Da 2 anni, Birmingham, la seconda città dell’Inghilterra dopo Londra per importanza, si è dotata di una Clean Air Zone. Vediamo cos’è, come funziona e quali risultati ha prodotto finora.
Non solo la città di Londra, che dal 2019 si è munita di una Ulez (Ultra low emissions zone), anche Birmingham – così come altre città britanniche quali Bath, Bradford, Bristol, Portsmouth, Sheffield e Tyneside –ha recepito l’input del Governo di Sua Maestà, dotandosi di una Clean Air Zone.
Come e perché funziona la Clean Air Zone di Birmingham
La Caz (Clean air zone) di Birmingham è un’area di 2,96 miglia quadrate (corrispondente a circa 7,7 km quadrati), introdotta dal Consiglio Comunale di Birmingham il 1 giugno 2021. Copre le strade della zona circoscritta dalla A4540 Middleway Ring Road ed è in vigore 7/24.
I veicoli non in linea con gli standard di emissione (Euro 6 per i motori diesel, euro 4 per i motori a benzina) devono pagare una quota giornaliera di 8 sterline (circa 9€), a prescindere dal numero di volte al giorno in cui si attraversa la Clean Air Zone, in una finestra di tempo tra 6 giorni prima e 6 giorni dopo il giorno del passaggio nella zona. Per autobus e mezzi pesanti la quota è di 50 sterline.
Sul sito del Governo è a disposizione anche un servizio per verificare se la propria auto è conforme (vale però solo per i veicoli registrati nel Regno Unito).
Se il pagamento non viene effettuato, al guidatore viene comminata una multa di 120 sterline (circa 137 euro), dimezzata se pagata entro 14 giorni.
Il principio è simile alle ZTL italiane: la finalità è quella di limitare traffico ed emissioni nocive. A differenza di quanto accade in Italia non si punta tanto all’esclusione di veicoli dalla circolazione nella Clean Air Zone, quanto sull’utilizzo del pagamento come deterrente. Una tecnologia di riconoscimento automatico della targa identifica i mezzi che entrano nella Caz.
L’inquinamento è un’emergenza nazionale
Come ricorda anche la Birmingham City University (BCU), il Governo inglese ha dichiarato l’inquinamento dell’aria un’emergenza di salute nazionale (con oltre 900 morti l’anno) e ha dato incarico alle città di dotarsi di Clean Air Zone per incoraggiare il traffico a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
È prevista la possibilità di chiedere esenzioni temporanee per alcune categorie di veicoli, ad esempio per il trasporto scolastico, o per i visitatori di ospedali specifici, veicoli di emergenza, militari e storici. Dal canto suo, il Governo cerca di affiancare i pagamenti alla possibilità, per i possessori di veicoli non in linea con le classi di emissioni richieste, di ridurre il proprio impatto ambientale. L’Ufficio Veicoli a Emissioni Zero, ad esempio, è a disposizione per segnalare bandi per aiutarli a scegliere veicoli più “puliti”, elettrici o a combustibile fossile ma meno impattanti
I risultati rivendicati dal Consiglio Comunale di Birmingham
Lo scorso 6 ottobre, il Consiglio Comunale di Birmingham ha divulgato un comunicato, basato sui dati dell’Annual Air Quality Status Report per il 2022, che riguardano da vicino anche la Clean Air Zone e l’ANPR, il sistema automatico di riconoscimento della targa.
Dal report è emerso, in particolare, che:
- Nel 2022, i livelli di biossido di azoto nella Clean Air Zone si sono ridotti in media del 17% rispetto ai risultati del 2019 (prima del Covid, quando la CAZ ancora non era stata introdotta);
- La percentuale di veicoli “non conformi” entrati nella CAZ si è ridotta dal 15,2% del giugno 2021 al 6% del giugno 2023;
- Il numero medio di veicoli unici in ingresso nella Clean Air Zone ogni giorno è aumentato da 98.112 nel primo anno di operatività (da giugno 2021 a maggio 2022) a 102.392 nel secondo anno di operatività (da giugno 2022 a maggio 2023);
- Nelle aree di Moor Street Interchange e St Chads Queensway i livelli di biossido di azoto sono ancora sopra il limite di legge (che è di 40 microgrammi per metro cubo), pur essendo in diminuzione.
Il Consiglio Comunale della città, la seconda per importanza in Inghilterra dopo Londra, si è dichiarato a lavoro per migliorare ciò che ancora va migliorato. Resta da capire se la bancarotta dichiarata dallo stesso Consiglio ad inizio settembre, sotto il peso delle minori entrate e dei crescenti debiti, dovuti anche all’adeguamento degli stipendi dei pubblici dipendenti, non costituirà una zavorra per il miglioramento e l’applicazione delle politiche ambientali.