Il fermo amministrativo della tua auto ti preoccupa? In questa rapida guida troverai procedure e soluzioni utili per orientarti più agevolmente sulla materia. Scopri come gestire il fermo amministrativo in questo articolo di Moveo.

Il fermo amministrativo è, in generale, un atto che blocca materialmente un bene mobile– nel nostro caso, un’auto– per un mancato pagamento o per una specifica sanzione del Codice della Strada. Viene emesso da un agente o concessionario della riscossione, su richiesta di una Pubblica Amministrazione o di un ente competente cui spetta il credito non versato.

In quali casi scatta il fermo amministrativo dell’auto? Quali sono le sanzioni e, soprattutto, come si fa a cancellarlo? In questa guida troverai tutte le informazioni, le procedure e le soluzioni utili per gestire il fermo amministrativo della tua automobile.

Fermo Amministrativo dell’auto: che cos’è?

L’articolo 86 del DPR n. 602/73 regolamenta il fermo amministrativo con particolare riferimento anche alle auto. Secondo la normativa, “il concessionario può disporre il fermo dei beni mobili del debitore o dei coobbligati iscritti in pubblici registri, dandone notizia alla direzione regionale delle entrate ed alla regione di residenza”. Nel caso delle automobili, chiaramente, il pubblico registro di riferimento è il PRA. Se viene disposto il fermo amministrativo, a norma dell’articolo 214 del Codice della Strada, l’auto non può:

  • Circolare;
  • Essere radiata dal PRA;
  • Essere rottamata;
  • Essere esportata all’estero;
  • Essere parcheggiata su suolo pubblico, ma dovrà essere custodita in un luogo privato (cortile, box auto, ecc);
  • Anche se l’auto viene venduta a un terzo, non debitore, dopo la notifica del fermo amministrativo, non potrà circolare.

In quest’ultimo caso, l’acquirente inconsapevole può richiedere la risoluzione del contratto di vendita e la restituzione del prezzo già versato (ex art. 1489 del Codice Civile).

In quali casi si applica il fermo amministrativo?

Il fermo amministrativo dell’auto si applica quando il proprietario o gli intestatari del veicolo non hanno pagato un debito con l’erario. Dunque, anche nel caso di mancato pagamento di multe e del bollo auto, se non precedemente prescritti. Per quanto concerne il superbollo e la sua possibile cancellazione, invece, si dovranno attendere le normative che entreranno in vigore con la nuova riforma fiscale.

Prima di predisporre il fermo amministrativo dell’auto, in ogni caso, l’ente incaricato della riscossione del credito invia una cartella esattoriale. Il debitore ha 60 giorni di tempo, che decorrono dalla data di notifica, per onorare il pagamento o richiedere la rateizzazione delle somme dovute. Decorsi i termini stabiliti, se non è stato saldato il debito o non ne è stata richiesta la rateizzazione, al debitore viene notificato il preavviso di fermo. Questa comunicazione contiene:

  • Informazioni sul debito di riferimento e il relativo importo;
  • La data in cui è stato contratto il debito;
  • Il numero identificativo della cartella esattoriale e la data di notifica.

Dopo la notifica del preavviso, il debitore ha 30 giorni di tempo per saldare le somme dovute prima che il fermo amministrativo dell’auto diventi effettivo. È importante sottolineare che, qualora si ritenga che il provvedimento sia illegittimo, si può fare ricorso. In questo caso, se il fermo è causato dal mancato pagamento di multe stradali, ci si dovrà rivolgere al Giudice di pace. Se, invece, è causato dal mancato pagamento di contributi previdenziali o assistenziali, si dovrà ricorrere innanzi al Tribunale ordinario sezione Lavoro.

