Letteralmente mega-fabbriche, le gigafactory si stanno diffondendo sempre di più in tutto il mondo, ma cosa sono esattamente? E qual è la situazione in Italia?
Con lo sviluppo delle auto elettriche e del mercato a loro dedicato, si è iniziato a parlare anche di gigafactory. Un termine riferito a stabilimenti di grandi dimensioni che si stanno diffondendo notevolmente, in particolare negli Stati Uniti, e in molti paesi europei. Andiamo a scoprire nel dettaglio cosa sono e quali sono approccio e prospettive del nostro Paese sul tema.
Gigafactory: cosa sono?
Ad introdurre il termine gigafactory è stata Tesla Motors, che con questo concetto va ad indicare fabbriche di grandi dimensioni che producono veicoli elettrici e batterie. Per rientrare nella tipologia, gli impianti in questione devono avere una capacità annuale superiore ad 1 GWh. Una gigafactory con questi numeri può produrre annualmente un quantitativo di batterie in grado di alimentare dai 10 mila ai 20 mila veicoli elettrici.
Al loro interno, attualmente, vengono prodotte esclusivamente batterie agli ioni di litio. In futuro però le cose potrebbero cambiare, visto che le batterie a stato solido e quelle a zolfo, sale e alluminio sono in fase di studio.
La diffusione delle gigafactory negli Usa e in Europa
A seguito dell’American Recovery and Reinvestment Act del 2009, gli Stati Uniti hanno iniziato ad investire decisamente nelle fabbriche di batterie agli ioni di litio. Con quell’intervento finanziario, in America si sono immessi nel mercato 2,2 miliardi di dollari. Nonostante fosse un settore ancora embrionale, a testimonianza della crescita, nel 2018 sono stati inaugurati sei nuovi impianti, mentre nel 2021 hanno visto la luce 15 nuove fabbriche. Gli investimenti potenziali sono arrivati dunque ai 40 miliardi dollari.
Per quanto riguarda le prestazioni di queste gigafactory recenti, le capacità superano nella maggior parte dei casi i 10 GWh. Una va addirittura oltre i 40. Numeri impressionanti, certificati anche dall’aumento degli investimenti nella produzione: negli Usa si prevede un’espansione della capacità dell’86% entro il 2031. Di conseguenza, si stanno adeguando anche i grandi costruttori: ad esempio Ford investirà 50 miliardi fino al 2025 nella produzione di auto elettriche e nella costruzione di impianti per le batterie.
Per quanto riguarda l’Europa, Benchmark Minerals ha osservato che entro il 2030 dovremmo passare ad una capacità pari a 789,2 GWh. Ciò significherebbe poter produrre circa 15 milioni di auto elettriche. Le gigafactory dovrebbero arrivare a 38, con tre nuovi impianti in Germania, Francia e Italia. In questo momento gli impianti di grosse dimensioni sono i seguenti:
- LG Chem (Polonia), con capacità pari a 32 GWh;
- Samsung SDI (Ungheria), 20 GWh;
- Northvolt (Svezia), 16 GWh;
- SK Innovation (Ungheria), 7,5 GWh;
- Envision AESC (Regno Unito), 1,9 GWh.
La situazione in Italia e i progetti in corso
Nel 2022, Stellantis ha siglato un accordo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise) per costruire una gigafactory a Termoli attraverso la joint venture Automotive Cells Company (ACC), formata da Stellantis, Total e Mercedes. Il governo italiano ha stanziato un contributo di 370 milioni di euro, portando l’investimento totale a circa 2,3 miliardi di euro. La fabbrica, che sarà riconvertita per la produzione di batterie, avrà una capacità di 40 GWh e dovrebbe essere pienamente operativa entro il 2030.
Da menzionare anche il piano di Italvolt, che su licenza dell’azienda israeliana StoreDot produrrà a Scarmagno, in Piemonte, delle celle batterie a base di silicio a ricarica ultrarapida (XFC). Con questa tecnologia, entro il 2024, si ritiene che le batterie agli ioni di litio garantiranno un’autonomia di 100 miglia (160 km) in 5 minuti, riducendosi a 3 minuti entro il 2028 con l’utilizzo di celle a stato semi-solido e ulteriormente a 2 minuti entro il 2032, superando così la tecnologia al litio.
La fabbrica dovrebbe essere completata nel 2025 nel sito ex Olivetti e avrà una capacità di 46 GWh. Si prevede che offrirà 3000 posti di lavoro e diventerà operativa entro il 2027-2028. I lavori partiranno nella primavera di quest’anno.