Torino è una città magnifica, piena di storia e cultura. Ma a volte anche il caos e lo stress della vita quotidiana possono essere troppo. Se hai bisogno di un po’ di relax e vuoi evadere dalla città per qualche ora o anche solo per un giorno, ti consigliamo di organizzare una gita fuori porta Torino. Ci sono tantissimi posti meravigliosi che si possono visitare a poche ore da qui: ti basta scegliere la meta dalla nostra top 10 e riempire la valigia. Dalle montagne che offrono panorami mozzafiato ai piccoli borghi medievali, passando per le tranquille colline dove poter fare delle splendide passeggiate e degustare le specialità locali, ce n’è per tutti i gusti. Che aspetti? Non ti resta che metterti in viaggio!
Gita fuori porta vicino a Torino: le bellezze della natura e i tesori storici a due passi dalla città
Torino è indubbiamente una delle città più belle d’Italia, ricca di storia e cultura, tuttavia anche la prima capitale del Regno d’Italia, a volte, può risultare caotica e stressante. Se hai bisogno di staccare un po’ la spina, ti consigliamo di organizzare una gita fuori porta: a pochi chilometri dal capoluogo ci sono infatti tanti luoghi meravigliosi da scoprire, dalle montagne ricche di panorami spettacolari alle piccole cittadine medievali del Piemonte, senza dimenticare le tranquille e verdi colline, perfette per una rilassante passeggiata.
Una gita fuori porta a Torino è il modo migliore per immergersi completamente nella natura e godere della bellezza del paesaggio, ma anche per scoprire le antiche tradizioni caratterizzano questa regione, i tesori culturali, la buona cucina e le prelibatezze enogastronomiche locali. Allontanarsi di pochi chilometri dalla città è un ottimo modo per ritrovare il benessere e la serenità, spesso messi a dura prova dalla frenesia della vita quotidiana, e ricaricare le batterie, sia da soli che in compagnia.
Organizzare una gita fuori porta è quindi un’ottima idea per staccare dalla routine e concedersi un po’ di relax, ma anche per esplorare i tesori storici e naturalistici del Piemonte e immergersi nella sua cultura ricca di fascino. Se non hai tempo di organizzare la gita e sei alla ricerca di idee, ti consigliamo di dare un’occhiata alla nostra selezione dei migliori luoghi da visitare a breve distanza da Torino. Non ti resta che preparare tutto l’occorrente e partire alla scoperta delle meraviglie che circondano la città!
Susa, la “Porta d’Italia”
Una delle mete più suggestive per una gita fuori porta a Torino è sicuramente Susa, un piccolo borgo piemontese ricco di fascino. Situato sull’antica via per la Francia e conosciuto anche come “Porta d’Italia“, Susa è situata nel tratto terminale della pianeggiante Bassa Valle di Susa e il suo centro storico è dominato a ovest dalla collina del Castello della Contessa Adelaide, che ospita il Museo Civico della città, e a nord dallo sperone roccioso su cui sorgeva il Forte della Brunetta e dal profilo del Monte Rocciamelone che appartiene al territorio del vicino Comune di Mompantero.
Alle spalle della città terminano invece le “Gorge“, il profondo canyon in cui scorre la Dora Riparia. Considerato un punto di passaggio strategico già in epoca romana, a Susa si incrociano i percorsi sfruttati anche dalla Via Francigena, per i passi del Moncenisio (tramite la Val Cenischia) e del Colle Clapier (tramite la Val Clarea), entrambi in direzione della Francia del Nord, del Monginevro, tramite l’Alta Valle Susa, in direzione di Francia del Sud e Spagna, e del Colle delle Finestre, verso la confinante Val Chisone.
Susa ti stupirà per la ricchezza di edifici e luoghi d’interesse storico, nonostante le dimensioni ridotte della cittadina alpina, e per l’affascinante stratificazione di epoche che ha caratterizzato la storia del luogo: lo dimostrano i resti risalenti all’epoca romana, come l’acquedotto e le porte di accesso alla città, le case urbane medioevali, e i tre importanti complessi religiosi: la Cattedrale di San Giusto, del XI secolo, situata nel centro storico della città, pieve battesimale di Santa Maria Maggiore, la più antica e importante chiesa battesimale di Susa e della Valle, e il convento dei Frati Minori di Susa è un complesso francescano fondato nel primo quarto del XIII secolo. Dopo aver visitato la città, per terminare la gita con un’esperienza di gusto indimenticabile, ti suggeriamo di prenotare un tavolo presso L’Osteria della Marchesa, in Via Montenero 4, dove potrai assaggiare i deliziosi piatti locali: dalla bagna cauda al marron glacé, passando per la carne cruda e il bagnèt.
