Milano è una città magnifica, ma a volte bisogna prendersi un giorno o anche solo mezza giornata di break per respirare e ricaricare le batterie. Se hai voglia di staccare la spina, ti consigliamo una gita fuori porta Milano: bastano pochi chilometri per cambiare aria e ritrovarsi in mezzo alla natura o a passeggiare tra le strade di luoghi ricchi di storia e posti magnifici che meritano di essere visitati almeno una volta nella vita. Cosa vedere fuori Milano? Dai un’occhiata alla nostra top 10 e scegli la meta giusta per te.
Gite fuori porta Milano: cosa devi sapere per organizzarne una?
Gli impegni di tutti i giorni, lo stress e il caos cittadino di una grande città come Milano possono diventare opprimenti e se l’unica cosa che vorresti fare è preparare lo zaino e saltare in macchina per allontanarti da tutto questo, non è necessario aspettare le prossime ferie per partire e nemmeno avere a disposizione tutto il weekend: basta avere a disposizione anche solo una manciata di ore per concedersi una gita fuori porta Milano.
Che si tratti di un giorno o di un fine settimana, organizzare gite fuori porta Milano è sempre un’ottima idea per ricaricare le batterie e ritrovare il buonumore. Allontanarsi dalla città significa avere la possibilità di respirare aria pura, ritrovarsi in mezzo alla natura, staccare completamente la spina dal mondo digitale e concedersi un po’ di tempo per sé stessi o, perché no, anche per la famiglia o gli amici.
Per vivere una piacevole esperienza e trascorrere giornate indimenticabili, tuttavia, è importante non lasciare niente al caso, organizzarsi bene e raccogliere tutte le informazioni necessarie sulla meta che si intende raggiungere. Ad esempio, se non hai mai avuto modo di visitare il luogo che ti interessa, è importante informarsi su cosa vedere e da dove iniziare la visita, se ci sono attività da svolgere nella zona e, last but not least, quali sono i migliori ristoranti o trattorie in cui mangiare le specialità locali. Insomma, è importante pianificare bene la gita, in modo da non perdere tempo prezioso una volta giunti a destinazione e trarre il massimo beneficio dal proprio giorno di relax.
Ecco alcuni consigli che ti saranno utili per organizzare gite fuori porta Milano:
- Scegli una meta che si trova a meno di un’ora dalla città. In questo modo non dovrai affrontare traffico e code e avrai più tempo a disposizione per goderti la gita;
- Informati bene sulla meta che intendi raggiungere. Se non hai mai visitato il luogo, cerca di capire quali sono i posti da vedere assolutamente e se sono previsti eventi come sagre o fiere;
- Prepara il tuo itinerario in base alle tue esigenze e ai tuoi gusti. Se viaggi con la famiglia, ad esempio, scegli un percorso che possa interessare anche ai bambini, in modo da trascorrere una giornata piacevole e rilassante;
- Prenota il tuo posto in agriturismo o al B&B se vuoi pernottare nella zona. In questo modo non dovrai affrontare il viaggio di ritorno in giornata e potrai goderti la gita fino in fondo;
- Prepara uno zaino leggero ma completo, in modo da avere tutto l’occorrente a portata di mano. Non dimenticare di mettere una giacca perché, anche se fa caldo in città, nella zona che intendi visitare potrebbe far freddo. Ricordati anche di aggiungere un kit di pronto soccorso che può tornare utile in caso di piccoli incidenti. Non dimenticare di portare con te la macchina fotografica per immortalare i momenti più belli della gita;
- Tieni sotto controllo il meteo e parti solo se le condizioni atmosferiche sono favorevoli. Il maltempo, infatti, potrebbe compromettere la gita e renderla meno piacevole;
- Le gite fuori porta possono essere un’ottima occasione per fare qualche giro in bicicletta o a piedi, alla scoperta della natura circostante. Se non vuoi affrontare il viaggio in auto, cerca di scegliere un luogo raggiungibile anche con i mezzi pubblici;
- Avere un piano d’azione non significa seguirlo alla lettera. Lasciati guidare dalle tue sensazioni e dagli imprevisti: se, ad esempio, durante la gita incontri qualcuno che ti suggerisce un percorso diverso da quello previsto, non esitare a cambiare programma e goderti il nuovo itinerario.
