Le colonnine di ricarica in Italia sono tante e potranno diventare ancora di più grazie ai fondi PNRR. Questo, inoltre, darebbe una spinta al mercato delle auto elettriche, in cui il paese procede più lentamente.

Motus-E, associazione costituita da imprese della filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della mobilità elettrica, ha annunciato che al 30 settembre 2023 i punti a uso pubblico installati su tutto il territorio nazionale sono saliti a 47.228.

La capillarità della rete di infrastrutture per ricaricare la propria auto elettrica costituisce uno dei fattori decisivi per indurre le persone all’acquisto di un veicolo BEV, le quali, come già evidenziato anche dallo Smart Mobility Report del Politecnico di Milano, sono frenate soprattutto dai prezzi elevati delle vetture.

Tuttavia, migliorando gli incentivi e continuando ad accrescere la quantità delle colonnine elettriche disponibili, la situazione non potrà che migliorare e contribuire sempre di più alla transizione verso una mobilità sostenibile.

Colonnine di ricarica in Italia: quante sono e quanto crescono

Secondo il monitoraggio trimestrale di Motus-E, l’incremento delle colonnine di ricarica in Italia è del +44,1% rispetto a settembre di un anno fa, quando il numero complessivo era 32.776. Nei soli mesi di luglio, agosto e settembre 2023 sono stati installati 2018 nuovi punti, mentre nei nove mesi dell’anno la somma è 10.456.

L’87% delle complessive 47.228 colonnine (corrispondente a 41.144) ha una potenza non superiore a 43 kW a corrente alternata; il 5% (2375) è tra 44 e 99 kW a corrente continua e il 7,2% (3996) con potenza superiore a 100 kW. Nel computo rientrano 313 punti di cui non è specificata la potenza.

Le colonnine installate ma non ancora utilizzabili rappresentano l’11% del totale e ci sono segnali positivi per velocizzare sia gli iter autorizzativi che il tempi tecnici di allaccio alla rete elettrica.

La distribuzione dei punti di ricarica

L’Italia settentrionale continua a ospitare oltre la metà delle colonnine di ricarica in Italia (56%). Queste sono le prime tre regioni per numero di infrastrutture:

  • Lombardia, 8094 punti;
  • Piemonte, 4713 punti;
  • Veneto 4564 punti.

Sud Italia e isole, intanto, hanno sorpassato il Centro, con il 23% delle colonnine installate rispetto al 21% del totale nazionale. È la Campania a guidare l’incremento con 2.212 nuovi punti installati dall’inizio dell’anno. Un dato migliore della Lombardia (2.123) e del Lazio (974). Quest’ultima, la regione di Roma, è quarta a livello nazionale con 4558 punti, davanti all’Emilia-Romagna con 4050.

La situazione in autostrada

Si registra inoltre una notevole crescita anche per le colonnine di ricarica in autostrada. Un aspetto essenziale per venire incontro alle perplessità di chi vuole passare all’auto elettrica ma deve al contempo soddisfare l’esigenza di compiere lunghi tragitti.

Sempre al 30 settembre, i punti sono 851, quasi il triplo rispetto a un anno fa, quando erano 310. La loro distribuzione copre circa un terzo delle aree di servizio. L’80% ha una potenza maggiore di 43 kW e il 59% superiore a 50 kW. Con i nuovi bandi in partenza, il quadro è destinato a evolversi ulteriormente in positivo.

Colonnine di ricarica in Italia: le prospettive

I fondi PNRR disponibili per nuove colonnine ad alta potenza in aree urbane ed extraurbane potrebbero portare l’Italia tra i paesi più avanzati in questo ambito, in cui tra l’altro vanta una leadership industriale ancora poco conosciuta.

Ne è convinto Francesco Naso, segretario generale di Motus-E: «Se utilizzate pienamente, queste risorse daranno all’Italia una rete di ricarica davvero all’avanguardia, in grado di supportare la crescita dei veicoli full electric prevista dal Governo nell’ultimo aggiornamento del Piano Energia e Clima. Sulle colonnine si sta andando nella direzione giusta, pur non senza difficoltà. Sul mercato delle auto elettriche, che è rimasto indietro, si può recuperare terreno impiegando in modo più efficace le risorse già stanziate per gli incentivi».