Contro la perdurante siccità, si potrebbe puntare sulle città-spugna. Un nuovo modello di centro urbano in grado di trattenere e riutilizzare l’acqua piovana, attraverso pavimentazioni permeabili, aree verdi apposite e strutture di raccolta.
A proporre l’idea, già diffusa in varie parti del mondo, è Legambiente in Toscana, una delle regioni italiane più colpite dalla scarsità di piogge (-11% nell’ultimo anno). Soprattutto nella provincia di Grosseto si è registrato a febbraio 2023 un -70-80% di precipitazioni rispetto alla media regionale del -57% calcolata sui dati tipici del periodo.
Città-spugna: come funziona
La città-spugna permette e favorisce le infiltrazioni di acqua meteorica, indirizzandola nelle falde acquifere o in bacini artificiali di raccolta, per essere immagazzinata e riutilizzata in vari modi durante i periodi più aridi. Il tutto a tutela di una risorsa fondamentale quale l’acqua che ha bisogno di essere tutelata, a ogni livello.
Questo è possibile, ad esempio, trasformando luoghi pubblici come parcheggi, aree di servizio e zone verdi attraverso la sostituzione di asfalto e cemento con pavimentazioni speciali con cui il suolo è in grado di trattenere maggiori quantità di acqua. Quindi, installando cisterne di raccolta attraverso specifiche soluzioni architettoniche da realizzare con materiali eco-sostenibili.
La situazione in Toscana
La proposta di incrementare le città-spugna in Toscana non nasce dal nulla, ma emerge in una regione già attiva da tempo sotto questo aspetto. Ad esempio, il nuovo invaso di infiltrazione da 2500 metri quadrati a Suvereto (Livorno), presso il fiume Cornia, consente di aumentare il volume d’acqua infiltrato nella falda fino a 2 milioni di metri cubi annui (oggi sono circa 1 milione e 825.000) senza alterazioni morfologiche.
L’invaso di Suvereto è stato realizzato con i fondi Life Rewat. Un progetto europeo dal 2015 e finalizzato alla gestione sostenibile delle risorse idriche della Val di Cornia. Risorse destinate ad aumentare di 100.000 euro grazie ai finanziamenti per l’emergenza idrica 2022 del Dipartimento nazionale di Protezione Civile.
La Toscana può contare inoltre sugli invasi di Bilancino (Firenze) e Montedoglio (Arezzo). Inoltre la Regione, secondo l’assessore all’ambiente Monia Monni, potrebbe metterne in cantiere un altro. Tuttavia non si escludono soluzioni più rapide da affiancare ai suddetti bacini: da qui l’idea di Legambiente per le città-spugna.
Le città-spugna nel mondo
Concepita dall’architetto cinese Yu Kongjian, la città-spugna (sponge city) è un modello urbanistico che si sta diffondendo nel mondo, in risposta ai cambiamenti climatici. Le città, così, diventano “porose” sfruttando la tendenza attuale che vede grandi quantità di acqua accumularsi in breve tempo e in determinate zone.
Questo sistema crea un aumento del verde pubblico. È il caso del rain garden: una sorta di di “giardino depresso” rispetto alle superfici circostanti, che durante la pioggia sfrutta l’avvallamento per far defluire l’acqua grazie ai diversi strati del terreno. Grazie a questo processo graduale, viene filtrata dai componenti inquinanti. Gestire meglio l’acqua piovana significa inoltre prevenire deterioramenti e danni strutturali provocati da eventi atmosferici.
Quali sono le città spugna più efficienti nel mondo? Secondo l’indagine Global Sponge Cities Snapshot di Arup – basata su quantità di aree verdi e specchi d’acqua, tipo di suolo e vegetazione e sistemi di deflusso – le percentuali migliori si registrano Auckland (35%), Nairobi (34%), Singapore (30%), New York (30%), Mumbai (30%), Shanghai (28%), Londra (22%). In particolare, la neozelandese Auckland dispone di grandi parchi e di sistemi di deflusso dell’acqua piovana all’avanguardia. La capitale del Kenya, invece, sorge su un terreno molto permeabile.