Ora che sai come organizzare al meglio la tua gita fuori porta Milano, non ti resta che scegliere la meta giusta per te. Se non hai ancora deciso dove andare, dai un’occhiata alla nostra top ten dei luoghi da visitare nei dintorni di Milano e scegli la tua prossima destinazione.
Abbazia di Chiaravalle, tra opere d’arte e Grana Padano
Situata nella campagna milanese, a pochi chilometri dalla città, l’Abbazia di Chiaravalle, conosciuta anche con il nome di Santa Maria di Roveniano, è un complesso monastico cistercense situato nel parco agricolo Sud Milano, tra il quartiere Vigentino e il quartiere di Rogoredo.
Fondata nel XII da San Bernardo di Chiaravalle, l’abbazia è uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia e se ami i luoghi ricchi di storia, arte e cultura questo è sicuramente il posto che fa per te. All’interno del magnifico monastero, immerso in un incantevole scenario naturale, potrai ammirare gli affreschi di artisti importanti dell’area milanese, come Bernardino Luini e i fratelli Fiammenghini, e le colonne annodate, poste sul lato nord-ovest del chiostro, che indicano l’unione tra il cielo e la terra. Quello che forse non sai è che secondo la tradizione, tra le antiche mura dell’Abbazia di Chiaravalle, attorno all’anno Mille, i monaci cistercensi misero a punto la ricetta di un famoso formaggio italiano DOP a pasta dura e cotta e a maturazione lenta, conosciuto in tutto il mondo: stiamo parlando del Grana Padano, un prodotto nato dalla necessità di conservare l’eccedenza del latte, alimento essenziale nella dieta medievale. Per non sprecare la grande disponibilità di latte fresco, conseguenza del diffondersi degli allevamenti di bestiame, grazie alle bonifiche dei terreni e alle opere idrauliche volute dai monaci cistercensi, il latte veniva cotto in apposite caldaie e successivamente si aggiungeva il caglio prima di procedere con la salatura e la stagionatura. Il risultato era un formaggio dalle caratteristiche simili a quelle che oggi conosciamo, ovvero a pasta dura e dal sapore dolce a saporito a cui inizialmente fu dato il nome di caseus vetus che in latino significa “formaggio vecchio o invecchiato”. In seguito fu il popolo a ribattezzarlo “grana” in virtù della sua consistenza granulosa.
Ti consigliamo di visitare anche l’antico Mulino di Chiaravalle, la suggestiva struttura medievale, distribuita su due piani, parte del secolare complesso monastico cistercense e affacciata su un ampio giardino che ospita un orto. Non si può salutare l’Abbazia di Chiaravalle senza prima essersi fermati a fare acquisti presso la Bottega dei monaci: qui troverai una vasta gamma di prodotti elaborati e confezionati dai monaci, come mieli, marmellate, confetture e composte, birre di tradizione monastica, vini e liquori, salumi e formaggi caserecci, dal sapore autentico, golosi dolci, come biscotti e tavolette di cioccolato, piante ed erbe officinali, cosmetici e molto altro ancora. Naturalmente, non manca il Grana Padano che nella Bottega dei monaci è disponibile in due stagionature introvabili. E se prima di dedicarti agli acquisti vuoi provare con mano i prodotti del territorio, tappa obbligata al Ristoro dell’Abbazia dove puoi concederti una pausa rilassante tra profumi e sapori della tradizione monastica.
Abbazia di Morimondo, un luogo suggestivo e ricco di storia
Dall’Abbazia di Chiaravalle a quella di Morimondo, situata nell’omonima località ai confini con il territorio di Pavia, un’altra meta perfetta per una gita fuori porta Milano all’insegna della storia, dell’arte e della natura. Anche l’Abbazia di Morimondo è un antico monastero cistercense, tuttavia l’edificio, rispetto alle chiese cistercensi del XII secolo, tende verso il gotico poiché la sua edificazione risale al 1182 e i lavori furono terminati nel 1269. Se già da fuori l’abbazia ti colpisce per la sua bellezza, una volta all’interno non potrai fare a meno di ammirare il chiostro, caratterizzato dalla presenza di colonne in arenaria, sormontate da capitelli decorati con motivi ispirati al mondo vegetale, la sala dello Scriptorium, finemente decorata, la sala del Lavoro, sobria e sontuosa, e il coro ligneo, importante esempio di arredo rinascimentale.