L’antica Abbazia di Novalesa
Se cerchi un luogo poco distante da Torino, ideale per una gita in tranquillità e serenità, non puoi non visitare l’Abbazia di Novalesa, o abbazia dei Santi Pietro e Andrea, circondata da un paesaggio che ispira pace e relax. Questa abbazia benedettina, tra le più antiche di tutto l’arco alpino occidentale, sorge nel comune di Novalesa, in Val Cenischia, una valle secondaria della Val di Susa, e fu fondata nell’VIII secolo e più precisamente il 30 Gennaio 726. Citata anche nel celebre romanzo di Umberto Eco “Il nome della Rosa”, l’abbazia visse il suo periodo di maggior splendore in epoca carolingia prima di essere saccheggiata e distrutta, tra il 906 e il 926, dai Saraceni. Venne nuovamente ricostruita nella prima metà dell’XI secolo, da un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia di Breme, e nel corso del XVII secolo passò dai frati benedettini ai cistercensi fino al 1798. In seguito, durante il regno di Napoleone, passò nelle mani dei monaci trappisti di Tamié e fu poi trasformata, nella seconda metà dell’Ottocento, in un albergo per le cure termali volere del governo piemontese. Nel 1972 la provincia di Torino ricomprò tutto il complesso e affidò nuovamente la gestione ai monaci benedettini proveniente da Venezia.
Oggi il complesso dell’Abbazia di Novalesa comprende l’edificio monastico, la chiesa abbaziale, il parco e le quattro cappelle medievali che si trovano al suo interno, tra cui spicca quella dedicata a Sant’Eldrado che presenta uno tra i più significativi cicli affrescati del XI secolo, raffigurante le scene della vita di Sant’Eldrado e di San Nicola.
Ti consigliamo di visitare anche il Museo Archeologico dell’abbazia, attivo dal 2009 e ospitato nelle sale dell’antico refettorio dei monaci e nel portico prospettante sull’antico cortile dei novizi, che raccoglie i reperti emersi nel corso degli scavi e delle indagini archeologiche compiuti tra il 1978 e il 2008, oltre a due sezioni dedicate alla storia monastica e al restauro del libro. La chiesa è aperta tutti i giorni dall’alba all’imbrunire. Il primo sabato del mese al mattino e la terza domenica del mese al pomeriggio è possibile partecipare alle contemplative dell’abbazia e trattenersi nel parco dell’abbazia e presso le cappelle in silenzio per immergersi nella bellezza della natura e nella quiete spirituale del monastero. Per prenotarsi è sufficiente inviare un’email a visite@monastica.eu.
Una volta conclusa la visita, ti suggeriamo di raggiungere la polenteria La Ramasse, in Via Trieste 15, in località Moncenisio, a poca distanza dall’abbazia, per una pausa pranzo all’insegna della tradizione e della genuinità delle specialità piemontesi.
Ricetto di Candelo, il suggestivo borgo medievale
La “Pompei medievale del Biellese” dista poco più di 70 chilometri da Torino ed è un complesso architettonico situato nel comune di Candelo ed inserito nella lista dei Borghi più Belli d’Italia. Non tutti sanno che il “ricetto” è una struttura fortificata, tipica dell’epoca medievale e diffusa nell’Italia settentrionale, in particolare in Piemonte: si tratta di un insieme di case, dette “cellule”, circondate da mura e torri che fungevano da riparo per la comunità agricola in caso di pericolo.
Il Ricetto di Candelo è il più intatto di tutti quelli sparsi sul territorio regionale e un tempo gli abitanti del luogo lo utilizzavano come deposito per i prodotti agricoli, in tempo di pace, o come rifugio durante la guerra oppure in caso di pericolo. L’ottimo stato di conservazione del ricetto si deve proprio alla cultura contadina: nelle “cellule”, infatti, fino a pochi anni fa si faceva il vino e veniva conservati i prodotti frutto del lavoro della terra.
Il ricetto è composto da circa 200 edifici che occupano un’area di circa 13.000 metri quadrati, dalla tipica forma pentagonale, e grazie alla sua posizione ti permette di godere di una splendida vista sull’intero comprensorio delle Prealpi biellesi, a nord, e verso la Riserva naturale orientata delle Baragge, in direzione sud, un altro luogo che ti consigliamo di non perdere se ami le lunghe passeggiate a contatto con la natura. Inoltre, all’interno della Riserva sono presenti due percorsi ciclabili: Masserano-Gattinara (lungo circa 13,5 Km) e Romagnano Sesia (percorso ad anello, lungo circa 7 Km). Oggi, le “cellule” del ricetto non sono adibite ad abitazioni, ma ospitano botteghe d’arte e laboratori creativi di artigianato ed eventi, oltre a strutture imperdibili, tra cui il Centro di documentazione dei Ricetti in Europa, il Museo del paesaggio naturale e storico della vitivinicoltura e il Piccolo Museo delle cose di Cucina e Pasticceria che, oltre a raccoglie centinaia di oggetti, macchinari ed attrezzature di uso popolare o professionale, ospita il centro studi sulla cultura gastronomica locale e piemontese, con la sua importante biblioteca ed emeroteca tematica a disposizione di studiosi od appassionati (le visite sono possibili su appuntamento).
