La tecnologia digitale influenza profondamente la nostra vita quotidiana, determinando la nostra partecipazione sociale, economica e politica. La digitalizzazione e la creazione di comunità smart sono un obiettivo dell’epoca attuale, il cui raggiungimento, però, è reso difficile dal digital divide.
Cos’è il digital divide
Il digital divide (divario digitale) è un’espressione che indica la disparità tra chi ha accesso alle tecnologie digitali e chi ne è escluso; tra chi è in grado di usarle e chi presenta maggiori difficoltà.
Questo divario si articola in diverse tipologie (globale, sociale e democratico), ma qualunque sia la sua forma, nell’era della connettività e dell’informazione, in cui anche le città diventano sempre più smart, il digital divide non può che avere un impatto negativo a livello sociale, economico e culturale su chi lo subisce.
Un esempio per capirne bene gli effetti può essere quello della DAD (Didattica a distanza). Durante la pandemia da Covid-19 ci siamo accorti di quanto il digital divide (sociale, in questo caso) fosse problematico per gli studenti di alcune zone dell’Italia.
La chiusura delle scuole e il passaggio all’apprendimento a distanza hanno messo in luce in modo evidente le disparità nell’accesso alle risorse digitali tra gli studenti provenienti da contesti socioeconomici diversi, il che ha naturalmente avuto un impatto negativo sulla qualità dell’istruzione.
Qual è la situazione del digital divide in Italia
Secondo il quinto rapporto Auditel-Censis del 2022, intitolato La transizione digitale degli italiani, nonostante i progressi fatti nel campo della connettività digitale, un considerevole numero di famiglie italiane non ha ancora accesso a Internet.
Andando più nello specifico:
- Il 38,3% della popolazione italiana è escluso dalla copertura della banda larga. La situazione diventa più problematica al Sud e nelle Isole, dove si arriva a toccare il 46,6%;
- Il 9,6% degli italiani non ha alcun accesso a Internet e rischia, quindi, di essere tagliato fuori dalla vita digitale, che ormai coincide con quella reale;
- Il 22,5%, invece, il collegamento a internet ce l’ha, ma si connette unicamente tramite smartphone, un dispositivo che non consente di lavorare o studiare agevolmente da remoto e nemmeno di svolgere attività come l’home banking.
A essere colpiti maggiormente dal rischio di digital divide sono in particolare le persone anziane, le donne non occupate o in particolari condizioni, le persone immigrate, disabili, detenute e, in generale, chi ha bassi livelli di scolarizzazione e istruzione.
Perché è importante ridurre il digital divide
La riduzione del digital divide è necessaria perché, come abbiamo visto, il divario digitale influisce negativamente sulla vita delle persone, escludendole dai vantaggi che può offrire la società digitale nella quale viviamo. La sua riduzione si fa sempre più urgente soprattutto perché il mondo va verso lo sviluppo di comunità smart, che si basano su infrastrutture digitali e tecnologie avanzate.
La spinta all’innovazione vede coinvolta, naturalmente, anche l’Italia, che segue e continuerà a seguire la tendenza alla costruzione di città smart. Senza, però, un accesso equo alle tecnologie digitali da parte di tutti i residenti, il concetto di smart city rischia di amplificare le disuguaglianze esistenti anziché ridurle.