L’elettrificazione corre veloce nel nostro Paese, ma a che punto siamo con le colonnine ricarica auto elettriche? A raccontarlo è il bollettino trimestrale dell’associazione Motus-E che rivela qual è lo stato di salute dell’infrastruttura di rifornimento energia per le auto a batteria in Italia.

Colonnine ricarica auto elettriche: tipologie e caratteristiche

Uno dei maggiori dubbi che affligge gli automobilisti interessati al mondo dell’elettrico è la durata della batteria e quindi la necessità di sapere dove si trovano le colonnine ricarica auto elettriche. La range anxiety, vale a dire la paura di non riuscire a ricaricare il veicolo prima che la batteria si esaurisca, unita alla preoccupazione per la mancanza di infrastrutture pubbliche di ricarica, sono infatti le preoccupazioni più diffuse tra i consumatori.

È quindi ovvio che per sostenere la diffusione delle auto elettriche è necessaria una rete di stazioni di ricarica capillare, efficiente e facilmente accessibile, che copra tutta la penisola da nord a sud, per consentire agli automobilisti di guidare in totale tranquillità e viaggiare senza pensieri.

Punti di ricarica o stazioni di ricarica? La differenza

Prima di approfondire la situazione dell’infrastruttura italiana facciamo innanzitutto una distinzione tra punti di ricarica e stazioni di ricarica ad accesso pubblico, tenendo presente i principali riferimenti normativi in materia di e-mobility, ovvero la Direttiva 2014/94/UE del Parlamento Europeo (la cosiddetta direttiva AFIDAlternative Fuels Infrastructure Directive) e il Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimenti ad energia elettrica (PNIRE).

Un “punto di ricarica o di rifornimento accessibile al pubblico” è un punto di ricarica o di rifornimento per la fornitura di combustibile alternativo o elettricità che garantisce, a livello di Unione Europea, un accesso non discriminatorio a tutti gli utenti.

In quanto tempo è possibile ricaricare un’auto? Dipende dal punto di ricarica

Un punto di ricarica può essere di potenza standard, se permette il trasferimento di elettricità a un veicolo elettrico a una potenza pari o inferiore a 22 kW, oppure di potenza elevata se superiore ai 22 kW.

C’è poi una ulteriore differenza da evidenziare. Un punto di ricarica di potenza standard è classificato come:

  • A ricarica lenta o slow: fino a 7 kW. Tempi di ricarica: da 5 a 12 ore.
  • A ricarica accelerata o quick: se superiore a 7 kW e pari o inferiore a 22 kW. Tempi di ricarica: 2 ore;

Anche un punto di ricarica a potenza elevata può essere di due diversi tipi:

  • Veloce o fast: superiore a 22 kW e pari o inferiore a 50 kW. Tempi di ricarica: in meno di un’ora;
  • Ultraveloce o ultra-fast: superiore a 50 kW. Tempi di ricarica: in meno di 25 minuti.

Della prima categoria (potenza standard) fanno parte tutti i sistemi di ricarica in corrente alternata (AC – Modo 3 secondo CEI EN 61851) e i sistemi di ricarica in corrente continua di potenza fino a 22 kW (DC – Modo 4 secondo CEI EN 61851). Il secondo gruppo (potenza elevata) comprende tutti i sistemi di ricarica in corrente continua di potenza superiore a 22 kW (DC – Modo 4 secondo CEI EN 61851).

Quanto costa ricaricare una macchina elettrica?

A influenzare i prezzi della ricarica di un’auto elettrica sono il tipo di caricabatterie, il fornitore di energia elettrica e il costo di quest’ultima in base al territorio. In generale, il prezzo per caricare un veicolo alla stazione di ricarica è di circa 0.45 € per kWh fino a 22 kW di potenza e di 0,50 € per kWh per potenze superiori.

Cos’è una stazione di ricarica?

Che cos’è invece la stazione di ricarica? Con questa espressione si indica l’infrastruttura di ricarica (o colonnina o stazione di ricarica) che può ospitare uno o più punti di ricarica, in grado di ricaricare anche più di un veicolo nello stesso momento.

La Mappa delle colonnine di ricarica elettrica: cosa dice l’analisi di Motus-E?

Come siamo messi in Italia con la rete di ricarica? La risposta arriva dal rapporto trimestrale dell’associazione italiana Motus-E che ci racconta lo stato di salute della mobilità elettrica nel Belpaese.

