Il fosforo è un elemento essenziale nella filiera della produzione del cibo, ma negli ultimi decenni il suo ciclo è stato disturbato dall’azione dell’uomo, che ha provocato sprechi e inquinamento delle acque. L’Unione Europea sta però cominciando a muoversi per sfruttare in maniera sostenibile i vantaggi di questo importante minerale.
Quando si parla dei benefici del fosforo, molti lo collegano alla salute dell’uomo. Insieme ad altri minerali come il calcio e il potassio, è fondamentale per il benessere dell’organismo, in particolare quello delle ossa (essendo concentrato per l’85% in esse) e dei denti.
Conosciuto anche con il nome di macroelemento, ha un ruolo primario nella trasformazione del cibo in energia.
Forse non tutti sanno che tale minerale è un elemento chiave anche per il nutrimento di tutte le popolazioni del pianeta, trovandosi alla base dell’agricoltura moderna.
Infatti il fosforo viene impiegato per aumentare le rese dei raccolti. Pur essendo una risorsa presente in abbondanza in alcune parti del globo, la sua lavorazione poco sostenibile crea un allarmante impatto ambientale e un grave inquinamento idrico.
Cos’è il ciclo del fosforo?
Negli ultimi anni i governi e gli enti che monitorano il benessere del pianeta hanno notato che il ciclo del fosforo ha cominciato a presentare dei problemi importanti, che potrebbero aggravarsi con la crescita della popolazione mondiale.
Con ciclo del fosforo si intende un “ciclo biogeochimico che segue il percorso del fosforo attraverso la litosfera, l’idrosfera e la biosfera” (Enciclopedia Treccani).
Per entrare nello specifico, l’erosione delle rocce, che contengono fosfati, permette ai produttori primari di accedere al fosforo. La catena alimentare, invece, consente a questo elemento di passare dai vegetali agli animali, per poi essere espulso e ritornare all’ambiente come rifiuto organico.
I rifiuti organici degli uccelli marini con il tempo si trasformano in rocce fosfatiche. Proprio da queste viene estratto il fosforo utilizzato nei fertilizzanti sintetici.
Le criticità entrano in gioco in questa fase poiché, come fanno notare molti esperti, in alcune zone del mondo si aggiunge troppo fosforo nel suolo, con un conseguente inquinamento, mentre in altre la possibilità di approvvigionamento di questo elemento è così bassa da non riuscire a soddisfare il fabbisogno nutritivo del territorio.
Manca il fosforo e il pianeta ha fame
Secondo uno studio di Martin van Ittersum e altri illustri esperti, entro il 2050 sarà necessario quadruplicare la quantità di fertilizzanti a base di fosforo (circa 24 milioni di tonnellate in più all’anno) per poter soddisfare il fabbisogno nutritivo della crescente popolazione umana.
Attualmente l’impiego di questo elemento non è per nulla efficiente e porta a sprechi e inquinamento. In Asia, ad esempio, si rileva il 44% della perdita di fosforo globale a causa dello sfruttamento dei pascoli. In Europa, invece, vi sono delle riserve fosfatiche limitate e, con l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti a partire dal 2008, il problema è diventato anche di tipo economico.
Il consiglio degli esperti, che diversi paesi stanno cominciando ad accogliere, è quello di fare un uso sostenibile del fosforo, adottando lo strumento del riciclo, ad esempio, per consentire una distribuzione equa di questo elemento in tutto il globo.
Fosforo e inquinamento: gli obiettivi per un futuro sostenibile
La sostenibilità è una tematica di primaria importanza oggi. La rivoluzione green ha coinvolto tutti i campi della società, portando soluzioni come la mobilità condivisa in città, le smart home, che contribuiscono a rendere i centri abitati più ecologici, e l’agricoltura urbana, che riduce l’inquinamento.
Grazie a questa nuova consapevolezza, molte potenze si stanno muovendo per trasformare e rendere sostenibile l’uso delle risorse della Terra. Nel 2021 Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU, ha convocato l’UN Food System Summit per confrontarsi sulla fame in aumento nel mondo e sul ciclo di produzione e consumazione di cibo, che coinvolge anche il fosforo.
L’urgenza di cambiare si lega anche all’inquinamento prodotto dall’impiego di fertilizzanti a base di fosforo. Infatti, l’agricoltura tradizionale che utilizza massicciamente fertilizzanti con fosforo produce la contaminazione delle acque dolci e costiere, con conseguente danno agli ecosistemi. Tutto ciò porta a:
- Rischi sanitari per coloro che consumano l’acqua contaminata;
- Degrado ambientale;
- Proliferazione di elementi che contrastano la biodiversità acquatica.
Un team di 40 esperti ha elaborato un piano, spiegato nel rapporto “Our Phosphorus Future“, supportato da UNEP, dove si invitano i governi a ridurre del 50% l’inquinamento globale da fosforo e aumentare del 50% il riciclo del minerale entro il 2050.
Tutto ciò attraverso il minore impiego di fertilizzanti chimici, l’integrazione delle attività di allevamento di bestiame e produzione agricola, in modo da applicare il fosforo nel letame alle colture, e l’adozione di diete sostenibili.
In conclusione, il fosforo è un elemento fondamentale e ricco di vantaggi per il pianeta, che però dev’essere utilizzato nella maniera giusta per non creare inquinamento e danni alla salute dell’uomo e dell’ambiente.