Divertirsi e, allo stesso tempo, muoversi liberamente in un mondo virtuale. I giochi open world sono sempre più diffusi in tutto il mondo. Perché coniugano l’esigenza di viaggiare a quella di esplorare un universo alternativo.
Il settore dei videogiochi italiano tiene il passo coi tempi. Secondo le analisi svolte dall’Italian Interactive Digital Entertainment Association (IIDEA) nel 2022 sono 14,2 milioni i videogiocatori in Italia, con un’età che va dai 6 ai 64 anni. A dimostrazione che l’industria dei videogiochi è in netta espansione. Così come cresce il pubblico dei giochi open world.
Esploratori, simulazioni spaziali ed eroi tridimensionali: i primi giochi open world
Innanzitutto, per “open world” (mondo aperto) si intende un videogioco nel quale il giocatore può spostarsi e interagire liberamente, nel contesto di una realtà virtuale verosimile o immaginaria.
Il primo gioco open world della storia è Colossal Cave Adventure del 1976. L’avventura testuale- nella quale cioè il giocatore usa comandi di testo per istruire il personaggio- creata da Will Crowther, un programmatore e speleologo che ha ricostruito virtualmente la topografia della Mammoth Cave in Kentucky. Nella prima versione del gioco open world, il protagonista è un esploratore solitario il cui compito è quello di penetrare in una grossa caverna- dove si celano immensi tesori- dalla quale però nessun altro viaggiatore ha mai fatto ritorno. In tal modo, mescolando elementi assolutamente realistici alle tecnologie informatiche, il giocatore si immerge in un viaggio dei sensi. Pur restando comodamente seduto davanti al proprio computer.
Nel 1984, è arrivato Elite. Un videogioco di simulazione spaziale– pubblicato per la prima volta da Acornsoft– nel quale il giocatore, ai comandi di un’astronave, naviga liberamente in un universo tridimensionale. Considerato il videogame open world per eccellenza, è una sorta di precursore del turismo spaziale, possibilità concreta- ma piuttosto costosa- che oggi acquisisce un peso specifico dopo gli investimenti effettuati in tal senso di imprenditori come Elon Musk e Jeff Bezos, ma che alla fine degli anni Ottanta era già incredibilmente alla portata di tutti i videogiocatori di Elite.
Da Super Mario 64 ad Assassin’s Creed: l’evoluzione dei videogame
Dei primi anni ’90 è invece il famosissimo Super Mario 64. Sviluppato da Nintendo EAD è il primo capitolo della saga di Super Mario a presentare una grafica completamente 3D. Supportata, tra l’altro, da un joystick analogico. Lo scopo principale di questo gioco open world è salvare la principessa Peach da Bowser, re dei Koopa e acerrimo nemico di Super Mario. Per riuscirci, il protagonista deve raccogliere più stelle possibili e superare livelli di volta in volta più difficili.
Pubblicato nel 2007, Assassin’s Creed è invece un media-franchise creato da Jade Raymond e Patrice Désilets. Un gioco open world, appartenente alla categoria action-adventure, che ha componenti stealth. In sostanza, i videogiocatori devono riuscire a evitare di essere individuati dai propri nemici virtuali. Solo in questo modo, è possibile superare i vari livelli.
Il primo capitolo della saga è ambientato in Terra Santa, ai tempi delle crociate, ed è incentrato sulla lotta tra l’Ordine Templare e la Confraternita degli Assassini, una fazione che vuole liberare il mondo dai tiranni. A partire dal 2009 cambiano le ambientazioni del gioco: dal Rinascimento italiano alla Nuova Inghilterra durante la Guerra d’indipendenza. E, ancora, i Caraibi nell’età dell’oro della pirateria, Parigi nel corso della rivoluzione francese, Londra al culmine della rivoluzione industriale. Persino l’Antica Grecia, nel periodo delle Guerre del Peloponneso, l’Irlanda, durante il periodo vichingo, e Venezia. Considerato tra i giochi open world più famosi- e diffusi- Assassin’s Creed unisce il fascino della storia alla necessità di viaggiare, consentendo ai giocatori non solo di muoversi liberamente nello spazio, ma anche nel tempo.
I principali generi dei giochi open world
I giochi open world hanno diversi generi, proprio come i film, la musica e i romanzi. Ma, a differenza dei media tradizionali, i videogame consentono ai loro fruitori di modificare la realtà in corso d’opera. Sono i giocatori, che si muovono in una realtà simulata o immaginaria, a scrivere la propria storia, a decidere quanto tempo investire nel gioco e come far muovere il proprio personaggio.
Tra i generi più famosi, troviamo il classico videogioco d’avventura. Le adventure, di solito, sono caratterizzate da una forte componente narrativa ed esplorativa. Scegliendo tra modalità testuale, grafica o dinamica il giocatore supera gli obiettivi del gioco risolvendo enigmi.