La visita all’Abbazia di Morimondo non solo ti offre l’occasione di scoprire le origini dell’architettura gotica, ma anche di conoscere da vicino la vita dei monaci cistercensi, custodi di una grande tradizione spirituale e culturale che si tramanda di generazione in generazione. Al termine della visita, puoi anche prendere parte a una delle attività proposte dalla Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, come il “Sentiero delle erbe”, una passeggiata nelle campagne morimondesi, in compagnia di una guida naturalistica del Parco del Ticino, alla ricerca delle erbe utilizzate dai monaci cistercensi per preparare pillole, pastiglie, infusi e decotti, così come descritto negli antichi erbari, oppure il “Laboratorio erboristeria”, un percorso per imparare a riconoscere alcune delle erbe ancora oggi presenti nei campi intorno al monastero e arrivare a realizzare rimedi e ricette di uso più comune, come impacchi o unguenti.
Un’altra iniziativa molto interessante, adatta anche alle famiglie con bambini, è Sentieri antichi, un’escursione, condotta da una guida naturalistica del Parco del Ticino, che inizia con la visita al prato cinto del monastero cistercense per poi immergersi nel territorio naturale che circonda il borgo. Oltre alle numerose attività organizzare presso l’Abbazia, un evento che ti consigliamo di non perdere è sicuramente Trecentesca, la manifestazione internazionale di ricostruzione storica medievale ambientata nell’epoca viscontea e legata alla battaglia di Casorate.
Anche il piccolo borgo di Morimondo, immerso nella Valle del Ticino, merita una visita, soprattutto se ami passeggiare tra le stradine di campagna di paesi dall’atmosfera autentica e rilassante. E per gli appassionati delle due ruote non mancano piste ciclabili da percorrere in sella alla propria bici alla scoperta di un territorio ancora incontaminato. E per una pausa pranzo immersi nella natura, tra i sapori della tradizione e ricette tipiche rivisitate in chiave gourmet, segna in agenda questo indirizzo: Ristorante Casina Caremma, via Cascina Caremma 2 (Besate), un agriturismo fuori Milano, poco distante dall’Abbazia di Morimondo, dove puoi degustare piatti preparati con ingredienti biologici e a km zero.
Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, una gita all’insegna della natura
Il parco naturale lombardo della Valle del Ticino è la meta ideale per chi cerca un po’ di tranquillità e vuole trascorrere qualche ora a contatto con la natura, magari in compagnia degli amici a quattro zampe, lontano dal caos della città. Situato lungo le rive del fiume Ticino, interamente in Lombardia, il parco forma una cintura verde intorno alle città di Milano, Pavia e Varese, formando un’area di 91.410 ettari compresa tra il Lago Maggiore ed il Po.
Primo parco regionale italiano ad essere istituito, nonché primo parco fluviale europeo, il parco naturale lombardo della Valle del Ticino, oltre a numerose riserve e oasi naturalistiche, al suo interno ospita anche castelli, in particolare le fortezze di Vigevano, Somma Lombardo, Pavia e Mirabello, torri di avvistamento, edifici monastici, come l’abbazia di Bernate Ticino e la già citata Morimondo, e i santuari della Madonna delle Grazie, a Garlasco, e della Madonna della Ghianda, a Somma Lombardo. Insomma, un luogo ideale per una gita fuori porta da Milano all’insegna della natura e della storia.
Il paesaggio del Parco Naturale del Ticino si caratterizza per la presenza di boschi, giardini, campi coltivati, numerosi fontanili e antichi sistemi di coltivazioni che convivono accanto a grandi opere idrauliche, a cui si aggiungono altri elementi tipici del paesaggio agrario che caratterizza la zona.
La Valle del Ticino è un vero e proprio scrigno di biodiversità, dove alla grande varietà di ambienti corrisponde una ricca presenza di specie animali e vegetali, come il persico reale e la trota marmorata, donnole, scoiattoli e ghiri, picchi, sparvieri e falchi pellegrini, solo per citarne alcuni. La maggior parte del territorio è occupata da boschi ricchi di latifoglie, ma non mancano anche querce, castagne, pioppi, noccioli e salici. All’interno del territorio del Parco del Ticino si estende una rete di percorsi escursionistici adatti a tutti, grandi e piccini, esperti escursionisti e amanti del trekking, ma puoi anche prenotare una visita guidata in compagnia di una guida naturalistica ed escursionistica, oppure visitare una fattoria didattica per scoprire da vicino i segreti dell’agricoltura sostenibile.
