Migliaia di navi solcano ogni giorno i mari europei, attraccando e ripartendo dai porti del continente. Il mare è oggi, infatti, il principale veicolo dei commerci mondiali e segna sul lungo periodo una crescita costante frenata solo in modo marginale dalla crisi economica seguita al 2008; la pandemia, invece, ha colpito soprattutto i trasporti via mare turistici, ma non quelli delle merci. Il settore è così rilevante che in Unione Europea circa il 75% delle merci movimentate è trasportato via mare, mentre a livello mondiale si arriva al 90% del volume complessivo, cifra che si prevede crescerà nei prossimi decenni.

Nella discussione sulla mobilità sostenibile, non sono solo i trasporti via terra a dover essere innovati. Purtroppo, a oggi, anche l’impatto ambientale del settore navale è infatti notevole: le navi causano oltre il 13% dei gas serra generati dal settore dei trasporti nell’Unione Europea, e in questo caso il problema vale sia per la movimentazione di merci che per i viaggi dei passeggeri su traghetti e crociere; queste ultime, che rappresentano solo il 3% del trasporto navale, producono infatti addirittura un quarto dei rifiuti, hanno un’impronta carbonica più alta dei viaggi in aereo e nel complesso inquinano 20 volte di più delle auto che circolano nell’intera Unione Europea. Non a caso, oggi tutte le compagnie hanno dei piani di sostenibilità per ridurre il proprio portato di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, anidride carbonica e polveri sottili, dannosi per la salute. Molti di questi piani di sostenibilità, pur richiedendo tempo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, testimoniano una crescente consapevolezza e impegno del comparto rispetto ai problemi riscontrati.

Come stanno cambiando crociere e trasporto via mare

Anche per rispondere alle richieste dell’opinione pubblica sul tema e adattarsi alla maggior sensibilità sviluppatasi in materia è stata costruita, per esempio, la Msc World Europa, pubblicizzata come la nave da crociera più sostenibile del mondo. Questa nave è dotata di sistemi di riciclo delle acque reflue e di speciali eliche che riducono i rumori subacquei ed è parte di quelle iniziative che rappresentano un punto di partenza per ulteriori miglioramenti – dato che è vero che il sistema di propulsione a gas naturale liquefatto riduce le emissioni carboniche, ma impiega metano. Questo impegno, comunque, sembra estendersi in particolar modo al settore del lusso, che, come dimostra il problema dei jet privati, è tutt’altro che indifferente al problema: lo yacht svizzero Aquon One, a idrogeno, e l’italiano VisionE, dotato di pannelli solari, sono esempi dell’evoluzione del settore grazie all’uso delle rinnovabili. Le aziende ci credono e si attrezzano: un esempio significativo è la Incat Tasmania, una nave lunga 130 metri; nel 2025, quando sarà pronta, sarà il traghetto elettrico più grande del mondo, capace di trasportare 2100 passeggeri e 226 veicoli. Nonostante la sua velocità inferiore alla media degli altri traghetti, i tempi di percorrenza saranno più lunghi di soli dieci minuti e il risparmio sul carburante sarà di circa un quarto. Le rinnovabili, quindi, possono permettere anche una riduzione dei prezzi molto vantaggiosa, basti pensare che l’incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia nel 2021 è salita, per il secondo anno consecutivo, di quasi il 5%. I trasporti sostenibili, anche marittimi, potrebbero convenire non solo sul piano della riduzione delle emissioni, ma anche su quello economico, fattore che vale anche per il commercio di prodotti come il grano, con effetti positivi anche sui costi degli alimentari.

Nuovi obiettivi per una navigazione più sostenibile

Anche a livello politico finalmente qualcosa si muove. Qualche anno fa i ministeri dell’Ambiente francese e italiano hanno richiesto di stabilire dei limiti alle emissioni e la creazione nel Mediterraneo di un’area a emissioni controllate, cioè una SECA (Sulphur Emission Control Area), che entrerà in vigore nel 2025. Si attendono risultati tangibili: nel Mare del Nord, infatti, dove da tempo è stata istituita una SECA, l’inquinamento delle navi da crociera è stato dimezzato. Altri passi avanti, poi, si potrebbero fare elettrificando le banchine per evitare alle navi di usare il carburante mentre sono in porto: questa iniziativa è già sperimentata nel 2021 a Savona, su pressione del Comitato cittadino per il porto elettrico, con lo stanziamento di quasi 9 milioni di euro, e un piano simile sarà avviato prossimamente a Trieste. L’intero comparto marittimo deve evolversi verso la sostenibilità, proprio come il settore aereo: questa è la sfida di oggi per continuare a viaggiare sull’acqua.