La sensibilità per l’ambiente diventa sempre di più un elemento che incide sulla scelta delle mete per i cittadini europei e l’Italia non fa eccezione. Tra gli elementi più importanti, tutela del paesaggio, consumo consapevole delle risorse e preferenza per i trasporti green.
Estate, tempo di vacanze. Per 3 italiani su 4, con un occhio anche alla sostenibilità. Perché le abitudini dei turisti stanno cambiando e le nuove tendenze indicano un’attenzione sempre più marcata per il rispetto dell’ambiente.
Il 2023 segna un anno di ulteriore ripresa per il comparto del turismo, con le restrizioni della pandemia definitivamente alle spalle. La conferma arriva dalla terza edizione dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours, nella quale risalta l’attitudine dei cittadini europei (e gli italiani contribuiscono decisamente) a incrementare la frequenza dei propri viaggi.
Dal campione coinvolto nell’indagine, traspare senza dubbio il fattore legato all’inflazione che incide sulle scelte della popolazione: per il 65% degli intervistati rappresenta un potenziale rischio che ridurrebbe tanto la durata quanto i numeri delle trasferte nelle località di vacanza, però il trend è segnato.
Il report conferma soprattutto la nuova predisposizione dell’utenza in un contesto in cui trovano spazio i temi green. Di fronte alla domanda su quanto sia importante l’impatto ambientale nel guidare le scelte di viaggio, quasi una persona su due attribuisce un valore alto.
Viaggiatori che hanno a cuore l’ambiente
Il dato maggiore si registra in Spagna, dove per il 53% delle persone il rapporto vacanza/impatto ambientale è molto importante, mentre è poco rilevante per il 21%. Una tendenza opposta si registra invece nel Regno Unito: qui i valori si distribuiscono più equamente perché per quanto il 39% dei britannici si dichiari molto attento, allo stesso tempo il 30% non considera il punto particolarmente fondamentale.
Nel mezzo ci sono Italia e Francia, dove la voce “molto importante” raccoglie il 45% delle risposte. Un approccio confermato dal fatto che il 70% degli italiani mostra un atteggiamento implicito di preoccupazione per le questioni sull’ambiente.
Si profila così la figura dei viaggiatori Environment Concerned: sono quegli individui nei quali le preoccupazioni per l’ambiente influenzano fortemente gli spostamenti, che comprendono non solo quelli per piacere personale, ma anche di lavoro. Sono disposti a pagare un sovrapprezzo per compensare le emissioni di carbonio e guardano con favore alle iniziative per ridurre l’impatto ambientale dei viaggi aerei, con flotte di nuove generazioni e l’impiego di carburanti “green”.
Signore e signori, in carrozza! Il treno infatti è il mezzo di trasporto più popolare perché permette di raggiungere molte destinazioni (65% delle risposte complessive), è comodo (62%) ed è ecosostenibile (59%).
A fare la differenza è anche l’appartenenza generazionale. Sempre all’interno della relazione viaggi/impatto ambientale, è la Gen Z a mostrare la maggiore preoccupazione per gli effetti sull’ecosistema: per il 40% dei più giovani è la prima motivazione nella scelta della destinazione. La percentuale cala al 33% tra i Millennials e al 30% tra la Gen X (i nati tra il 1965 e il 1980), per tornare a salire tra i Baby Boomer (34%).
Territorio, cultura e risorse
Secondo le Nazioni Unite, il turismo sostenibile gioca un ruolo importante per puntare a raggiungere uno degli obiettivi dell’Agenda 2030: promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Cosa si intende precisamente con il termine turismo sostenibile? La definizione viene fornita all’Organizzazione mondiale del turismo: tiene pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali attuali e futuri. Risponde sia alle esigenze dei visitatori e del settore che a quelle dell’ambiente e delle comunità ospitanti.
Punti che ritornano nelle opinioni degli italiani raccolti dalla ricerca “Obiettivo sostenibilità – Nuove traiettorie di sviluppo per il turismo italiano” di Deloitte.
Il 75% pensa che la crescita del turismo sostenibile sia essenziale per una svolta verso una transizione ecologica strutturata e diffusa in tutto il territorio, sviluppando infrastrutture e sostenendo le soluzioni verdi nei trasporti, nella produzione energetica, nella gestione dei rifiuti e nell’organizzazione dei servizi per i turisti.
Come si traduce in pratica tutto questo? Secondo l’analisi di Deloitte, per il 60% degli italiani la caratteristica principale del turismo ecosostenibile prevede il rispetto dell’ambiente e delle comunità locali, con la tutela del paesaggio e dei valori culturali.
Per il 52% si traduce nell’utilizzo di trasporti green, mentre per il 34% comprende il consumo di prodotti del territorio, tradizionali e a km zero. Accortezza e buon senso che va richiesto anche nell’uso delle risorse (32%).
Sono passaggi che vengono richiamati anche da uno studio condotto dalla piattaforma Booking.com a livello globale: il 33% dei turisti mondiali, per esempio, punta ad esperienze di viaggio più locali proprio in un’ottica di sostenibilità.
Un fenomeno nuovo e dunque adombrato ancora da alcuni stereotipi. Il 32% ritiene che il turismo sostenibile non offra soluzioni attraenti, che non assicuri comfort e lusso (27%) o che comunque, in generale, abbia meno appeal (26%).
Che sia solo una questione di tempo prima che scompaiano? D’altra parte anche agli inizi non si andava in spiaggia per abbronzarsi.