Lungo i vari percorsi non mancano gli agriturismi, dove fermarsi per un pranzo a base di prodotti tipici del territorio e piatti della cucina tradizionale, oltre a numerose aziende agricole e cascine, punti di riferimento per chi desidera acquistare direttamente dai produttori frutta, verdura, formaggi e salumi di qualità.
Trezzo sull’Adda, il borgo affacciato sulle rive del fiume Adda
A volte basta allontanarsi di pochi chilometri dal caos della città per scoprire gioielli nascosti come il piccolo borgo di Trezzo sull’Adda, situato sulle rive del fiume Adda, a poco più di 30 km da Milano, un luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato.
La storia di Trezzo sull’Adda è legata a doppio filo alle acque del fiume, che hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo del borgo, già abitato nel 222 a.c., periodo a cui risale un primo insediamento romano durato fino all’invasione dei Longobardi nel 569 d.c. Incastonata tra le rive del fiume e il verde dei monti, la cittadina è collocata in un contesto ambientale e culturale unico e di grande interesse storico, artistico e naturalistico: basti pensare che il suo panorama ha fatto da sfondo ad alcune tele di Leonardo da Vinci ed è stato citato da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi.
Tra i luoghi d’interesse più importanti del borgo meritano di essere menzionati il Castello Visconteo, una fortezza costruita nella metà del 1300 da Barnabò Visconti, con la sua torre a pianta quadrata alta più di quaranta metri, la Villa Viscontea Crivelli, oggi Biblioteca Comunale intitolata ad Alessandro Manzoni, e il Santuario della Divina Maternità, presso la frazione di Concesa, al cui interno è custodita l’opera La madonna del Barcaiolo, in passato venerata dai barcaioli che dal fiume Adda portavano i loro carichi fino a Milano sul Naviglio Martesana.
Non si può non citare anche la straordinaria centrale idroelettrica Taccani, in puro stile Liberty e collocata ai piedi dell’imponente Castello Visconteo, costruita all’inizio del Novecento per volere di Cristoforo Benigno Crespi, titolare di una celebre industria cotoniera e fondatore del vicino villaggio di Crespi d’Adda, oggi sito Unesco, altro gioiello del territorio che ti consigliamo di visitare. La centrale, tutt’oggi funzionante è senza dubbio l’impianto più scenografico e conosciuto della zona e al suo interno ospita un museo virtuale dedicato all’energia rinnovabile. Se vuoi scoprire tutti i segreti di Trezzo sull’Adda e del suo territorio, puoi partecipare alla visita guidata Passeggiata sul Lungo Fiume organizzate dalla Pro Loco Trezzo, un percorso a piedi di circa 1 ora e 30 minuti che comprende:
- Accompagnamento intorno al promontorio lungo il fiume, con cenni ambientali e naturalistici;
- Leonardo, vita invenzioni e i preziosi Legami con le acque del Fiume;
- Centrale Taccani in esterna: funzionamento e storia;
- Opera di restituzione delle acque e conche di navigazione Leonardesche;
- Salita sulla torre del castello Visconteo per vista panoramica della Pianura.
La natura è il tuo elemento e per te ogni occasione è buona per una gita fuori porta all’insegna della scoperta del territorio circostante? Allora non ti resta che visitare l’Oasi Le Foppe del WWF, a poco distanza dal centro urbano di Trezzo sull’Adda, una riserva naturale di grande interesse naturalistico e paesaggistico, ma soprattutto botanico (in particolare per la flora acquatica) e ornitologico, che si estende in un’area di circa 11 ettari all’interno del Parco Adda Nord.
L’Oasi Le Foppe è un gioiello naturalistico che ti farà dimenticare lo smog e il caos della città, permettendoti di riscoprire i ritmi lenti della natura e di ricaricare le batterie. Dopo tanto girovagare non resta che concedersi una rilassante e golosa pausa da Corbara, una barca con bistrot e lounge bar sul fiume Adda, dove gustare i prodotti tipici del territorio.
