Nel 2023 l’Italia è ancora molto indietro rispetto ai temi mobilità elettrica e sostenibile. Sono circa 9.000 le colonnine di ricarica installate nel 2022, con un risultato di 37.000 totali, ma non è sufficiente per parlare di una vera inversione di marcia, anche climatica. Per questo, con due decreti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dà il via a un piano strategico nazionale per l’attivazione di punti ricarica accessibili e veloci.
L’Italia verso un notevole aumento di colonnine di ricarica elettrica
In tema di mobilità verde l’Italia spinge sull’acceleratore per centrare un obiettivo legato ai fondi del Pnrr, da non perdere. Parliamo dell’installazione di oltre 21.000 colonnine di ricarica elettrica entro l’anno 2025 su tutto il territorio nazionale. Sul fatto di perseguire l’obiettivo non traspare nessuna incertezza: poco più di due anni e le superstrade, con i centri città, saranno fornite di capillari punti di ricarica per decarbonizzare i trasporti.
L’Italia è indietro rispetto a Europa e Regno Unito. Per questo, con due decreti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha stanziato 741 milioni di euro da mettere a gara. Sulle strade extraurbane, l’importo dev’essere tradotto in 7.500 infrastrutture di ricarica superveloce (in questo caso nessun riferimento alle autostrade) e nei centri urbani in 13.755 infrastrutture di ricarica veloci.
Già nel 2020, l’Unione Europea puntava l’attenzione sulla riduzione di emissioni da addebitare al trasporto, pertanto:
- Fissava standard di CO2 per le nuove auto e furgoni;
- Assegnava un budget di CO2 tenuto conto del peso dei veicoli immatricolati in un dato anno;
- Determinava penali per i costruttori in caso di mancato rispetto di CO2 assegnato.
Colonnine ricarica elettriche, quanti kilowatt per rimetterti in strada
Dare un’accelerata al cambio abitudini degli italiani e incentivare l’acquisto di veicoli elettrici è la strada per ridurre, progressivamente, le emissioni di CO2 dovute alla mobilità tradizionale. Per accadere, è necessario garantire a tutti gli automobilisti punti di ricarica elettrica capillare e tempi di ricarica rapidi, soprattutto per i tragitti più lunghi.
Per questo, il primo decreto fa riferimento a colonnine da almeno 90 kilowatt per ricarica “veloce” nei centri urbani. Prende in esame, per l’attuazione, l’attuale parco mezzi in circolazione, la presenza di parcheggi e di box di proprietà privata, ma anche rimesse disponibili. Di non secondaria importanza, considera come fattori rilevanti la presenza di veicoli a mobilità elettrica e i flussi turistici che caratterizzano ciascun comune italiano, il tutto riferito ai livelli rilevati della qualità dell’aria.
Il secondo decreto, invece, stabilisce che le infrastrutture superveloci avranno 175 kilowatt di potenza minima. Anche queste trovano come punti ideali di installazione zone di facile accesso come aree servizio e di rifornimento.
Postazioni colonnine ricarica elettrica, chi agevola la tua mobilità
Per determinare il numero di infrastrutture di ricarica da introdurre nel nostro territorio il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica fa affidamento su Ato (Ambiti territoriali ottimali e sul supporto tecnico di Ricerca sul Sistema Energetico) che si occupa, in particolare, di progetti strategici nazionali.
Il piano che doterà il nostro territorio di colonnine di ricarica elettrica ha a tutti gli effetti un obiettivo strategico. Per questo, le stazioni di ricarica non resteranno confinate a strade urbane e ad alta velocità, ma entreranno sempre più a far parte degli spazi che attraversiamo. Ad esempio, presto anche le stazioni diventeranno veri e propri hub intermodali presso le quali verranno installate ben 15.000 colonnine per la ricarica elettrica.