Dove andare a Carnevale, ovvero una delle festività più amate dell’anno? Sfilate in maschera, carri, spettacoli musicali e show pirotecnici: ecco le feste a cui assistere almeno una volta nella vita.
Di origini molto antiche, il Carnevale è da millenni una festività molto apprezzata in tutto lo Stivale italiano. Ciò è testimoniato dal fatto che ogni paesino, borgo e città del nostro paese organizza parate e festeggiamenti, che di solito iniziano il giovedì grasso e vanno avanti fino al martedì successivo (quando inizia il tempo di Quaresima). Sono tantissime le iniziative che da Nord a Sud caratterizzano il programma di eventi durante il periodo del Carnevale.
Dove andare a Carnevale: cinque feste imperdibili
L’arrivo di febbraio coincide anche con quello del Carnevale. La Penisola si tinge di mille colori tra feste, musica, buon cibo e sfilate di ogni tipo. Una tradizione molto sentita, che rivela il folklore più radicato di realtà piccole e grandi. Di seguito abbiamo selezionato le celebrazioni da vivere almeno una volta nella vita.
Carnevale di Venezia
Ovviamente non si può non partire dal più celebre di tutti, ovvero il Carnevale di Venezia. Non è solo il più famoso in Italia, ma addirittura nel mondo (insieme a quello di Rio). Le sue origini sono antichissime: viene organizzato da quasi un millennio e ogni anno accoglie quasi un milione di visitatori. Numeri pazzeschi, che raccontano solo in parte le meraviglie di questo evento, caratterizzato da maschere tradizionali (alcune sono elaboratissime), vestiti sfarzosi e ricostruzioni storiche affascinanti. La Festa sull’Acqua, la sfilata delle Marie e il celebre Volo dell’Angelo sono appuntamenti immancabili, ma il Carnevale può essere anche un pretesto per fermarsi un po’ di più e organizzare un bel tour delle bellezze del territorio veneziano, magari spostandosi con un monopattino elettrico.
Carnevale di Viareggio
Subito dopo a quello di Venezia, in termini di popolarità, c’è il Carnevale di Viareggio con i suoi carri allegorici giganteschi, frutto del lavoro talentuoso dei maestri cartapestai. A differenza del carnevale lagunare, molto legato la tradizione, quello viareggino è più attento all’attualità. I protagonisti dei carri infatti sono i personaggi del momento, ovvero politici, sportivi, artisti ecc. Ma la sfilata è solo l’occasione per visitare le mostre e installazioni del Museo del Carnevale, la Cittadella con i laboratori di costruzione dei carri o l’Espace Gilbert. E anche, in generale, Viareggio, una perla tutta da scoprire.
Carnevale di Ivrea
Come non citare una delle manifestazioni più “sui generis” del panorama nazionale? Il Carnevale di Ivrea, il più antico d’Italia, è quello della Battaglia delle Arance: precisamente 600 tonnellate di arance (non commestibili), usate come arma dagli “aranceri a piedi” per difendersi dai “lottatori” sui carri che rappresentano il male. Si tratta della rievocazione storica della cacciata del barone che governava la città in epoca medievale. Un tiranno spodestato per merito della ribellione della Mugnaia, che diede vita alla rivolta popolare per non sottostare allo jus primae noctis. Al di là del Carnevale, Ivrea è una città che va scoperta, reinventatasi da centro industriale a culturale.
Carnevale di Putignano
Il Carnevale di Putignano è il più lungo d’Italia a livello temporale: inizia il giorno di Santo Stefano e termina il Martedì Grasso. Sfilate e processioni, che mescolano elementi sacri e profani, sono le assolute protagoniste dell’evento. Uno dei riti più caratteristici è l’Estrema Unzione, dove un corteo mascherato benedice i presenti e declama una biografia del Carnevale morente in vernacolo. La festa termina con un gran finale notturno e l’antica tradizione dei 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni, segno ch conclude i festeggiamenti e dà inizio alla Quaresima.
Carnevale di Mamoiada
A Mamoiada, comune in provincia di Nuoro, il Carnevale non è sinonimo di allegria e colore, ma è caratterizzato da un’atmosfera cupa e quasi funerea. I costumi tradizionali dei Mamuthones e degli Issohadores, rispettivamente neri e rossi, simboleggiano la fine e un nuovo inizio propiziatorio per il raccolto. I festeggiamenti cominciano il 17 gennaio con la festa di Sant’Antonio Abate e si concentrano soprattutto tra il giovedì e il martedì grasso, con falò, parate e sfilate in tutto il paese.