Il ricetto di Candelo è anche sede di manifestazioni culturali e di spettacolo, inoltre è stato set di set per le riprese degli sceneggiati televisivi La freccia nera e l promessi sposi: la parodia e per il film Dracula 3D di Dario Argento.
Insomma, un luogo da non perdere per gli appassionati di storia e cultura, ma anche gli amanti della cucina locale che alla locanda La Greppia, situata proprio all’interno del ricetto, possono gustare i tipici piatti della tradizione piemontese.
Il maestoso Forte di Fenestrelle
Dalla “Pompei medievale del Biellese” alla “Grande Muraglia Piemontese“, ovvero il Forte di Fenestrelle, o Fortezza di Fenestrelle, un complesso fortificato eretto dal XVIII al XIX secolo a Fenestrelle, in Val Chisone.
La maestosa fortezza si sviluppa lungo tutto il fianco sinistro della valle e nel nel 2007 è stata inserita nella lista dei 100 siti storico-archeologici di rilevanza mondiale più a rischio dal il World Monuments Fund. Questo grande gigante in muratura fu costruito nel XVIII secolo per volere del re Vittorio Amedeo II, che incaricò l’ingegner Ignazio Bertola di occuparsi del progetto, allo scopo di proteggere il confine franco-piemontese. I lavori di costruzione che portarono alla nascita di quella che diventerà la fortezza alpina più grande d’Europa, iniziarono nella primavera del 1728 e si protrassero per oltre un secolo: l’ultimo cantiere chiuse infatti nel 1850. A dispetto del suo ruolo di sentinella e baluardo difensivo del territorio, la Fortezza di Fenestrelle non fu mai teatro di assedi o assalti degni di nota da un punto di vista storico, al contrario fu protagonista di eventi minori ed è passata alla storia per essere stata soprattutto una prigione di stato, comune e militare. Dopo la seconda guerra mondiale, e fino al 1990, il forte fu completamente abbandonato tanto che la vegetazione iniziò ad invadere e scardinare le mura e il complesso rischiò di perdere la sua integrità a causa dello scorrere del tempo e dell’incuria umana. Solo grazie all’intervento dell’Associazione Progetto San Carlo, oggi il Forte di Fenestrelle è un complesso monumentale aperto al pubblico ed è diventato un luogo amato da turisti e appassionati di Storia che vogliono scoprire cosa quali segreti si nascondono dietro il muro della fortezza. Nel dettaglio, la costruzione è formata da 3 forti e 7 ridotte, uniti ed indipendenti fra loro, collegati da spalti, bastioni, scale e 28 risalti, per una superficie complessiva di 1.350.000 metri quadrati.
Tra gli elementi di maggior interesse ci sono la scala interna, detta Scala Coperta, composta da circa 4.000 gradini, che permetteva di raggiungere tutti i forti che compongono la struttura senza dover mai uscire, e la scala esterna, o Scala Reale, composta da 2.500 gradini che veniva utilizzata dal re quando si recava in visita. A quota 1400 metri, è situata l’opera più antica delle fortificazioni di Fenestrelle, ovvero il Forte Tre Denti, mentre il complesso più importante e meglio conservato dell’intera fortificazione è il Forte San Carlo che da solo occupa circa 1/3 della superficie totale e al suo interno ospita i palazzi e le strutture principali, tra cui il Palazzo del Governatore. Degni di nota sono anche gli imponenti risalti che costituiscono la parte più spettacolare e scenografica dell’intera fortezza. È possibile visitare il Forte di Fenestrelle scegliendo tra diversi tipi di esperienze, tutte gestite dai volontari dell’associazione Progetto San Carlo: da “La passeggiata Reale“, della durata di 7 ore, a “Un viaggio affascinante dentro le mura“, della durata di 3 ore circa, fino alla “Alla scoperta del San Carlo” per cui è necessaria non più di un’ora.
Ti ricordiamo che, indipendentemente dal tipo di visita, la prenotazione è obbligatoria. Alla fine della visita puoi fermarti per uno spuntino al Cafè des Forcats, all’interno degli spazi del Forte, dove potrai degustare alcuni piatti della tradizione piemontese e fenestrellese, preparati con cura e seguendo le ricette originali.
