Possono le gomme dell’auto raccogliere ed elaborare informazioni fondamentali per la sicurezza del veicolo e di chi lo guida? Il cyber pneumatico si muove esattamente in questa direzione con una tecnologia a firma Pirelli.

Con i Cyber Tyres, infatti, l’innovazione digitale applicata alla mobilità compie ulteriori passi avanti. In uno scenario automotive che vede una sempre più consistente presenza di mezzi connessi e integrati con le smart city, ora anche gli pneumatici diventano “intelligenti”.

Così, grazie ad appositi sensori di ultima generazione impiantati al loro interno, essi potranno, ad esempio, informare il conducente di un potenziale pericolo. Oppure ridurre automaticamente la velocità dell’auto in caso di asfalto sdrucciolevole.

Tali sensori interagiscono con un software integrato nel sistema di guida assistita del veicolo – ADAS (Advanced Driver Assistance System) – sempre più presente e in larga parte obbligatorio nei nuovi modelli. Il tutto a dimostrazione che nel settore automobilistico sono sempre più coinvolte discipline e tecnologie quali intelligenza artificiale, machine learning, data analysis, cloud computing.

Cyber pneumatico: come funziona

Il cyber pneumatico è un pneumatico sensorizzato. Significa che contiene appunto un sensore che comunica in tempo reale con l’auto, fornendo una serie di informazioni. Quali sono i dati raccolti? Temperatura, pressione, informazioni tecniche (modello del pneumatico, indice di carico, codice di velocità, pressione prescritta), ma anche stato delle infrastrutture stradali e geolocalizzazione.

Per garantire una maggior precisione di rilevamento rispetto ai sensori tradizionali, quelli di Pirelli sono collocati a contatto diretto con lo pneumatico e non con la valvola di gonfiaggio sul cerchio. Alcune informazioni, come la pressione insufficiente o la velocità in eccesso, sono direttamente fornite al conducente, tramite visualizzazione su cruscotto o display; altre, invece, comunicano con i sistemi elettronici dell’auto sollecitando risposte automatiche del veicolo in base alla situazione.

Con il Cyber Tyre, dunque, l’auto diventa “sensibile” e in grado di individuare o prevenire scenari di pericolo, quali perdita di grip o aquaplaning, consentendo sia al guidatore di adeguare il proprio comportamento sia alla vettura di intervenire “da sola”.

Cyber Tyres: la storia del progetto

La sperimentazione del cyber pneumatico da parte di Pirelli è in atto da oltre vent’anni. Risale al 2002, infatti, la collaborazione tra la casa italiana, varie università di livello mondiale come California Berkeley e startup della Silicon Valley. Nel 2021 il primo sensore ha esordito sulla supercar inglese McLaren Artura.

Il predecessore del Cyber Tyre può essere considerato il TPMS (Tyre Pressure Monitoring System), il sistema di monitoraggio della pressione delle gomme. Quello che, in caso fosse troppo bassa, accende una spia gialla sul cruscotto. Obbligatorio negli Stati Uniti dal 2007 e in Europa dal 2012, debuttò addirittura nel 1986 su Porsche 959.

Gli scenari futuri

Per quanto riguarda i possibili scenari futuri del cyber pneumatico, sicuramente il prossimo passaggio sarà la connessione in rete con altri veicoli e con le infrastrutture di mobilità, facilitata dall’espansione delle reti 5G e della crescita delle smart city.

Infine, anche il progetto Cyber Tyre di Pirelli implica questioni relative alla riservatezza dei dati e al trasferimento di informazioni rilevanti per la sicurezza a paesi stranieri (la cinese Sinochem detiene il 37% della società). Sono i motivi che hanno spinto il Governo italiano a esercitare il golden power per un maggior controllo su asset aziendali considerati strategici.