Una direttiva approvata dal Parlamento Europeo pone nuovi limiti di concentrazione per l’inquinamento atmosferico. Tutti i paesi Ue dovranno rispettarli.

Negli ultimi 30 anni l’inquinamento atmosferico in Europa è diminuito, ma la strada da percorrere è ancora lunga. La direzione da prendere la indica l’Ue, che, con un emendamento sul regolamento degli standard di qualità dell’aria approvato dalla plenaria del Parlamento Europeo, ha aggiornato i limiti per gli inquinanti atmosferici.

Questi ultimi riguardano i valori di alcuni agenti, come il particolato e il biossido di azoto, che dovranno essere allineati all’OMS entro il 2035. Inizialmente la commissione Ambiente aveva votato per il 2030, ma questa posizione è stata messa in discussione da diversi deputati del Ppe, dai tedeschi di Renew e da una manciata di S&D, e apertamente osteggiata dalle opposizioni, Ecr e Id.

Inquinamento atmosferico: gli aerei dovranno essere più sostenibili

Tra le nuove norme ReFuelEu, approvate dalla plenaria a Strasburgo, spicca quella che prevede che entro il 2050 il 70% dei carburanti per aerei negli aeroporti dell’Ue dovranno essere sostenibili. Primo step: dal 2025, obbligo per aeroporti e fornitori di carburante europei di garantire almeno il 2% di carburanti ecologici. Ogni cinque anni, questa quota aumenterà in modo progressivo:

  • 6% nel 2030;
  • 20% nel 2035;
  • 34% nel 2040;
  • 42% nel 2045;
  • 70% nel 2050.

Una percentuale specifica del mix di carburanti dovrà essere costituita dai sintetici, come l’e-kerosene (1,2% nel 2030, 2% nel 2032, 5% nel 2035 e progressivamente 35% nel 2050). Per l’aviazione, i carburanti sostenibili prevederanno l’uso di biocarburanti prodotti da residui agricoli o forestali, alghe, rifiuti organici, olio da cucina usato o grassi animali. Anche i carburanti per aerei riciclati prodotti dai gas di scarico e dai rifiuti di plastica. No invece all’utilizzo di carburanti a base di mangimi e colture alimentari, oltre a quelli derivati da palma e soia.

Durante il suo discorso, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha inoltre parlato di uno dei carburanti sostenibili su cui l’Ue scommette maggiormente, ovvero l’idrogeno: «Attualmente riusciamo ad attrarre più investimenti in idrogeno pulito di Stati Uniti e Cina messi insieme. Abbiamo trasformato l’agenda per il clima in un’agenda economica. Un segnale chiaro della direzione da prendere per gli investimenti e l’innovazione».

Nell’ottica di promuovere la decarbonizzazione nel settore dell’aviazione e informare il pubblico, le compagnie aeree potranno promuovere i loro voli con un’etichetta, indicante l’impronta di carbonio per passeggero e l’efficienza di CO2 per km. I passeggeri potranno così mettere a confronto l’impegno di ciascuna compagnia a livello di sostenibilità ambientale, e paragonare così l’inquinamento prodotto sui diversi voli operati per la stessa rotta.

Ora tocca ai governi

Le norme in questione verranno approvate formalmente dal Consiglio, dopodiché dovranno essere applicate a partire dal 1 gennaio 2024 (alcune disposizioni slitteranno al 1 gennaio 2025).

José Ramón Bauzá Díaz (Gruppo Renew Europe), relatore del pacchetto, si mostra soddisfatto per il voto, ma al tempo stesso mette in guardia i Paesi membri: «È ora che i governi attuino le nuove norme e sostengano l’industria per garantire una diffusione economicamente efficiente dei carburanti. In un mondo complesso e competitivo, sono pienamente convinto che ReFuelEu rappresenti una grande opportunità per posizionare l’Unione Europea come leader globale nella produzione e nell’uso dei carburanti sostenibili».

A queste parole si aggiunge anche von der Leyen, che ha chiesto a Mario Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. «L’Europa farà whatever it takes, qualsiasi cosa serva, per mantenere il suo vantaggio competitivo».

Nel Nord Italia gli inquinanti atmosferici sono ben oltre i limiti

L’inquinamento atmosferico, secondo l’OMS, rimane il principale fattore di rischio per la salute in Europa. In Italia ci sono tra le più alte concentrazioni di Pm2.5 nell’aria a livello europeo. Più di dieci milioni di persone, quasi un quinto della popolazione, respira una concentrazione di particolato fine superiore ai 20 microgrammi. Milano, Cremona e Monza hanno valori superiori a 21 µg/m³, e sono le prime province europee per concentrazione di Pm2.5 nell’aria. A seguire, alcune zone della Polonia.

Se però quest’ultima ha registrato un miglioramento, molte province italiane hanno visto aumentare la concentrazione di Pm2.5 tra il 2018 e il 2022. In particolare a Vicenza e Vaerese: nella prima, è aumentata di 2,3 µg/m³, mentre nella seconda di 1,95.