Laghi di Avigliana e Sacra di San Michele
Se ti piace la natura e vuoi concederti una gita fuori porta a Torino, non perdere l’occasione di visitare i meravigliosi laghi di Avigliana. Situati a circa mezz’ora dalla città, questo scenario naturale dai mille colori è un vero e proprio paradiso per gli amanti della vita all’aria aperta, che qui possono cimentarsi in numerose attività organizzate dal Circolo Nautico di Avigliana: dalle escursioni a piedi o in MTB allo sci nautico, dal wakeboard alla canoa, passando per sup e kayak.
Parzialmente protetti da una riserva naturale, i laghi di Avigliana, di origine morenica e separati da uno stretto istmo, sono due: il Lago Grande, detto anche Lago della Madonna, e il Lago Piccolo, conosciuto come Lago di Trana e un tempo chiamato Lago di San Bartolomeo, dal nome della borgata che si affaccia sulla sua sponda meridionale. Camminando lungo le sponde dei due specchi d’acqua ti potrà capitare di osservare da vicino numerose specie di uccelli tra cui aironi cenerini, germani reali, folaghe, svassi e gallinelle d’acqua che popolano il contesto naturale. Le stagioni migliori per osservare la ricca avifauna sono l’autunno e l’inverno, ma anche la primavera è un buon momento per concedersi una gita ai laghi di Avigliana. D’estate invece il Lago Grande è una meta particolarmente amata per le sue acque limpide e cristalline, perfette per un tuffo rinfrescante, mentre il Lago Piccolo, con i suoi boschi e canneti, regala un riparo rinfrescante a chi cerca un po’ di tranquillità.
Non distante da questi laghi si trova la Sacra di San Michele, o abbazia di San Michele della Chiusa, l’imperdibile e incredibile complesso architettonico arroccato sulla vetta del monte Pirchiriano, tra i monumenti più belli del Piemonte. L’abbazia sorge su un imponente basamento di 26 metri, a 960 metri di altitudine, ed ha ispirato a Umberto Eco l’ambientazione del suo famoso libro “Il nome della rosa”. Puoi raggiungere la Sacra di San Michele in auto, bus, treno, in bicicletta oppure a piedi, tramite tragitti di diversa lunghezza e difficoltà: Sentiero N° 501 Frazione Mortera-Avigliana, Sentiero N° 502 da Sant’Ambrogio di Torino-Tratto della Via Francigena, Via Ferrata Carlo Giorda, sul versante nord del Monte Pirchiriano.
Sul sito web dell’abbazia, nella pagina Informazioni-Come arrivare-Percorsi e sentieri, trovi tutte le informazioni che ti servono per organizzare la tua gita alla Sacra di San Michele: dal percorso in auto a quello in bici, fino alle indicazioni per raggiungere l’abbazia tramite tragitti pedonali. E dopo una giornata di camminate che cosa c’è di meglio di un pranzo gustoso in un agriturismo che propone specialità tipiche locali? Noi ti consigliamo La Soldanella, in Corso Moncenisio 96 a Rosta, località poco distante dai Laghi di Avigliana e dalla Sacra di San Michele, dove potrai gustare le ricette di cucina autentica, genuina e a KM 0.
Reggia di Venaria e Parco della Mandria
La Reggia di Venaria Reale, o più semplicemente La Venaria Reale, una delle residenze sabaude parte del sito seriale Unesco iscritto alla Lista del Patrimonio dell’Umanità dal 1997, si trova a 10 km da Torino ed è uno dei luoghi ideali dove trascorrere qualche ora lontano dal caos cittadino, tra ambienti storici e un giardino immenso.
Puoi raggiungerla comodamente in bicicletta, scegliendo uno dei servizi di bike sharing attivi nella città di Torino, come Helbiz, Reby e RideMovi, per muoverti in modo più ecologico e nel pieno rispetto dell’ambiente.
Progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte, la reggia fu commissionata dal duca Carlo Emanuele II che voleva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese. Proprio per questo motivo la scelta su dove far sorgere la reggia ricadde sulla zona ai piedi delle Valli di Lanzo, un territorio che si estende per un centinaio di chilometri fino alle montagne alpine, giungendo a sud e a est in prossimità del capoluogo, caratterizzato dalla vicinanza degli estesi boschi, detti del Gran Paese, ricchissimi di selvaggina. Questo grandioso complesso alle porte di Torino, con 80.000 metri quadri di edificio monumentale e 60 ettari di giardini, è un capolavoro dell’architettura e del paesaggio che ti lascerà letteralmente a bocca aperta. L’edificio è un gigantesco percorso espositivo incentrato sulla storia e l’arte sabauda, dove trovano spazio anche produzioni artistiche contemporanee, e vanta alcune vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: dall’incantevole scenario della Sala di Diana, progettata da Amedeo di Castellamonte, alla maestosa Galleria Grande, dalla solenne Cappella di Sant’Uberto, agli imponenti spazi delle Scuderie Juvarriane, realizzate su progetto del celebre architetto Filippo Juvarra, fino alla spettacolare Fontana del Cervo, con i suoi 100 getti d’acqua alti fino a 9 metri che la sera danzano seguendo il ritmo di musiche antiche e contemporanee.
