Le imprese energivore rivestono un ruolo importante nel percorso di efficienza energetica a livello nazionale. Vediamo cosa sono e come vengono supportate nel loro processo di riduzione dei consumi.

In Italia e in generale in molti paesi dell’Ue, le imprese energivore, cioè quelle che consumano grandi quantità di energia elettrica, sono oggetto di particolare attenzione. Questo perché la gestione del loro elevato consumo energetico offre un potenziale significativo per contribuire all’efficienza energetica e alla riduzione dei consumi a livello nazionale. L’argomento rientra in un discorso più ampio, che tocca anche temi come la finanza etica e la mobilità sostenibile. In questo approfondimento vediamo cosa sono le imprese energivore e come vengono supportate a livello statale.

Cosa sono le imprese energivore

Le imprese energivore sono quelle aziende che registrano un consumo elevato di energia elettrica, con un impatto significativo sul fatturato. Presenti in diversi settori industriali (cartario, alimentare, meccanico e siderurgico tra gli altri), in Italia se ne contano circa 3000. I loro nomi sono pubblicati in elenchi aggiornati sul portale energivori della CSEA (Cassa Servizi Energetici e Ambientali).

Un’impresa può essere definita energivora solo se raggiunge dei consumi specifici. Con l’introduzione del Decreto del 21 dicembre 2012, la soglia di consumo minimo annuale di energia elettrica è fissata a 1 GWh (1.000.000 di KW/h). Le aziende che superano questa soglia hanno la possibilità di accedere ad alcune agevolazioni. Questo non è l’unico requisito per poter inquadrare un’impresa come energivora, in quanto è necessario che:

  • Operi in uno dei settori dell’Allegato 3 delle Linee Guida CE 200/01 del 2014;
  • Operi in uno dei settori dell’Allegato 5 delle Linee Guida CE e si caratterizzi per un indice di intensità elettrica (IIE) su VAL superiore al 20% (in cui VAL è media del valore aggiunto lordo a prezzi di mercato);
  • Non rientri nei primi due punti, ma sia ricompresa negli elenchi CSEA 2013 e 2014;

Agevolazioni e incentivi per le imprese energivore

Il Governo italiano ha introdotto una serie di misure per supportare le imprese che hanno subito un aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas. Nel 2022, sono state introdotte alcune agevolazioni straordinarie per mitigare gli effetti del caro energia sulle aziende produttive maggiormente colpite dagli aumenti.

Il Decreto Sostegni-ter (DL n. 4/2022) ha istituito un credito d’imposta del 20% per le imprese energivore che hanno sostenuto spese per i costi energetici effettivi al primo trimestre 2022. Il credito d’imposta, utilizzabile solo in compensazione, è cumulabile con altre agevolazioni relative ai medesimi costi, ma il costo totale sostenuto non deve superare il limite previsto. L’accesso all’agevolazione è subordinato alla condizione che la media dei costi per KWh della componente energia elettrica, al netto delle imposte e degli eventuali aiuti, sia superiore del 30% rispetto alla media di quelli sostenuti nello stesso periodo del 2019.

Il Decreto Sostegni-ter ha anche previsto l’eliminazione della voce in bolletta relativa agli “oneri di sistema” per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW a partire da gennaio 2022. Il Decreto Energia (DL n. 17 del 1° marzo 2022) ha confermato la stessa agevolazione anche per il secondo trimestre 2022, sia con riferimento alle imprese energivore che a quelle gasivore. Qualche mese dopo, il Decreto Aiuti (DL n. 50 del 17 maggio 2022) ha esteso l’agevolazione del credito d’imposta del 10% alle imprese gasivore per il primo trimestre 2022.

Infine, il Decreto Ucraina bis (DL 21/2022) ha aumentato le misure introdotte dal Decreto Energia e dal Decreto Aiuti portando il credito d’imposta dal 20 al 25%.

Gli obblighi per le imprese

Per poter beneficiare degli incentivi fiscali previsti dal Governo, le imprese energivore sono innanzitutto obbligate ad effettuare una diagnosi energetica ogni quattro anni. Per diagnosi energetica si intende un processo sistematico con cui realizzare un report completo ed esaustivo del consumo di energia di un impianto industriale. Oltre a questo, la diagnosi permette anche di identificare e quantificare le opportunità di risparmio energetico in termini di costi e benefici. Non è finita qui: le imprese energivore, al di là della loro dimensione, devono eseguire almeno un intervento di efficienza energetica tra una diagnosi e l’altra.

In caso di mancato adempimento della diagnosi e degli interventi energetici, scattano sanzioni che partono da 4000 euro e arrivano a 40000. Nel caso in cui la diagnosi sia stata effettuata in maniera non conforme al dettato normativo, si incorre in una sanzione amministrativa compresa tra i 2.000 e i 20.000 euro.