I dubbi più frequenti sul fermo amministrativo dell’auto

Ci sono casi in cui la normativa è poco chiara. Vediamo quali:

  • Auto cointestata: in generale non è possibile applicare il fermo amministrativo di un’auto cointestata perché la sanzione graverebbe anche sul soggetto non debitore. Il veicolo, però, deve risultare già cointestato prima della notifica dell’atto;
  • Auto usata: prima di acquistare un’auto è sempre opportuno richiedere una visura della targa. Se il fermo amministrativo è stato applicato prima della vendita dell’auto, l’auto sarà comunque oggetto di tutti i divieti validi a norma di legge. Se invece è stato applicato dopo la vendita, il provvedimento è nullo. L’ente di riscossione, dopo comunicazione dell’ACI, esegue la cancellazione del fermo gratuitamente;
  • Bollo su auto sottoposta a fermo amministrativo: in questo caso emergono i maggiori dubbi interpretativi sulla normativa vigente. Infatti, da un lato la Circolare n. 2/2003 del Ministero delle Finanze dispone l’esenzione temporanea del bollo in caso di veicolo sottoposto a fermo amministrativo. Dall’altro, la Corte Costituzionale (sentenza n. 47 del 2017) ha invece ritenuto legittima la richiesta di pagamento della tassa automobilistica anche nell’eventualità in cui il veicolo sia oggetto di tale provvedimento sanzionatorio.

Sospensione del fermo amministrativo: quando è possibile ottenerla

Il Decreto Legge n. 69/2013 prevede che il fermo amministrativo non può essere applicato sulle auto che servono per l’attività professionale o l’impresa. Il professionista o il titolare dell’azienda- ma non i dipendenti- possono beneficiare di tale agevolazione solo se il veicolo è strumentale all’attività lavorativa. Questa previsione chiaramente non si estende ai medesimi soggetti se l’auto sottoposta a fermo amministrativo viene utilizzata per il trasporto personale o ad uso promiscuo. Dunque, l’utilizzo strumentale previsto dalla normativa deve essere opportunamente documentato.

La sospensione si applica anche nel caso in cui l’auto sia adibita al trasporto di persone diversamente abili. Il veicolo oggetto di sospensione può circolare. Tuttavia, il debito contratto dal proprietario del mezzo non si estingue con tale misura e il corrispettivo dovrà comunque essere versato all’ente concessionario della riscossione.

Auto in circolazione nonostante il fermo amministrativo: le sanzioni

Cosa si rischia a circolare con un’auto sottoposta a fermo amministrativo? Innanzitutto, la multa con una somma che va da 1.984 euro a 7.937 euro. In aggiunta, il veicolo può essere confiscato e l’automobilista rischia la revoca della patente.

Se ci si rifiuta di trasportare e custodire a proprie spese l’auto oggetto di fermo , la multa va dai 774 euro ai 3.105 euro. In questo caso, l’automobilista che non segue le indicazioni fornite dall’organo di polizia che accerta la sanzione può incorrere nella sospensione della patente da 1 a 3 mesi.

Il fermo amministrativo può essere applicato a più di un veicolo per volta ma, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, questo dipende dall’entità del debito. Se l’importo dovuto all’erario va dagli 800 euro ai 2.000 euro, il fermo sarà applicato a un solo veicolo. Se il debito va dai 2.000 euro ai 10.000 euro, saranno invece massimo dieci i veicoli sui quali sarà possibile predisporre il fermo amministrativo. Infine, se l’importo supera i 10.000 euro, diventerà esecutivo su tutte le auto e i veicoli di proprietà del debitore.

Come cancellare il fermo amministrativo: le soluzioni

Se il fermo amministrativo dell’auto è legittimo o i tentativi di ricorso sono falliti, l’unica soluzione per cancellarlo è saldare il debito. Il fermo sarà in tal modo annullato quando l’Agenzia delle Entrate invierà telematicamente al PRA il provvedimento di cancellazione. Dal 1° gennaio 2021 la cancellazione del fermo amministrativo al PRA è gratuita. Le tempistiche per la cancellazione, invece, variano dai 3 ai 5 giorni.

Se è stata richiesta la rateizzazione del debito, il fermo amministrativo dell’auto viene sospeso al versamento della prima rata. Il concessionario della riscossione in questo caso rilascia un certificato che consente all’automobilista di registrare la sospensione al PRA. Come abbiamo visto, però, sebbene la sospensione consente al propritario di circolare con il veicolo, non elimina tutte le altre restrizioni previste dalle normative sul fermo. Pertanto il proprietario dovrà comunque estinguere il debito nella sua interezza.

Ti ricordiamo, infine, che il fermo amministrativo dell’auto non va mai in prescrizione. Si può prescrivere solo il debito cui fa riferimento la cartella esattoriale notificata dall’ente di riscossione.