Uno dei paradisi terrestri del nostro Pianeta, l’arcipelago delle Hawaii, svilupperà un grande progetto per ridurre le emissioni di CO2 del 100% entro il 2045. L’obiettivo della principale società di fornitura elettrica è utilizzare solo fonti di energia rinnovabili.

Gli aumenti impressionanti nelle emissioni di anidride carbonica, l’incremento degli eventi catastrofici dovuti al surriscaldamento globale e i danni riportati alla barriera corallina hanno accelerato la nascita di un progetto ambizioso di transizione ecologica.

CO2, la situazione delle Hawaii

Negli ultimi anni le Hawaii hanno registrato un aumento vertiginoso delle concentrazioni di CO₂ nell’aria. L’Osservatorio di Mauna Loa, infatti, nel mese di aprile 2023 ha rilevato una concentrazione di anidride carbonica pari a 424ppm (parti per milione).
Si tratta del valore più alto che sia mai stato raggiunto negli ultimi 65 anni e segnala la gravità della situazione in uno dei posti ritenuti più belli e incontaminati al mondo.

L’anidride carbonica è un gas molto potente e resistente, in grado di persistere nell’atmosfera per molto tempo. La sua presenza nell’atmosfera è causa dell’effetto serra creato dall’anidride carbonica stessa poiché cattura il calore del sole senza disperderlo, contribuendo al fenomeno del surriscaldamento globale.

Oltre all’atmosfera, anche la situazione nelle acque delle Hawaii non è rosea: la barriera corallina, infatti, ha subito una riduzione del 45% dei pesci normalmente esistenti oltre alla presenza del terribile problema dello sbiancamento dei coralli, causato dall’aumento della temperatura dell’acqua e dall’inquinamento.

Il programma per la riduzione delle emissioni di CO2

La Hawaiian Electric – la principale società di fornitura elettrica delle isole – ha ideato il progetto Integrated grid plan: a pathway to a clean energy future per raggiungere il 100% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2045.
Per raggiungere questo obiettivo, il programma intende incentivare la produzione di energia elettrica di 3,7 gigawatt, riducendo così del 70% l’emissione di anidride carbonica entro il 2030, per poi raggiungere la neutralità entro il 2045.
Il progetto prevede infatti l’installazione di circa 50 mila pannelli fotovoltaici per un totale di 125 mila sistemi di accumulo.

Il processo di transizione ecologico nelle Hawaii è iniziato nel 2018 e gli sforzi si stanno concentrando, oltre che alla diffusione di pannelli fotovoltaici da parte di privati, anche nella produzione di energia geotermica, idrogeno da fonti rinnovabili, biocarburanti e la conversione degli impianti fossili già esistenti. Infatti, la Hawaiian Electric è impegnata nella conversione della seconda centrale a carbone più grande sul territorio, concentrandosi sulla produzione di biodiesel e idrogeno.

Anche i costi elevati per il trasporto di carbone e petrolio sulle isole hanno incentivato l’utilizzo di fonti locali più ecologiche, come appunto la tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia elettrica.

Questi investimenti, oltre alla salvaguardia dell’ecosistema locale e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, mirano a rendere l’arcipelago più autonomo energeticamente, a sviluppare la resilienza della rete e a rispondere agli eventi estremi, sempre più frequenti, come le tempeste e gli uragani ma anche gli incendi, che hanno duramente colpito la vegetazione durante la scorsa estate.

Finanza etica e mobilità sostenibile

L’impegno in questi territori ha portato ad un notevole aumento, negli ultimi dieci anni, delle fonti rinnovabili e la loro fornitura copre adesso circa un terzo del fabbisogno delle isole pacifiche, conosciute universalmente per le loro bellezze naturali.
Anche in Europa si registrano successi con città meno inquinate, ma la strada è ancora lunga e gli obiettivi dell’agenda europea 2030 per uno sviluppo sostenibile sono decisamente impegnativi e complessi da raggiungere.

Tutti i Paesi sono concentrati con vari progetti di transizione ecologica per ridurre le emissioni di anidride carbonica, sviluppare l’economia circolare e la decarbonizzazione e, come per il programma hawaiiano, è importante coinvolgere la comunità e tutti gli attori sociali nei vari progetti.
Un peso importante nella partita viene giocato dalla finanza con investimenti e sviluppo di nuovi progetti, in particolare dalla finanza etica impegnata nella crescita del settore della mobilità sostenibile. Una finanza incentrata non solo sui risultati economici ma anche sui vantaggi per l’ambiente e la società, che persegue quindi obiettivi sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale per uno sviluppo più equo e rispettoso.

Investire nella mobilità sostenibile, come stanno facendo molti Paesi, significa ridurre l’emissione di CO2 nell’aria, diffondere una filosofia di condivisione e preservare il Pianeta per le generazioni che verranno.