Vigevano, la “città ideale”
Popolata fin dall’età preromana, come testimoniano i numerosi reperti archeologici scoperti in varie aree del territorio comunale, considerata il salotto buono degli Sforza nella Lomellina e famosa per essere stata a lungo uno dei più importanti centri di produzione di scarpe nel mondo, la città di Vigevano, a pochi passi da Milano, è una delle più belle d’Italia.
La Piazza Ducale, gioiello del Rinascimento padano, ne fanno un gioiello urbanistico di grande interesse: lunga 134 metri e larga 48, la scenografica piazza, nel cuore della città, è tra le più famose del Belpaese e fu costruita per volere di Ludovico il Moro su disegno di Leonardo Da Vinci in soli due anni, tra il 1492 ed il 1494, come anticamera del castello divenuto residenza ducale. Tuttavia, il suo aspetto dattuale è dovuto in buona parte agli interventi del 1680. Racchiusa su tre lati da edifici porticati omogenei e sul quarto lato dalla facciata della cattedrale di Sant’Ambrogio (o duomo di Vigevano), dominata dalla torre del Bramante, la struttura più alta della città (57 metri), Piazza Ducale ti stupirà per la sua bellezza e per la sua eleganza.
Da non perdere anche il Castello Visconteo-Sforzesco che insieme a Piazza Ducale forma il meraviglioso complesso monumentale frutto di un lavoro durato due secoli sotto le dinastie milanesi dei Visconti e degli Sforza. Il castello si presenta come un insieme di edifici che occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile ed è uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa.
Ti basti pensare che potrebbe contenere addirittura due volte Buckingham Palace, tre volte la basilica di San Pietro e sei volte il Duomo di Milano. Puoi accedere al castello attraverso diverse vie:
- Direttamente dalla Piazza Ducale, attraverso la scalinata sotto i portici;
- Da Corso della Repubblica/angolo via del Popolo (accesso disabili): si accede al cortile principale su cui si affacciano le scuderie, il Maschio, la Falconiera, la Torre del Bramante;
- Dal cortile principale, attraverso la strada coperta, si raggiunge l’area della Cavallerizza da via Rocca Vecchia, si accede all’area della Cavallerizza e da lì, attraverso una delle due strade coperte, si raggiunge il cortile principale del castello. L’altra strada coperta conduce invece a via XX settembre:
- Da via XX settembre, attraverso la strada sotterranea si accede all’area della Cavallerizza.
Il castello ospita è anche sede del Museo Internazionale della Calzatura Pietro Bertolini (MIC) che ti suggeriamo di visitare per ammirare da vicino calzature provenienti da tutto il mondo e rappresentative dell’evoluzione nelle diverse epoche storiche. Al suo interno sono conservate anche scarpe appartenute a personaggi storici, tra cui la pianella risalente alla fine del XV secolo e attribuita alla duchessa Beatrice d’Este.
Il modo migliore per scoprire tutti i segreti dello straordinario complesso monumentale costituito dalla Piazza Ducale e dal Castello Visconteo-Sforzesco? Prenotare una visita guidata alla fortezza e alla città presso l’Infopoint di Vigevano, telefonando al numero 0381 691636 oppure scrivendo un’email all’indirizzo infopointcastello@comune.vigevano.pv.it.
Un altro luogo imperdibile si trova a circa 2 km a sud della città ed è la frazione di Sforzesca, dove sorge la grande cascina Colombarone, fatta costruire nel 1486 su commissione di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, duca di Milano.
Dalla cultura all’arte della cucina, una meta imperdibile a Vigevano è senza dubbio la Pasticceria Dante, a due passi da Palazzo Ducale, tappa obbligata per scoprire un simbolo della città: il Dolceriso che secondo la tradizione è stato sfornato per la prima volta nelle cucine del Castello Sforzesco. La storia di questo dolce risale alla primavera del 1491 anno e racconta che Beatrice d’Este, la raffinata giovane moglie di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, desiderasse un dolce speciale da offrire al signor suo consorte e agli ospiti che qui vi trascorrevano tutto il die et persino a mezza nocte passata in zoghi e feste. Nacque così il Dolceriso, ripieno di quel riso la cui coltivazione si andava affermando nelle terre del Vigevanasco, che oggi come allora, è considerato una vera espressione rinascimentale. Il Dolceriso del Moro ha un guscio di pasta frolla, ottenuta mescolando farina di grano, burro, zucchero, uova, aromi, con un ripieno di riso e latte, pinoli, mandorle, cedro candito, farina di mandorle e acqua di rose.
