Lo stop ai motori endotermici nel 2035 ha rapidamente innescato un effetto domino sui tavoli della politica europea. Si va verso l’accordo tra la Commissione europea e la Germania: sì all’uso dei carburanti sintetici e-fuels nelle automobili per evitare la messa al bando dei veicoli con motori benzina e diesel.

Si attende soltanto il “Sì” dei 27 Paesi membri per ratificare il regolamento che rischia di tagliare fuori dalla ‘partita delle auto’ altre tecnologie innovative. Il testo, infatti, non fa riferimento ai biocarburanti, o bio-fuel, sui quali ad esempio punta l’Italia come soluzione per il taglio delle emissioni di CO2 dei motori endotermici.

E-fuels e biocarburanti: cosa sono e in cosa differiscono?

Con il termine e-fuels si indica una tipologia di carburanti di origine sintetica derivanti da un processo che utilizza l’anidride carbonica nell’aria e l’idrogeno ottenuto per idrolisi.

I biocarburanti, invece, derivano dalla trasformazione di sostanze origine vegetale o animale come i rifiuti organici agricoli, animali, domestici e anche industriali.

Si tratta perciò di tipologie di combustibili uguali, perché non derivanti da risorse fossili, ma molto diverse in termine di produzione e anche di emissioni.

Gli e-fuel sono considerati carburanti neutrali dal punto dell’anidride carbonica (CO2), mentre i biofuel non sono a emissioni zero per quanto abbiano un potenziale di mitigazione delle emissioni variabile a seconda del tipo di biocombustibile utilizzato.

Perché l’Italia punta sui biocarburanti e la Germania sugli e-fuels?

Il diverso processo produttivo di e-fuels e biocarburanti è alla base delle scelte energetiche strategiche.

In Germania, dove le fonti di energia rinnovabile – eolica, idroelettrica, solare – hanno un potenziale produttivo molto elevato, la possibilità di ricavare l’idrogeno attraverso l’idrolisi dell’acqua consente una produzione pulita e neutrale in termini di carbonio e di emissioni.

L’Italia invece attraverso Eni sta sperimentando l’uso nei motori endotermici del biodiesel: un olio vegetale idrotrattato, prodotto negli impianti di Venezia e Gela e distribuito in 50 stazioni di servizio italiane. Può già essere miscelato al gasolio derivato dal petrolio, oppure utilizzato per alimentare autonomamente i propulsori diesel, purché sul libretto di uso e manutenzione sia verificata la compatibilità del motore dell’auto secondo l’omologazione EN 15940 (XTL).

La palla passa alla Commissione

La Commissione Europea è attesa ad esprimersi in merito alla preferenza unica dell’Europa nell’uso dei combustibili sintetici rispetto ai biocarburanti. Da Bruxelles si fa sapere che nella riunione dei ministri dell’energia in programma domani, il regolamento sugli e-fuels è stato aggiunto all’ordine del giorno.

Un’occasione per i rappresentanti dei Paesi Ue di far sentire la propria voce in merito, anche se le agenzie internazionali sono al momento piuttosto sicure: eventuali cambiamenti di rotta dipendono esclusivamente dalla Commissione.

Dovrà essere l’organo collegiale europeo a fare una dichiarazione ufficiale sull’interpretazione del testo in relazione a e-fuels e biocarburanti, laddove questi ultimi sono esclusi a favore dell’impiego dei combustibili sintetici.

Il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans però ha già espresso una chiara posizione: “Il testo sugli e-fuels non sarà riaperto” e tale eventualità di modifica è esclusa anche dal Parlamento Europeo, che considera concluso il lavoro legislativo.