Dalla rilevazione emerge che al 30 giugno 2022 risultano installati 30.704 punti di ricarica in 15.674 infrastrutture di ricarica e 12.410 location accessibili al pubblico delle quali il 77% è collocato su suolo pubblico, mentre il restante 23% su suolo privato a uso pubblico (ad esempio: supermercati o centri commerciali).

Se a marzo 2022 sono stati registrati 27.857 punti in 14.311 infrastrutture, nel periodo aprile-giugno, si osserva un’importante accelerazione del tasso di crescita rispetto ai trimestri precedenti, con un +2.847 punti di ricarica. Se confrontiamo i dati con giugno 2021 la crescita è di +7.429 punti di ricarica, pari a un +32%, mentre rispetto alla prima rilevazione di Motus-E, datata settembre 2019 (10.647 punti in 5.246 infrastrutture), si registra una crescita del +188% e una crescita media annua del +47%.

Nota dolente: le infrastrutture non utilizzabili

Nonostante l’aumento record, circa l’11,5% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. Tuttavia è importante evidenziare che il valore si è ridotto rispetto alla rilevazione di marzo in cui si attestava al 12%, un miglioramento notevole considerando il numero più alto mai registrato di punti di ricarica installati nel trimestre.

Qual è la potenza dei punti di ricarica?

Dallo studio emerge che il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre l’8% in corrente continua (DC). Di queste il 14% è a ricarica lenta (con potenza installata pari o inferiore a 7 kW), il 78% a ricarica accelerata in AC (tra più di 7 kW e 43 kW), un 4% fast DC (fino a 50 kW) e il restante 4% ad alta potenza (di cui quasi il 2% oltre i 150 kW). Nell’ultimo trimestre sono inoltre aumentati i punti di ricarica in DC, con un +46% per i punti di ricarica tra 50 e 150 kW e un +38% per i punti di ricarica con potenza superiore ai 150 kW.

Analisi della distribuzione geografica: ci sono delle differenze?

Il 57% circa dei punti di ricarica si trovano nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Del totale dei punti di ricarica. Inoltre, il 32% è disponibile nei capoluoghi di provincia ed il restante negli altri comuni del territorio.

La classifica vede al primo posto la Lombardia che con 5.080 punti si conferma la regione più virtuosa e da sola possiede il 17% di tutti i punti. A seguire Piemonte (11%), Lazio ed Emilia-Romagna con circa il 10% a testa e Veneto (9%) e la Toscana (8%). Le sei regioni complessivamente coprono il 64% del totale dei punti in Italia.

In termini di crescita assoluta, le regioni che sono cresciute di più nell’ultimo trimestre sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Veneto, mentre in termini di crescita relativa le regioni che hanno incrementato di più i loro punti rispetto a marzo sono Marche (+24%), Liguria (+21%), Emilia-Romagna (+14%), Lazio e Piemonte entrambe con +12%.

E il Sud? Rispetto al trimestre precedente, quando le regioni che crescevano di più in termini relativi erano proprio quelle del Sud e delle isole, Motus-E evidenzia un trend negativo. Ciò sottolinea una volta in più la necessità di adottare misure volte a favorire una maggiore omogeneità nella distribuzione delle colonnine ricarica auto elettriche.

Dalla ricarica in autostrada alla ricarica mobile

In autostrada è ancora fortemente limitata la presenza d infrastrutture di ricarica, tuttavia si registrano dei segnali positivi. Sono infatti 235 i punti di ricarica disponibili sui corridoi autostradali, con un +85 rispetto allo scorso marzo. Di questi 151 con ricarica veloce o ultraveloce. Considerando la rete italiana autostradale complessiva di circa 7.318 km, come riportato dall’ART (Autorità di Regolazione dei Trasporti), risultano 2,1 punti di ricarica veloce ed ultraveloce ogni 100 km.

Infine, Motus-E dedica spazio anche allo sviluppo della rete di “ricarica mobile” che, rispetto alla rete di ricarica tradizionale, non è posizionata in un luogo specifico ma raggiunge l’utente nel luogo in cui si trova. Ad oggi il servizio è presente nelle città di Roma, Milano, Bologna e Torino con un totale di 36 dispositivi mobili con una potenza di ricarica fino a 70kW, che si sommano ai 30.704 punti di ricarica fissi. Lo sviluppo di questa tipologia di ricarica potrebbe rappresentare una soluzione completare per l’accelerazione verso un sistema di ricarica nazionale in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni dei consumatori e sostenere la diffusione delle auto elettriche.