Soncino, tra i borghi più belli d’Italia
Il borgo di Soncino, che fa parte del circuito Borghi più belli d’Italia ed è facilmente raggiungibile da Milano tramite l’autostrada A35, si trova in provincia di Cremona e sorge al centro della pianura lombarda, sulla sponda destra del fiume Oglio che lo separa dalla vicina provincia di Brescia. Attraverso un percorso ciclistico che si snoda in zone di grande interesse storico e paesaggistico è collegato ai comuni di Crema e Pizzighettone.
Le origini di Soncino sono ancora oggi avvolte nel mistero: presso il Museo Civico Archeologico Aquaria, ospitato all’interno della splendida cornice architettonica della Rocca Sforzesca, sono presenti testimonianze e reperti che indicano un’intensa frequentazione del territorio, ma senza un’indicazione certa di chi fondò l’abitato soncinese. Secondo l’ipotesi più accreditata, il piccolo borgo fu fondato dai Celti, come indicato presumibilmente dall’etimologia del nome che deriverebbe da So Kin re delle acque, poi ripreso dai Romani come Aquaria. Tuttavia, un’altra tesi sostiene che l’origine del nome sia da ricercare nella parola latina sonchus, nome dell’insalata selvatica presente nelle campagne della zona e molto simile alla cicoria che produce le radici amare per cui Soncino è nota in gastronomia.
Tra i principali punti d’interesse della città, oltre la già citata Rocca Sforzesca, eretta tra il 1473 e il 1475, conosciuta anche con il nome di Castello di Soncino, c’è l’antichissima chiesa di Santa Maria Assunta, o pieve di Santa Maria Assunta, che conserva traccia delle numerose trasformazioni che l’hanno interessata, dalla fase romanica alla riforma tardo-cinquecentesca, a cui si aggiungono elementi barocchi, neoclassici e neogotici, la splendida chiesa di San Giacomo, edificata nel XIV secolo al posto di un antico ospizio per i pellegrini, con l’elegante chiostro che risale al 1456, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, che sorge poco fuori dal borgo, al cui interno è custodito l’affresco dell’Assunzione della Vergine di Giulio Campi. Inoltre, a pochi passi dalla Rocca di Soncino puoi ammirare il mulino di Sant’Angelo con la sua ruota a pale, ancora in funzione.
Merita una visita anche il Museo della Seta, nei pressi della stupenda Rocca Sforzesca, nella cornice dell’ex Filanda a Soncino, che offre in visione ai visitatori la possibilità di osservare da vicino gli antichi strumenti per la produzione della seta. Dopo aver visitato le meraviglie di Soncino dedicati alla scoperta dei sapori e dei profumi del territorio presso il Ristorante Molino San Giuseppe, in via Borgo Sotto, 4, ai piedi della rocca.
Villa Litta Lainate, un luogo da favola
Risalente al XVI secolo, Villa Visconti Borromeo Arese Litta, conosciuta semplicemente come Villa Litta di Lainate, sorge nell’omonimo comune a poca distanza da Milano, ed è una delle più belle ville di delizie in Italia. Fu il Conte Pirro I Visconti Borromeo, intorno al 1585, a ideare il complesso ispirandosi alle ville medicee toscane che vanta un meraviglioso giardino in cui si trova il Palazzo Delle Acque, meglio noto come Ninfeo.
Il monumentale Ninfeo, o “edificio di frescura”, suggestivo complesso architettonico costituito da una successione di ambienti decorati a mosaico e con grotte artificiali, destinato ad accogliere la ricca collezione di dipinti e sculture di proprietà del conte, è considerato uno degli esempi più importanti in Italia Settentrionale per la ricchezza delle decorazioni e la varietà dei giochi d’acqua: grazie a sofisticati meccanismi idraulici governati da abili fontanieri, il Ninfeo è ancora oggi messo in funzione nelle serate d’estate. Progettato dall’architetto Martino Bassi, e realizzato tra il 1585 e il 1589, il suggestivo edificio ti conquisterà con le sue magnifiche statue, i meravigliosi mosaici, le splendide grottesche e tutte le altre opere che rimandano alla classicità romana, a cui si aggiungono le numerose fontane e le straordinarie invenzioni di ingegneria idraulica, capaci di stupire ancora oggi i visitatori. Naturalmente non possiamo dimenticare l’importanza dei palazzi ospitati all’interno del complesso di Villa Litta: dalla Riposteria, l’edificio più antico, risalente al Cinquecento, al Palazzo del settecento o “Quarto Nuovo”, con porticato a tre arcate, colonne di granito a gruppi di tre e immense sale con soffitti affrescati e splendide balconate in ferro battuto.