Oltre a La Venaria Reale, il Parco della Mandria costituisce un’altra tappa imperdibile di una gita fuori porta a Torino. Primo parco regionale ad essere istituito in Italia e più grande parco cintato d’Europa, Il parco naturale La Mandria è un’area naturale protetta che dista circa 30 minuti dalla Reggia ed è uno dei più importanti siti di Rete Natura 2000, la rete di parchi e delle aree protette creata dall’Unione Europea. L’area è popolata da numerose specie protette, come il gufo, la civetta e il picchio nero, ed è considerata un vero bosco planiziale, ossia un ambiente presente anticamente nella Pianura Padana e che oggi sopravvive in quelle poche zone che sono state risparmiata dal disboscamento ed alla conversione agricola effettuata tra il XI e il XX secolo.
Il Parco naturale La Mandria si estende, alle spalle del grandioso complesso monumentale della Reggia di Venaria Reale e al suo interno si trovano il Castello della Mandria, chiamato anche Borgo Castello, una residenza reale dei Savoia che iscritto nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1997, e oltre 20 edifici storici, tra cui il Castello dei Laghi, la Bizzarria, antiche cascine e una chiesetta di origine romanica con vicini resti di un ricetto medioevale.
Dai capolavori architettonici, culturali e storici alle opere d’alta cucina, come quelle del ristorante Dolce Stil Novo, situato all’ultimo piano della Reggia di Venaria, appena sopra la Galleria di Diana, con vista mozzafiato sui giardini, sulla Peschiera, sulla Corte d’Onore e sulla Fontana del Cervo. Un’ambientazione magica, in cui l’estetica del panorama si coniuga perfettamente con il gusto della tradizione, e ti regala un’esperienza davvero indimenticabile.
Lago di Candia, tra natura e relax
Circondato dalle verdi colline moreniche, con le Alpi sullo sfondo che incorniciano il panorama, il Lago di Candia è una meta perfetta per chi desidera immergersi nella natura e dimenticare il frenetico ritmo della vita quotidiana.
Questo incantevole specchio d’acqua, scrigno di biodiversità e tra le più importanti zone umide del Piemonte, è inserito fra i Siti di Rete Natura 2000 come SIC (Sito d’Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a Protezione Speciale), perché ospita molte specie di uccelli acquatici, nidificanti o di passaggio, tra cui il tarabuso, il tarabusino, l’airone rosso e, in particolare, la moretta, che ha fatto del parco una dei principali siti di nidificazione in Italia, una ricca flora idrofila, che comprende le Nymphaea alba (ninfea bianca) e la Nuphar luteum (ninfea gialla), e specie vegetali rare o in pericolo di estinzione, come la Hottonia palustris (violetta d’acqua). Oltre all’ambiente lacustre, a rendere particolarmente interessante l’area del parco sono gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati.
Se ami gli sport acquatici puoi praticare sup, canottaggio e kajak, ma non mancano anche sentieri per la mountain bike o per lunghe passeggiate all’insegna del relax. O ancora, puoi noleggiare una barca a remi per un romantico giro in compagnia di chi ami. Per completare la giornata all’insegna del relax, puoi concederti una sosta in uno dei ristoranti del parco, dove assaggiare una cucina strettamente legata al territorio.
Ti suggeriamo il ristornate Cantun di Candia Canavese, in Via Sottorivara 2 a, che offre una vasta scelta di piatti tipici realizzati in veste moderna, ma senza trascurare le tradizioni. Se sei in cerca di un’occasione per dedicarti a te stesso o alla tua famiglia non puoi non considerare il Lago di Candia come destinazione per una gita fuori porta. Con i suoi luoghi incantati e la sua ricca vegetazione, è infatti il posto perfetto per chi vuole dimenticare lo stress della quotidianità e rilassarsi assaporando momenti di tranquillità in armonia con la natura.
