Parlare di Cleantech, significa parlare di tecnologia pulita. La Clean Technology racchiude, infatti, tutte le tecnologie e soluzioni che servono per un’economia basata su una produzione e un mondo più ‘puliti’, in grado di ridurre o addirittura azzerare l’inquinamento e l’impatto ambientale di attività e processi produttivi.
Per far fronte al cambiamento climatico e accelerare il processo di decarbonizzazione, le tecnologie Cleantech rappresentano quindi un’importante opportunità di investimento e sono al centro di misure e progetti europei che vanno in questa direzione.
Poco meno di un anno fa, infatti, l’Unione europea ha stanziato oltre 1,8 miliardi di euro da investire in 17 progetti innovativi su larga scala nel campo delle tecnologie pulite, con il terzo ciclo di sovvenzioni del Fondo per l’innovazione.
Le sovvenzioni erogate serviranno a portare sul mercato tecnologie pionieristiche nei settori delle industrie che operano in una serie di ambiti legati al riciclo, alle energie rinnovabili, all’energy storage, al trasporto sostenibile, ai motori verdi e alle batterie, alla cattura di carbonio, all’illuminazione, all’idrogeno.
Ed è proprio qui che entra in gioco la Clean Technology (Cleantech), che nasce proprio per traghettare le aziende di tutti i settori verso la transizione verde.
Clean Technology e il mondo del lavoro green
A puntare i riflettori su questo argomento è stata la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che durante un suo intervento, ha dichiarato che il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe essere interessato dalla transizione verde. A conferma di questo, si evidenzia che lo sviluppo delle cleantech sia già tra le priorità delle grandi aziende italiane, come conferma una ricerca del Politecnico di Milano dalla quale fuoriescono dati positivi, dove malgrado un contesto macroeconomico difficile, gli investimenti digitali in Italia sono stati nel 2022 oltre il +4% e sono in continua crescita per il 2023.
Tra le grandi imprese già impegnate nella sostenibilità, oltre il 65% ha deciso di investire nella Cleantech per raggiungere obiettivi in questo ambito, e il digitale è lo strumento per supportare i processi di transizione sostenibile.
I progetti Cleantech europei
Sono 17 progetti Cleantech provenienti da Bulgaria, Francia, Germania, Finlandia, Norvegia, Polonia, Olanda, Islanda e Svezia, che la Commissione Europea ha già approvato con il sopracitato investimento di 1,8 miliardi di euro. Questi si vanno ad aggiungere ad un secondo invito lanciato dal Fondo per l’innovazione UE che già aveva concesso dei finanziamenti per 1,1 miliardi di euro ad altri 7 progetti innovativi.
I progetti Cleantech europei selezionati riguardano diversi settori che contribuiscono agli sforzi di decarbonizzazione dell’UE e che, nel loro insieme, potrebbero far risparmiare 136 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti nei primi 10 anni di attività.
Chi ne beneficerebbe, oltre che l’ambiente? In primis le energie rinnovabili, con un progetto innovativo che punta alla creazione di un parco eolico offshore nel Mare del Nord. In Polonia invece ci si è indirizzati verso lo stoccaggio dell’energia, con un progetto che prevede la realizzazione di un impianto di produzione di sistemi di batterie elettrochimiche.
E se la Francia vede la creazione di un impianto di riciclaggio agli ioni di litio, l’Islanda ha in progetto di costruire infrastrutture di cattura e stoccaggio del carbonio con una capacità di stoccaggio stimata di 880 milioni di tonnellate di CO₂.
Cambiare modo di produrre è quindi possibile, e gli investimenti ci sono per raggiungere un obiettivo totalmente green.