I giardini che formano il parco di Villa Litta, e che si estendono dietro i palazzi per tre ettari, ti lasceranno senza fiato: qui oggi si contano alberi appartenenti a 56 specie differenti e arbusti, classificati in 15 specie. Da un raro Ginko Biloba la cui probabile messa dimora risale al 1850-55, ad alcuni Cedri dell’Atlante, dalle Magnolie grandiflore, alle Querce, ai Bagolari. Dalle sue origini e sino al XIX secolo, la villa ha ospitato una serie di personaggi di grande rilievo: dal compositore tedesco Bach, allo scrittore francese Stendhal, passando per il poeta italiano Carlo Porta e lo scrittore Ugo Foscolo, fino allo storico, letterato e politico Cesare Cantù.
Il modo migliore per conoscere la storia che si cela dietro a questa splendida dimora è partecipare a una delle visite guidate diurne, notturne o addirittura in costume. Una volta conclusa la visita non buttare via il biglietto ma presentalo presso gli esercizi convenzionati con Associazione Villa Litta che applicano condizioni agevolate presso bar, ristoranti, agriturismi, ma anche hotel, locande e Bed & Breakfast.
Montevecchia, nel cuore della Brianza
Immersa nel verde della Brianza, Montevecchia è un piccolo comune nella provincia di Lecco, sede del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Le colline su cui sorge il dominano il territorio del Meratese, nella Brianza nord-orientale. Destinazione ideale per chi ama la natura e lo sport, a Montevecchia si possono percorrere ben 11 sentieri diversi immersi nel parco che attraversano da Nord a Sud e da Ovest a Est il territorio protetto, toccando tutti i comuni che fanno parte del Consorzio di gestione dell’area protetta.
Ti suggeriamo di cominciare il tour alla scoperta del borgo iniziando dal Santuario della Beata Vergine del Carmelo, la chiesa di origini medievali situata in cima alla collina di Montevecchia, che conserva due cappelle riccamente affrescate: in quella di sinistra troverai una Decollazione di San Giovanni Battista, opera attribuita Giulio Campi, oltre ad altri dipinti databili tra il XVI e il XVIII secolo, mentre in quella di destra, così come il presbiterio, ospita affreschi di Andrea Appiani. Inoltre, dalla terrazza del santuario potrai godere di una splendida vista su buona parte della pianura Padana, dell’arco alpino e degli Appennini fino quasi a Bologna.
L’itinerario prosegue alla scoperta di Villa Albertoni Agnesi, in largo Agnesi 2, costruita nel XVIII secolo e con interni rococò, dalle sale e salotti affrescati e finemente decorati, e dotata di due giardini splendidi giardini, uno all’italiana, con statue, balaustre e una grande fontana con Venere sul delfino, e uno all’inglese, ricavato sul fianco della collina, con alberi e prato. Vale la pena visitare la villa non solo per l’architettura del palazzo e dei giardini, ma anche perché l’antica a dimora è stata la casa di Maria Gaetana Agnesi, riconosciuta come una delle più grandi matematiche di tutti i tempi, prima donna autrice di un libro di matematica e prima anche a ottenere una cattedra universitaria di matematica presso l’Università di Bologna.
Vuoi portare a casa un souvenir gastronomico di Montevecchia? Devi sapere che il comune è noto per la produzione di erbe aromatiche, in particolare salvia e rosmarino, riconosciuti come Prodotti agroalimentari tradizionali lombardi, formaggini di latte vaccino, anch’essi riconosciuti come prodotti agroalimentari tradizionali, e vini, in particolare il Pincianèl, il classico vino rosso dell’Alta Brianza, con denominazione IGT dal consorzio Terre Lariane. Per acquistare i prodotti del territorio e degustare la cucina tipica, ti consigliamo di visitare Terrazze di Montevecchia, azienda vitivinicola della Brianza dove puoi gustare in tranquillità le specialità enogastronomiche da portare a casa una volta conclusa la tua gita fuori porta.
