L’ultimo rapporto dell’International Energy Agency (IEA), l’agenzia internazionale che coordina le politiche energetiche, parla chiaro. Le fonti rinnovabili, in piena crescita, daranno nuovo impulso alla mobilità elettrica.  

Entro il 2030– sostiene l’IEA– la domanda di petrolio e carbone raggiungerà il suo picco massimo, per poi iniziare una lenta ma inesorabile discesa. A sostituire le fonti fossili nel mix energetico globale saranno le rinnovabili. Destinate, sempre secondo il report dell’IEA a stabilizzarsi tra il 30 e il 50% della produzione elettrica totale. Dunque, entro sette anni, la diffusione delle auto elettriche è destinata a impennarsi.

Auto elettriche, l’impennata entro il 2030

Secondo le previsioni dell’agenzia energetica internazionale entro il 2030 un’auto su cinque sarà elettrica. E la circolazione di auto elettriche nel mondo sarà di quasi dieci volte superiore a quella attuale.

Il cambiamento, come hanno fatto notare gli analisti dell’IEA, è già in atto. Nel 2020, infatti, il rapporto tra mobilità elettrica e auto alimentate a diesel e benzina era di 1 a 25. Oggi, con l’aumento delle capacità e dell’autonomia delle auto elettriche è destinato a impennarsi.

Queste previsioni sono basate anche sulle politiche energetiche a livello globale. Sebbene i progetti relativi alla transizione ecologica portati avanti dai governi sono ancora troppo ambiziosi per essere concreti. L’IEA ha precisato, infatti, che è necessario velocizzare la riconversione energetica. Anche perché i consumi e gli investimenti in combustibili fossili sono, oggi, quasi il doppio di quelli richiesti da uno scenario su cui incombe una crisi climatica.

Combustibili fossili: il trend attuale viola gli Accordi di Parigi

La domanda di combustibili fossili è sproporzionata rispetto alle esigenze del Pianeta. E la carbon neutrality è ancora lontana. Il trend attuale, secondo gli analisti dell’IEA, ci porterebbe in pochi anni a superare la “soglia di sicurezza” stabilita dagli Accordi di Parigi. Aumentando così di 1,5° la temperatura della Terra rispetto all’era preindustriale.

Puntare sulle fonti rinnovabili e alternative, in tal senso, è un modo per affermare un nuovo concetto di giustizia climatica. Che prende coscienza delle innovazioni tecnologiche e le utilizza per migliorare  l’ambiente in cui viviamo.

La sfida dell’IEA: cambiare il sistema energetico entro sette anni

Entro i prossimi sette anni- secondo il report firmato IEA- il fotovoltaico genererà più elettricità di quanto ne produca attualmente il sistema elettrico statunitense. Una cifra enorme. Cui vanno sommate le altre fonti rinnovabili, tra cui l’eolico on e off-shore. Per un totale che porterebbe le fonti alternative a contribuire tra il 30 e il 50% al mix energetico globale.

Pompe di calore e sistemi di riscaldamento elettrico sostituiranno le caldaie a combustibile fossile. Nel settore dell’automotive, allo stesso modo, la diversificazione energetica porterà a una decisa diffusione delle auto elettriche. E i servizi di ricarica elettrica andranno a implementare i più classici distributori di carburanti.

Nel 2030, tuttavia, il 73% dell’approvvigionamento energetico globale dipenderà ancora da combustibili fossili. Il cui costo sul mercato dipende troppo spesso dal contesto internazionale. Nello scenario attuale, condizionato dal recente conflitto in Medioriente, i prezzi di diesel e benzina sembrano già destinati ad aumentare. Con conseguenze molto rilevanti sul piano dell’economia globale.

«Cinquant’anni dopo lo shock petrolifero che ha portato alla fondazione dell’Agenzia– si legge nel documento- la situazione in Medioriente crea ulteriori incertezze. Dunque è necessario non solo diversificare ma cambiare il sistema energetico stesso. Mantenendo costi accessibili e sicurezza nelle forniture. I crescenti impatti del riscaldamento globale– conclude- rendono tutto ciò ancora più evidente. Dobbiamo assolutamente trasformare il sistema delle energie per evitare cambiamenti climatici più gravi di quelli attuali.»