Saluzzo, il borgo piemontese tra arte e storia
A circa un’ora di distanza da Torino, ai piedi del gruppo montuoso del Monviso, allo sbocco delle valli Po, Bronda e Varaita, si trova Saluzzo, un piccolo borgo medievale incantevole e affascinante. Percorrendo le sue stradine storiche potrai riscoprire le bellezze dell’arte e della cultura del passato e ammirare gli splendidi tesori custoditi nel cuore della città, come la bellissima Cattedrale di Maria Vergine Assunta, conosciuta anche come il Duomo di Saluzzo, costruita tra il 1491 e il 150, e la chiesa di San Giovanni, splendido esempio di architettura gotica, eretta nel 1281.
Merita una visita anche la Castiglia, antica residenza fortificata dei Marchesi di Saluzzo, che dall’alto della collina su cui sorge offre un bellissimo panorama sul borgo e al suo interno ospita il Museo della Civiltà Cavalleresca e il Museo della Memoria Carceraria, il primo museo italiano interamente dedicato alla storia del carcere nell’età moderna. Inoltre nella manica ottocentesca trovano sede l’Esposizione permanente IGAV – Istituto Garuzzo per le Arti Visive, saloni per esposizioni temporanee e l’Archivio Storico. La Castiglia è inserita nel sistema storico-museale dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte.
Di notevole interesse sono anche Casa Cavassa, uno degli edifici-simbolo del rinascimento saluzzese, oggi sede di un museo che ospita opere di grande valore artistico, tra cui la pala raffigurante la Madonna della Misericordia di Hans Clemer, e Villa Belvedere, nota anche con il nome di Villa Radicati, la dimora rinascimentale nata con funzione di avamposto, che sorge sull’antica strada collinare che dalla Castiglia conduceva al castello della Manta. Un altro luogo di grande interesse storico-culturale, che ti consigliamo di visitare, è Casa Pellico, edificio di origine medievale situato nel centro storico di Saluzzo, in Piazzetta Mondagli, dove il 25 giugno 1789 nacque lo scrittore italiano Silvio Pellico che qui trascorse i suoi primi anni di vita e mantenne sempre un profondo legame con il borgo natale.
Inaugurata nel 2011, e inserita nel circuito dell’Associazione Nazionale Case della Memoria due anni più tardi, la casa-museo ospita cimeli e manoscritti donati dalla sorella dello scrittore, Giuseppina, nel 1858. Al piano terra viene proiettato un video di presentazione dell’attività letteraria di Silvio Pellico, mentre il primo piano ospita una sala dedicata a una sequenza di riproduzioni di frontespizi de “Le mie prigioni”, pubblicata in numerose edizioni. Nella sala neoclassica è stata invece allestita la riproduzione di uno studio da scrittore del 1800.
Saluzzo è un vero e proprio gioiello del Basso Piemonte, ricco di storia e fascino, che offre al visitatore numerose attrazioni culturali, ma non solo: anche la cucina tipica e i prodotti locali meritano attenzione, come il Castelmagno D.o.p, il “toumin dal Mel”, il Nostrale e la Toma d’Elva, senza dimenticare i dolci tipici, tra cui i Saluzzesi al Rhum, le Dolcezze alla nocciola e le Castellane, e il Quagliano, un vino autoctono, rosso, aromatico e dolce.
Per gli amanti della buona cucina e della cultura tradizionale, sempre alla ricerca di sapori inediti e luoghi incantevoli, Saluzzo è il posto giusto per una gita fuori porta a Torino e la trattoria I Quat Taulin, in Via Piave 5, è un’ottima opzione per gustare i prodotti locali e assaporare le specialità tipiche di questa affascinante cittadina del Piemonte.
Racconigi, Pralormo e Govone: 3 imperdibili castelli da favola
Il Piemonte è terra di castelli e fortezze, molte delle quali sono meravigliosamente conservate e visitabili. A pochi chilometri da Torino si trovano alcune delle più affascinanti dimore, imperdibili per chi è appassionato di storia e luoghi del passato. Una gita fuori porta a Torino offre la possibilità di vedere alcune delle più belle realtà architettoniche d’Europa, perfette sia per chi si diletta di storia che per gli appassionati dell’arte e del patrimonio culturale. Sceglierne solo alcuni a discapito di altri è davvero difficile, ma per chi è alla ricerca di un assaggio delle magnificenze piemontesi, ecco tre castelli che non puoi davvero perderti:
Castello Reale di Racconigi
Fa parte del circuito delle Residenze Sabaude del Piemonte e dal 1997 è parte del sito seriale residenze sabaude compreso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Fondato intorno all’XI secolo come casaforte nella Marca di Torino, il castello di Racconigi passò successivamente ai marchesi di Saluzzo e poi ai Savoia. A partire dal XVII secolo e sino all’inizio del XX, l’edificio ha attraversato significative fasi si trasformazioni: lo testimoniano stucchi, affreschi e arredi che raccontano i cambiamenti di stile che hanno influenzato la storia del castello nel corso di circa quattrocento anni.