Cavernago, il paese dei due castelli
Nel cuore della pianura bergamasca, a circa 12 chilometri a sud-est dal capoluogo orobico, sorge il piccolo comune di Cavernago conosciuto come il “paese dei due castelli“. Infatti, nonostante le dimensioni ridotte, il paese ospita due meravigliosi manieri, ovvero il castello di Cavernago e quello Malpaga, che si ergono maestosi nella pianura e sono entrambi visitabili. Il primo, costruito nel 1243, è dotato di quattro torri angolari, fossato a ponte levatoio, un grande cortile con doppio loggiato e numerose sale decorate con affreschi risalenti al XVII e XVIII.
Il castello di Malpaga, invece, fu acquistato nel 1456 da Bartolomeo Colleoni che lo ristrutturò, rendendolo una inespugnabile fortezza, ed è un edificio riccamente affrescato e perfettamente conservato. Non solo castelli: a Cavernago potrai ammirare anche la splendida chiesa parrocchiale di San Marco, edificata probabilmente per volontà di Bartolomeo Colleoni e dedicata al santo patrono di Venezia a cui il condottiero era molto legato, e la chiesa di San Giovanni Battista, edificata forse nel 1456, in cui sono conservate opere di grande valore, tra le quali l’altare maggiore del 1645 e il dipinto di san Sebastiano opera di Giulio Cesare Procaccini, la Madonna Santo Rosario di Gian Paolo Cavagna, dipinto che raffigura Francesco Martinengo Colleoni con la moglie Beatrice Langosco e i sei figli, e la Predicazione di san Giovanni Battista di Vincenzo Angelo Orelli.
Dopo aver passeggiato per le strade di Cavernago, alla scoperta delle sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, è d’obbligo concedersi una sosta gourmet presso la Locanda dei Nobili Viaggiatori, dotata di un bellissimo giardino all’aperto affacciato direttamente sul Castello di Malpaga, dove potrai degustare una cucina che propone prodotti di stagione, rigorosamente bergamaschi e a chilometro zero, nel nome delle tradizione.
Parco della Preistoria di Rivolta d’Adda
Se vuoi organizzare una gita fuori porta dedicata interamente ai bambini, non c’è niente di meglio che una giornata al Parco della Preistoria di Rivolta d’Adda, a poco più di 30 minuti da Milano.
Il parco, immerso in una zona boscosa di oltre cento ettari, coperta di alberi secolari, offre ai visitatori la possibilità di fare un tuffo nel passato e scoprire, i segreti della preistoria. All’interno del parco si possono ammirare circa 50 ricostruzioni a grandezza naturale appartenenti a 34 specie preistoriche, tra cui artropodi, pesci, anfibi, rettili arcaici, dinosauri, pterosauri, plesiosauri, mammiferi e uomini primitivi.
Il meraviglioso itinerario botanico ti permetterà di apprezzare ciò che resta dell’antica foresta di latifoglie che ricopriva queste zone. Qui, olmi, pioppi, biancospini e robinie si affiancano alle viole, primule e vinche del sottobosco, mentre nella zona paludosa potrai ammirare nasturzi, ninfee, salici, lenticchie d’acqua. Il parco ospita anche una grande varietà di fauna, dagli animali che vivono liberi nel bosco come scoiattoli, lepri, ricci, talpe, ghiri, tassi, innumerevoli insetti e anfibi a quelli in semi-libertà come cervidi, asini, cavalli, capre e pecore.
Imperdibile la visita al Museo Paleontologico con tre diorami, 30 pannelli didattici e 60 reperti, tra calchi e fossili, presentati dal simpatico dinosauro Darwin, che permettono a grandi e piccini di fare un salto indietro nel tempo attraverso le Ere del pianeta Terra, in modo giocoso e interattivo. E se vuoi vivere un’esperienza davvero magica insieme ai più piccoli della famiglia, percorri lo splendido Labirinto costituito da siepi di circa 1,80 metri di altezza e si estende per quasi 1000 mq.
Il parco mette a disposizione dei visitatori parcheggio gratuito, punti di ristoro, aree attrezzate per i pic-nic, un trenino turistico ed un parco giochi per una giornata all’insegna del relax e del divertimento che farà felici grandi e piccini.