Muoversi senza auto per abbattere le emissioni e creare una mobilità sostenibile: forse solo una speranza destinata a impattare con la realtà quotidiana, ma ci sono segnali incoraggianti. Grazie alla sharing mobility e alle due ruote, meglio se elettriche. Ecco come cambiano gusti e preferenze degli utenti in Europa e in Italia,
Muoversi senza auto almeno per un giorno, optando per mezzi di trasporto alternativi per dimostrare che il mondo può viaggiare anche senza la quattro ruote. Il 22 settembre è il World Car Free Day, la Giornata mondiale senza auto, ideata dall’organizzazione World Carfree Network (WCN) e introdotta nel 2000.
L’obiettivo è chiaro: abbattere le emissioni inquinanti a favore di una mobilità sostenibile, limitando anche l’inquinamento acustico e dando la precedenza ai pedoni piuttosto che ai ciclisti. “Questo giorno dovrebbe essere una vetrina per come le nostre città possono apparire senza auto per 365 giorni all’anno”, è l’intento di World Carfree Network.
È davvero possibile o si tratta solo di una speranza destinata a confrontarsi con la dura realtà quotidiana? C’è davvero una propensione degli utenti a preferire altri mezzi all’automobile, almeno nei grandi centri urbani? A leggere i dati degli ultimi anni, la risposta è sì. Nuove abitudini si stanno facendo strada e sono sotto i nostri occhi, spinte dalla sharing mobility.
L’elettrico spinge le due ruote
Secondo l’azienda di analisi francese Fluctuo, tra il 2022 e il 2023 sul territorio europeo la diffusione di e-bike messe a disposizione del pubblico è cresciuta dell’11%, mentre quella delle biciclette tradizionali ha fatto registrare addirittura un +25%. Non arretrano i monopattini, con il loro +11%. Al contrario cedono il passo gli scooter, la cui copertura si è contratta del 5%.
Nella sharing mobility rientrano ovviamente le automobili, che sono aumentate del 6% e che, soprattutto, rappresentano l’11% della flotta di mezzi di trasporto in condivisione. Una fetta di torta ben più magra rispetto alle due ruote. Sono infatti le e-bike a guidare la classifica: costituiscono il 38% del totale, posizionandosi davanti anche ai monopattini che si fermano al 37%.
La classica bicicletta è giù dal podio (8%), gli scooter chiudono con il 7%.
Le e-bike piacciono quindi, e non poco. Il loro punto di forza è nella tecnologia che le contraddistingue. Sono dotate di un motore elettrico che viene alimentato da una batteria ricaricabile. In questo modo il ciclista beneficia di un’assistenza durante la pedalata, che risulta più fluida e spedita.
Circolano sulle strade cittadine e non solo: sono un servizio apprezzato nelle località turistiche, specialmente in montagna per arrampicarsi lungo i sentieri immersi nella natura, anche se non si è perfettamente allenati.
Un risvolto molto interessante balza all’occhio quando si analizza il quadro sui Paesi produttori. Nell’epoca del drago cinese in materia di motori elettrici, nel 2021 è stata Taiwan la nazione che ha fornito più biciclette elettriche all’interno dell’Unione europea: secondo Eurostat, 480.000 unità provenivano dall’isola asiatica.
Una vittoria di larga misura sul Vietnam che con le sue 169.000 unità batte invece in volata proprio la Cina (163.000). Quarta posizione per la Turchia (101.000), quinta per la Svizzera (57.000).
L’Italia pedala sempre di più
La società di consulenza Mobility Foresights prevede per il 2027 un mercato dell’e-bike europeo dal valore complessivo di 29 miliardi: più del doppio rispetto ai 14 miliardi registrati nel 2022. La strada è dunque in salita, ma per una volta è un fattore positivo. Tanto c’è il motore elettrico che dà una mano, giusto?
In questo contesto nel quale le e-bike si dimostrano l’alternativa preferita all’automobile, l’Italia dà il suo contributo. Sempre secondo i dati elaborati da Mobility Foresights, nel 2027 il mercato italiano è destinato a superare il muro del miliardo di euro (1 miliardo e 120 milioni). Se tra il 2021 e il 2022 la crescita è stata più contenuta, ha poi accelerato in modo sensibile: 740 milioni per il 2023, destinati a salire a 814 milioni nel 2024 e a 908 milioni nel 2025.
È l’attenzione alla sostenibilità a fare da traino per l’opinione pubblica. Un sondaggio di YouGov dell’agosto 2022 indica che per il 65% degli italiani le e-bike sono principalmente destinate alle persone con una consapevolezza ambientalista. Un risultato ben al di sopra della media Ue (52%), dove invece sono considerate anche un’ottima soluzione per le persone più anziane, in particolare nei Paesi Bassi, terra delle due ruote a impatto zero.
In Italia, al contrario, le generazioni sono più che altro una barriera: quelle più propense ad usare le e-bike sono Millennial e Gen Z. In Olanda hanno grande presa su Baby Boomer e gli Over 50 in generale.
Il mercato più promettente è quello tedesco, con proiezioni di valore al 2027 di 2 miliardi e 140 milioni rispetto al miliardo e 450 milioni attuale. I Paesi Bassi sono gli altri grandi protagonisti, manco a dirlo. Nel 2023 il mercato e-bike è di 1 miliardo a 475 milioni, con uno scatto a 2 miliardi e 650 milioni di euro entro quattro anni.
Niente clacson, parcheggi selvaggi e code infernali, ma solo il dolce pedalare senza nemmeno faticare troppo. Il 22 settembre, Giornata mondiale senza automobili, ce lo possiamo immaginare così.