All’esterno, i giardini e il parco mantengono ancora oggi intatto l’assetto ottocentesco, caratterizzato da un impianto di matrice romantica, con corsi d’acqua, laghetti, grotte e monumenti. Ti suggeriamo di prenotare la visita a tema “Vita privata di un re” per approfondire la storia della dinastia sabauda e in particolare del re Carlo Alberto di Savoia. Dalla storia di un’antica dimora a quella della tavola piemontese. Per conoscere più da vicino la tradizione enogastronomica del Piemonte ti basta percorrere circa 300 metri e raggiungere quella che un tempo era un’antica locanda e oggi è il Ristorante da Mosè, dove puoi gustare le migliori specialità della cucina regionale, come il bollito e il fritto misto piemontese;
Castello di Pralormo
Il piccolo paese di Pralormo si trova nella parte meridionale della provincia di Torino, quasi al confine con l’astigiano, e nella parte più elevata, dove un tempo sorgeva l’antico borgo, si trova il Castello dei conti Beraudo di Pralormo, noto più semplicemente con il nome di Castello di Pralormo, la cui prima costruzione risale al XIII secolo come parte del sistema di fortificazioni di questa zona del Piemonte, un tempo contesa tra Asti e i Biandrate. Oggi l’edificio è abitato dalla famiglia Beraudo di Pralormo, ma è aperto su prenotazione per visitatori individuali e gruppi. La visita ti consentirà di conoscere da vicino le storie di questo castello e il modo in cui si svolgeva la vita delle persone che qui, nel periodo compreso tra la metà del XIX° e l’inizio del XX° secolo, abitavano e lavorano.
L’itinerario si snoda attraverso i principali ambienti della dimora: la cantina, dedicata alle attrezzature per la vendemmia e la vinificazione, l’Office dove si conservano i servizi di ceramica e di porcellana, argenti e cristalli; la stanza dei domestici, la Cucina, con le pentole di rame, i mortai di pietra, il tosta caffè, le ghiacciaie, le forme per i dolci e altri innumerevoli strumenti, la sala da bagno, il grande e spettacolare salone d’onore, la camera da pranzo in stile neoclassico e lo studio del Ministro Carlo Beraudo di Pralormo (1784-1855), ambasciatore a Vienna e a Parigi. Puoi visitare il Castello di Pralormo in qualsiasi momento dell’anno e lasciarti conquistare dalla storia di una delle più antiche residenze del Piemonte, ma ti suggeriamo di organizzare una gita soprattutto in primavera, in occasione di un evento che non puoi davvero perdere: Messer Tulipano. Ad aprile, con l’arrivo della bella stagione, il parco del castello ospita la fioritura di migliaia di tulipani multicolore, creando uno spettacolo davvero incredibile. Prima di scoprire qual è l’ultimo castello della nostra top 3, ecco un indirizzo da segnare in agenda per una golosa merenda, un aperitivo, un pranzo o una cena a base di piatti della cucina tradizionale: Lago Spina, Via del Santuario 3;
Castello di Govone
Anche quello di Govone, comune della regione storica del Roero, è uno degli edifici parte del sito residenze sabaude iscritto alla lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il castello sorge in cima a una collina ed è delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi. Il Castello è citato in un atto di vendita del 989, tuttavia la costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo, che alla fine del XVII secolo affidarono all’architetto Guarino Guarini i lavori di ampliamento e di abbellimento dell’edificio.
Durante la visita non potrai rimanere indifferente alla vista degli splendidi affreschi del salone centrale, opera del pittore Luigi Vacca, che ripropongono il mito di Niobe, e alle decorazioni pittoriche degli appartamenti reali a soggetto mitologico, dipinti da Carlo Pagani e Andrea Piazza. Ti consigliamo di soffermarti ad ammirare anche le raffinate decorazioni in legno di alcuni soffitti e i pregiati lavori di ebanisteria che arricchiscono i pavimenti e le porte, opera dello scultore Bonzanigo.