Per i videogiochi d’azione, invece, sono necessarie agilità e prontezza di riflessi. In genere, sono giochi open world ricchi di combattimenti che fanno presa soprattutto tra i più giovani. Particolarmente diffuse, infatti, sono le sottocategorie di game stealth e di sopravvivenza: in entrambi i casi lo scopo è sfuggire ai nemici virtuali sopravvivendo all’ambiente circostante.
Infine, ci sono i videogiochi di ruolo e quelli di simulazione. Nei primi, la componente narrativa è fondamentale. Più giocatori sono liberi di caratterizzare i propri personaggi reinventando costantemente anche l’ambientazione del gioco. I secondi, per converso, riproducono un aspetto della realtà in grado d’intrattenere il player, simulando la guida di veicoli, la gestione economica di un’impresa e, persino, le dinamiche dei rapporti sociali.
I cinque giochi open world più popolari
Ecco una classifica dei cinque giochi open world più popolari:
- Elden Ring: considerato tra i migliori videogiochi del 2022, è un action pubblicato da Bandai Namco Entertainment. Le avventure dell’Interregno sono l’ambiente in cui il giocatore esplora, interagisce e raggiunge gli obiettivi;
- Outer Wilds: è un videogioco di azione/avventura sviluppato da Mobius Digital per Microsoft Windows, Play Station 4 e Xbox One. Ambientato in un universo fantasy, il giocatore veste i panni dell’esploratore spaziale. Il suo compito è svelare i segreti del sistema solare in cui si muove, in un gioco caratterizzato da una forte componente esplorativa e narrativa;
- Red Dead Redemption 2: è un gioco open world a tema western, sviluppato e pubblicato da Rockstar Games. Il mondo rappresentato nel videogioco ha caratteristiche estremamente reali. I personaggi che lo popolano hanno delle storie e degli sviluppi personali assolutamente realistici. E la grafica rende l’esperienza totalmente immersiva;
- The Legend of Zelda, Breath of the Wild: è un action/adventure sviluppato da Nintendo EPD nel 2017. Il regno di Hyrule è immerso nella fantasia. Eppure ogni elemento presente nel gioco apre un immenso ventaglio di soluzioni non convenzionali;
- Minecraft: è un gioco d’avventura sandbox sviluppato dall’azienda Mojang Studios. Pensato originariamente come gioco per browser, è stato poi distribuito su Windows, Mac e Linux. Attualmente c’è una versione disponibile anche per dispositivi mobili. Con oltre 238milioni di copie vendute, è uno dei giochi open world più popolari di sempre.
Tokyo Game Show 2023: la vetrina mondiale sui nuovi videogiochi
Il Tokyo Game Show è una delle fiere dei videogiochi più famose. Svoltasi a settembre nella capitale nipponica- una delle città futuristiche del mondo– la rassegna per gli amanti dei videogame è stata una vetrina sulle ultime innovazioni nel settore.
Nel corso dell’evento sono stati presentati nuovi giochi open world. Tra cui, quelli dedicati alla realtà aumentata e quelli basati su tecnologia “blockchain”. Che prevedono, cioè, nuovi modelli di interazione virtuale.
I videogiochi presentati al Tokyo Game Show saranno disponibili su consolle domestiche o pc, smartphone e tablet.
Giochi open world: un nuovo modo di viaggiare
I giochi open world sono ormai un fenomeno culturale di massa. Dei media unici nel loro genere che ricalcano i linguaggi di quelli tradizionali, pur differenziandosene nettamente: l’interattività dei videogiochi consente ai loro fruitori un’esperienza immersiva, tanto più reale perché coinvolge i sensi e stimola fantasia, ingegno e creatività.
Allo stesso tempo, i giochi open world potrebbero rappresentare una nuova frontiera del turismo sostenibile. In totale assenza di emissioni inquinanti, viaggiatori di ogni età possono spostarsi liberamente senza lasciare la propria casa, esplorando nuovi luoghi, andando alla scoperta di lingue e culture differenti, risvegliando la propria curiosità e la sete di conoscenza.
Infatti, questi videogiochi offrono ambienti virtuali estremamente dettagliati e realistici. Attraverso la realtà virtuale (VR) o altre tecnologie avanzate, i giocatori possono sentirsi come se fossero fisicamente presenti in questi mondi, ed esplorare ambienti vasti e variegati che spesso si ispirano a luoghi reali o fantastici. Questa possibilità di “viaggiare” al di là dei limiti geografici può attrarre in particolare persone che sono fisicamente limitate nel loro viaggiare o che non possono permettersi di visitare luoghi lontani.