Il settore dei droni è al centro di diverse sperimentazioni per cambiare rotta alla mobilità aerea di nuova generazione in Italia. Trasporto merci, supporto in assistenza sanitaria e (nel futuro) trasporto persone: vediamo cosa sta succedendo e quali sono le prospettive future.

I droni non sono più il futuro ma il presente di una rivoluzione già in atto nel settore dei trasporti e della mobilità. Tali dispositivi di volo sono destinati ad entrare nella prossima quotidianità, anche grazie alle continue sperimentazioni che sono all’origine di rapidissime evoluzioni nel mercato di riferimento.

Mercato dei droni in Italia: i numeri

Il mercato professionale dei droni in Italia è in crescita. L’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata della School of Management del Politecnico di Milano ha calcolato in 118 milioni di euro il valore del mercato italiano dei droni nel 2022, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Le imprese attive sono così segmentate:

  • 81% operatori;
  • 11% distributori e produttori di software;
  • 8% produttori di piattaforma.

Tali numeri rendono l’Italia competitiva, avvicinandola a Germania e Portogallo e posizionandola davanti ad altri 6 Paesi europei, Francia compresa.

Gli ambiti di sperimentazione in Italia

La sperimentazione con i droni nel nostro Paese segue due principali direttrici:

  1. Offrire nuovi servizi nell’ambito della mobilità, relativamente, ad esempio, alla consegna di merci, e ottimizzare gli spostamenti sulle strade extraurbana con attività di monitoraggio e controllo, come il Progetto Falco sulle autostrade, per renderli ecosostenibili e sicuri.
  2. Migliorare il soccorso sanitario con l’utilizzo di droni per il trasporto di materiale biomedicale di prima emergenza. Un caso studio di successo in questo ambito è quello dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma dove i droni hanno supportato con successo il trasporto di materiale biologico tra due poli ospedalieri distanti più di 35 km (Santa Marinella e Palo Laziale).

Cosa dice la normativa sui droni?

Il Regolamento UE 2022/425 sui droni segna un cambio di scenario nella normativa. Le restrizioni sono attualmente derogate grazie all’applicazione del periodo transitorio (fino a dicembre 2023) e alla creazione di una categoria temporanea che autorizza a volare i veicoli appartenenti alla Limited open category. Tali mezzi devono comunque rispettare dei limiti in termini di peso e di distanza da zone residenziali, industriali, o ricreative.

In futuro, il regolamento andrà a disciplinare l’attività dei droni in base ai requisiti tecnici del veicolo e all’indice di rischio dell’operazione: più alto è il rischio verso terzi, persone a terra o altri aeromobili, più i vincoli sono stringenti e più severi sono gli accertamenti da parte di ENAC, l’autorità di riferimento.

La sfida più impegnativa del legislatore sarà in ogni caso quella di trovare un equilibrio tra la dirompente spinta innovativa, le richieste del mercato e la tutela dei cittadini e dei consumatori.

Il ruolo dei droni nella mobilità sostenibile prossima futura

La mobilità sostenibile è legata a doppio nodo con l’innovazione digitale e tecnologica. La rigenerazione green dei trasporti passa dalla trasformazione dei centri urbani, così come li conosciamo, in smart city di nuova generazione.

Il successo della rivoluzione della mobilità urbana digitale dipende da quanto velocemente i nuovi modelli diventeranno operativi e per accelerare tale processo sono in corso progetti, come Urban Intelligence del CNR, che misurano impatti e propongono soluzioni efficienti e resilienti.

In particolare, l’accesso digitale diffuso e l’automazione sono i presupposti dell’intermodalità, parte integrante della Maas (Mobility as a service), finalizzata ad integrare diversi mezzi di trasporto pubblici, privati, o in condivisione, per ottimizzare tempi e percorsi.

E proprio alla mobilità intermodale guarda il futuro dei droni, perché – come ha raccontato il presidente di ENAC, Pierluigi Di Palma, a Infra Journal – un giorno il taxi-drone potrebbe trasportare oltre alle merci anche le persone tra siti urbani e hub aeroportuali (i cosiddetti vertiporti).

Un sogno che per diventare realtà dovrà passare attraverso diversi step sperimentali: da una prima fase con pilota a bordo, a una fase intermedia con pilota a terra in un centro di controllo, fino alla completa autonomia dei sistemi UAS (Unmanned Aircraft System). A quel punto i passeggeri dovranno soltanto impostare la destinazione e ‘godersi’ il passaggio aereo.