Oggi 22 marzo 2023 si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, il World Water Day, istituito per ricordarci che stiamo arrivando “all’ultima goccia”. La crisi climatica globale ha assetato la Terra: servono soluzioni urgenti per evitare situazioni catastrofiche sia per l’ambiente, che per il sistema economico.

Perdita dei ghiacciai, siccità, crisi alimentare e produzione di energia a rischio: le conseguenze della crisi idrica causata dal cambiamento climatico sono a dir poco allarmanti.

Basterebbero questi fenomeni a giustificare la Giornata mondiale dell’acqua che richiama l’attenzione anche sull’impatto economico e sulla riduzione del PIL (Prodotto Interno Lordo) globale.

Emergenza acqua, clima e disparità sociali sono direttamente proporzionali: il rischio di siccità, di inondazioni e di danni nei Paesi a basso reddito cresceranno con il procedere del surriscaldamento globale.

Qual è il significato della Giornata mondiale dell’acqua?

Come la Giornata internazionale delle foreste, che cade il 21 marzo, anche la Giornata mondiale dell’acqua è stata istituita, il 22 dicembre 1992, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come risultato della conferenza di Rio.

Dal 1993, il 22 marzo è diventato il World Water Day: giorno in cui ci si ferma a pensare al valore dell’acqua e alle conseguenze derivanti dallo spreco e dalla progressiva perdita.

In Italia, la fotografia la scatta il WWF che in occasione della Giornata mondiale dell’acqua analizza la crisi idrica attraverso il report tematico: “L’Ultima goccia. Crisi e soluzioni del prosciugamento climatico”:

  • Su 7,8 miliardi di esseri umani circa 4 miliardi subiscono i danni di una grave carenza d’acqua per almeno un mese all’anno.
  • I fenomeni estremi legati alla crisi climatica sono causa di improvvisi eccessi d’acqua: tra il 1970 e il 2019, il 31% di tutte le perdite economiche sono in relazione con le inondazioni.
  • La produzione globale di energia termoelettrica e idroelettrica subisce una riduzione del 4/5% dei tassi di utilizzo degli impianti durante gli anni di siccità.
  • Tra il 1983 e il 2009 circa tre quarti delle aree coltivate globali hanno subito perdite indotte dalla siccità meteorologica, per un valore di 166 miliardi di dollari.
  • I cambiamenti del ciclo idrogeologico, con conseguenti siccità, inondazioni e precipitazioni, ampliano la forbice tra i Paesi del mondo e sono causa del cosiddetto eco gender gap.

Le soluzioni globali contro la sete del Pianeta

Clima e gestione non funzionale delle acque evidenziano la necessità di rivedere l’uso e la tutela del patrimonio idrico.

A livello planetario l’obiettivo prioritario è la neutralità carbonica entro il 2050, come previsto dall’Accordo di Parigi firmato da 195 paesi, inclusa in blocco l’Unione europea.

La azioni da intraprendere prevedono incentivi ai progetti ispirati alle soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions, NBS) finalizzate al ripristino e alla conservazione sostenibile dei serbatoi naturali di carbonio.

L’uso sostenibile dell’acqua dovrà poi tenere conto del valore economico delle quote da riservare all’agricoltura e agli usi civili, industriali e ambientali all’interno di un bilancio idrico complessivo.

Un ruolo importante lo giocherà anche la ‘rinaturazione’ degli ecosistemi d’acqua dolce per favorire il ripristino del ciclo naturale e un progressivo adattamento ai cambiamenti climatici.

Rinaturazione e consapevolezza: le risposte italiane alla crisi idrica

In Italia il WWF sottolinea l’importanza di armonizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come quella idroelettrica, con la gestione a lungo termine delle risorse idriche nazionali.

Tale equilibrio si raggiunge attraverso la cura della salute dei fiumi e il recupero e la buona gestione degli impianti esistenti.

Il progetto di rinaturazione del Po, in questo senso, è focale: si tratta del progetto di riqualificazione ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici più grande in Italia con un investimento di 357 milioni di euro del Recovery Fund del PNRR.

Ultima, ma non meno importante, serve una maggiore consapevolezza nel risparmio dell’acqua per uso quotidiano. In Italia siamo tra i primi consumatori in Europa per il consumo medio giornaliero. Se calcoliamo che il minimo quantitativo vitale è circa 50 litri al giorno, c’è ancora molto da fare per abbassare l’attuale soglia di circa 230 litri medi al giorno pro capite.