Il percorso di visita attraversa inoltre quattro sale, che custodiscono preziose tappezzerie cinesi, e termina all’esterno tra i giardini all’italiana e i viali del parco settecentesco, opera dell’architetto paesaggista Xavier Kurten. Il castello è aperto da marzo a dicembre, ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 18, e i biglietti si possono acquistare sia in sede che online. Se poi vuoi organizzare una gita fuori porta di più giorni, dal Castello di Govone puoi facilmente raggiungere, e in poco tempo, Alba, Asti e le Langhe e unire alla storia delle residenze sabauda un tour enogastronomico alla scoperta dei sapori e dei profumi dei vini piemontesi, come il Nebbiolo d’Alba, il Barbera d’Alba DOC, il Dolcetto d’Alba DOC, il Bonarda DOC, il Roero Arneis DOCG e la Favorita DOC, senza dimenticare gli eccellenti formaggi del territorio e Sua Maestà il tartufo bianco d’Alba, protagonista della Fiera del Tartufo, uno dei più grandi eventi gastronomici del Piemonte e d’Italia. Ti ricordiamo inoltre che la tratta Torino-Alba è uno dei cinque viaggi in treno da fare in Italia da fare almeno una volta nella vita per scoprire una delle zone più belle del nostro paese.
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Valli montane, tra natura incontaminata e specialità gastronomiche
Un giorno o più lontano dalla città può essere un’occasione per immergersi completamente nella natura, godere degli eccezionali panorami offerti dalle valli montane, magari a passo di trekking, e avere anche l’opportunità di scoprire le tradizioni locali più autentiche che spesso si intrecciano con la storia enogastronomica locale. Anche in questo caso, come accaduto per i castelli, è difficile scegliere quale tra le valli piemontesi a due passi da Torino sia quella che merita maggiormente di essere visitata. Tuttavia, se dovessimo indicare tre dei luoghi più belli e interessanti del territorio, questi sarebbero:
Valle Orco
Situata nelle Alpi Graie, la Valle Orco inizia a Pont Canavese e arriva sino al Colle del Nivolet, dove il Piemonte confina con la Valle d’Aosta. Questa valle si trova nell’area protetta più antica d’Italia, parte di essa si trova infatti all’interno dei confini del Parco del Gran Paradiso, ed è rinomata per le numerose vie d’arrampicata, uno degli sport di montagna più praticati in questi luoghi, insieme a passeggiate, trekking e alpinismo. Anche gli appassionati di bike qui troveranno il loro itinerario ideale, mentre chi ama la gastronomia non può farsi scappare gli amaretti morbidi, i baci del Gran Paradiso, i grissini stirati e i torcettini glaceè.
Valli di Lanzo
Sono tre valli (la Valle di Viù, la Val d’Ala e la Val Grande, a cui si aggiungono le Valli Ceronda e Casternone a sud e le Valli Tesso e Malone a nord) delle Alpi Graie piemontesi, comprese tra la Valle dell’Orco a settentrione e la Val di Susa a meridione. Meta di un turismo per famiglie e per appassionati di sport outdoor, in particolare trekking, arrampicata, ciclismo da strada e sci alpinismo (sono attivi gli impianti sciistici presso i comuni di Usseglio a Pian Benot, Ala di Stura e Balme).
Ma le Valli di Lanzo sono anche la destinazione ideale per chi è alla ricerca di silenzio e di spiritualità: nelle valli, infatti, si trovano edifici di culto meta di pellegrinaggi, tra cui segnaliamo i santuari della Madonna di Ciavanis, di Santa Cristina e di Sant’Ignazio.
Tra i prodotti tipici più noti che devi assolutamente assaggiare ci sono la toma, il salame di Turgia e ke paste ‘d mèlia”, biscotti realizzati con farina di mais;
Val Chisone
È una valle Alpina che confina ad ovest con la Val di Susa, a nord con la val di Susa e la val Sangone, a sud con la Val Pellice e ad est si apre sulla pianura padana. Nel dettaglio, la Val Chisone inizia a Pinerolo e termina a Sestriere, attraversando nell’ordine gli abitati di San Secondo di Pinerolo, Porte, San Germano Chisone, Villar Perosa, Inverso Pinasca, Pinasca, Perosa Argentina, Roure, Fenestrelle (dove sorge il già citato Forte di Fenestrelle), Usseaux e Pragelato. L’area comprende inoltre tre parchi naturali: quello della Val Troncea, quello del Gran Bosco di Salbertand e l’Orsiera-Rocciavrè. Le strade della Val Chisone sono state anche teatro di due importanti manifestazioni sportive dedicate alle corse ciclistiche: il Giro d’Italia e del Tour de France. Meta ideale per diverse tipologie di viaggiatori, tra cui famiglie, appassionati di escursioni e mountain bike, ciclisti amatoriali e sportivi, la valle è anche rinomata per i piatti della tradizione e i prodotti tipici, tra cui ricordiamo la supa barbetta o zuppa valdese, a base di brodo di maiale e gallina, pane raffermo o grissini, toma e formaggio grattugiato, la glôre di patate, piatto a base di patate cotto al forno, il Plaisentif, anche noto come “formaggio delle viole” e il Ramie, vino D.O.C. del Pinerolese, di colore rosso rubino e dal profumo fresco e delicato.