per l’escursione: requisiti, attrezzatura e numeri utili
Percorrere una ferrata è certamente un’esperienza da provare, ma bisogna tenere a mente che si tratta di un’attività che può risultare pericolosa se non si è predisposti o si è sprovvisti di un’attrezzatura adeguata.
Il sentiero Susatti viene definito semplice da completare, con un dislivello di 400 m e un tempo medio di percorrenza che si aggira attorno alle 5 ore. Le guide alpine sconsigliano l’esperienza a coloro che hanno paura del vuoto e soffrono di vertigini. Inoltre, è necessario avere una buona forma fisica per terminare il percorso.
Le ferrate per raggiungere Cima Capi necessitano anche di un abbigliamento adeguato. Procurati scarponi da trekking, abiti sportivi, uno zaino capiente per l’acqua e per gli snack, e gli immancabili guanti da ferrata.
Potrai far riferimento alla guida alpina o a chi ha organizzato l’escursione per noleggiare il kit da ferrata e il casco.
Non dimenticare i contatti del Soccorso Alpino, molto utili in caso di imprevisti ed emergenze.
Infine, prima di partire, pensa a una polizza infortuni per rendere la tua gita sul Lago di Garda e a Cima Capi ancora più sicura e serena.