Il mercato professionale dei droni in Italia è in crescita, con un giro d’affari di 118 milioni di euro nel 2022, simile ai livelli pre-pandemia. Diverse le applicazioni: sopralluoghi, trasporto, sicurezza, attività di ricerca e soccorso. Gli scenari della mobilità sostenibile includono anche quella aerea, attraverso cui creare nuovi sistemi per lo spostamento di merci e persone, migliorando accessibilità e sostenibilità di città e territori.
Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia le imprese del settore sono 706. Quasi 60.000 gli aeromobili a pilotaggio remoto registrati, di cui 13.921 nel solo 2022. Aumentano gli operatori attivi: 87.007 (+34%). Il mercato italiano si attesta tra i migliori d’Europa.
I droni registrati per uso professionale in imprese e pubbliche amministrazioni sono solo l’8% del totale. In tale quadro, tuttavia, stanno attirando investimenti i progetti di Advanced Air Mobility (AAM): si tratta dei droni più grandi, in grado di effettuare trasporti di beni e persone. Non ci sono ancora profitti, ma va in questa direzione l’apertura a Fiumicino del primo vertiporto d’Italia.
Droni in Italia: situazione e prospettive della AAM
Allo stato attuale, l’unico segmento che genera profitti resta quello dei droni medio-piccoli per il supporto ad attività tradizionali: sui 1137 casi applicativi censiti a livello mondiale (+27% nel 2022), 823 riguardano tale ambito. In esso, il 43% delle attività riguarda ispezioni, il 18% sicurezza e sorveglianza e il 12% ricerca e soccorso. Tra i settori di utilizzo dei droni, 38% nella PA, 19% nella salvaguardia ambientale (19%) e 10% per intrattenimento e media.
Le restanti 314 applicazioni sono relative ai droni grandi della AAM, di cui l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. L’Italia è al secondo posto per numero di casi (9%), dopo gli Stati Uniti (25%) e davanti a Regno Unito (6%) e Australia (5%).
Secondo Paola Olivares, direttrice dell’Osservatorio, «l’Italia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama europeo trainando lo sviluppo del segmento Advanced Air Mobility grazie a forti investimenti, sperimentazioni concrete e programmi per l’introduzione dei servizi. Nel prossimo futuro sarà però fondamentale la conversione delle strategie in piani operativi».
Il futuro dell’Advanced Air Mobility
Il 2022 è stato quindi un anno chiave per il mercato professionale dei droni in Italia. La crescita di sperimentazioni e investimenti delinea un quadro di maggior consapevolezza sui benefici per le imprese e la mobilità sostenibile. Il 78% delle imprese attive ritiene il comparto in forte crescita nei prossimi tre anni, mentre il 60% crede che l’AAR diventerà dirompente nei prossimi cinque.
Anche nell’impervio campo delle norme, l’Italia è ben messa: l’ENAC ha emanato una regolamentazione del settore, una delle prime autorità aeronautiche a farlo. Inoltre, è la prima a livello europeo ad aver redatto un Piano strategico nazionale per lo sviluppo AAM.
Infine, per far fronte alla carenza di finanziamenti, una possibile fonte alternativa è il programma UE Horizon Europe. 362 i bandi per lo sviluppo di progetti con droni pubblicati dal 2001 a oggi dall’Unione Europea, per più di 1 miliardo di euro. 22 di questi hanno conosciuto attivazione nel 2022 (86 milioni il valore complessivo). Altri 12, per 40 milioni, sono in attivazione nel 2023.