Sono la speranza per alimentare il mondo e per combattere la crescita di Co2 dovuta agli allevamenti intensivi. Finalmente legalizzati per impieghi alimentari anche in Europa, gli insetti sono il superfood e il protagonista del futuro della nostra alimentazione, come spiega il produttore Francesco Majno di Small Giants
Mangiare insetti non è una moda passeggera, né un’usanza orientale. Nell’antica Grecia così come nella Roma imperiale erano parte delle libagioni dei banchetti più succulenti. E soprattutto gli insetti sono una soluzione concreta in relazione alla mitigazione della produzione di anidride carbonica: in Italia il 90% circa delle emissioni di CO2 derivate dall’alimentazione riguardano proprio la produzione di carne, uova e latticini. Presto gli insetti torneranno ad essere un alimento ordinario anche nel Vecchio continente. A fine gennaio l’Unione europea ha autorizzato ufficialmente l’adozione sulle tavole continentali del grillo domestico in polvere, che segue quelle dell’anno precedente circa le tarme della farina essiccata e la locusta migratoria. Per inquadrare lo stato dell’arte di questo fenomeno gastronomico che interesserà il nostro cibo del futuro, su Moveo parla Francesco Majno, CMO e cofondatore di Small Giants, azienda leader in Italia nella produzione di snack e alimenti a base di insetti. In questi giorni, Small Giants ha lanciato un nuovo round di crowdfunding su Mamacrowd che ha già superato i 400mila euro: segno di come ci sia grande interesse intorno a questo nuovo mercato alimentare.
Insetti in Italia? Il mercato è pronto (e noi li mangiamo già)
Quanto è pronto il mercato italiano a questi nuovi prodotti alimentari? E quanto sono pronti o maturi per questi prodotti i consumatori italiani?
«Dal nostro punto di vista il mercato italiano è assolutamente pronto. Infatti sia a livello mediatico che di richiesta commerciale l’interesse è molto elevato: la richiesta di proteine alternative è un trend in fortissima crescita. Alcune specie di insetti sono un superfood a bassissimo impatto ambientale dal potenziale enorme per fornire una delle innumerevoli soluzioni concrete che dobbiamo mettere in campo contemporaneamente per contrastare la crisi climatica e avviare la transizione proteica. Il mercato delle proteine alternative sta esplodendo e gli insetti, oltre ad avere il contenuto proteico più alto (rispetto a plant-based e carne sintetica) hanno il potenziale di diventare la fonte proteica più economica sfruttando vertical farming e circular economy. E in Italia un consumatore su tre si dichiara disposto ad acquistare prodotti a base di insetti».
Esistono già sono prodotti in commercio che hanno al loro interno parti di insetti: quali sono i più noti in Italia?
«Il colorante E120, noto come carminio, è un additivo alimentare autorizzato per l’uso commerciale. Questo colorante rosso viene impiegato in vari prodotti alimentari e bevande, nonché nell’industria tessile. L’E120 (carminio ottenuto tramite l’estrazione da cocciniglia, seguito dall’aggiunta di soluzione di ammoniaca e minerali) rappresenta un elemento stabile nell’industria alimentare globale, trovando applicazione in una vasta gamma di prodotti, tra cui bevande (incluso un noto aperitivo italiano), caramelle e gelati».
Inoltre, anche se non ce ne accorgiamo, gli insetti sono già parte della nostra alimentazione…
«È importante notare che, in modo inconsapevole, consumiamo mediamente circa 500 grammi di insetti all’anno. Tali quantità rientrano nella tolleranza prevista dalle normative alimentari, le quali considerano gli insetti come contaminanti. Ad esempio, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti stabilisce un limite di tolleranza di 50 frammenti di insetti, quali antenne e zampe, per 50 grammi di farina o prodotti a base di farina. Questi valori di tolleranza sono ampiamente adottati anche in Europa».
Una nuova alimentazione e nuovi prodotti
Va ricordato che come descrive l’articolo 8 della legge 283 del 1962 qualsiasi ingrediente in Italia deve essere descritto nell’etichetta: questo vale anche per le farine di insetti. Quali prodotti alimentari concretamente si possono oggi ottenere dagli insetti legalizzati in Europa?
«La farina di grillo deve essere vista come una farina proteica da aggiungere in preparazione. Può essere utilizzata per alimenti e piatti come pane, cracker, grissini, biscotti, barrette, pasta, pizza, patatine o sostituti della carne. Noi di Small Giants da anni sviluppiamo prodotti alimentari proteici a base di farine di insetti come fonte di proteine naturali e sostenibili. Lo facciamo per un pubblico occidentale ancora non abituato a questo tipo di ingredienti e quindi puntiamo su prodotti che siano già largamente consumati, come snack salati e dolci».
Si discute anche del fatto che alcuni critici sostengano che macellare un tot di grilli equivalga a macellare un tot di mucche e maiali (chiaramente a pesi comparabili) e quindi con nessuna differenza a livello di impatto ambientale. E’ davvero più sostenibile passare ad un’alimentazione basata su insetti?
«La filosofia di Small Giants non è quella di passare ad un’alimentazione basata su insetti ma quanto più di integrare anche gli insetti nella nostra dieta come fonte sostenibile di proteine naturali e di micronutrienti. Con il triplo delle proteine rispetto alla carne, i grilli sono considerati un superalimento. Rispetto a mucche e maiali la riduzione di emissioni di gas serra, di consumo di acqua, di suolo e di mangimi per produrre lo stesso quantitativo di proteine è enorme! Ci sono centinaia di studi scientifici pubblicati che lo dimostrano come quelli ripresi come fonti dei dati riportati sul nostro sito. Per questi ed altri motivi sono ormai considerati a livello internazionale ‘il futuro del cibo’».
Insetti commestibili: cosa ne pensano all’estero
Oggi più di 2 miliardi di persone nel mondo mangiano regolarmente insetti commestibili, che fanno parte di tradizioni culinarie antichissime in paesi come Messico, Giappone, Thailandia, Vietnam o Cina. «In Messico si mangiano, ad esempio, le chapulines – cavallette tostate e condite con aglio, succo di lime e sale. Consumate da sempre perché parte dell’alimentazione delle comunità rurali, si mangiano spesso anche oggi. E in Thailandia si comsumano grilli, formiche, e molti altri. Nel mondo sono mangiate tante specie diverse con varie preparazioni». Ma la proiezione esclusivamente orientale di una dieta a base di insetti è falsa: in vista del futuro, molti paesi europei si stanno attrezzando per diventare un mercato aperto a questi cibi.
«Diversi paesi in Europa hanno già colto da anni questa opportunità investendo a livello statale e privato nel settore delle proteine alternative, tra questi Francia, Germania, Olanda, Belgio. In alcuni tra questi, come la Francia, i governi hanno deciso di sostenere anche economicamente questo settore nascente: sarebbe bello che anche in Italia maturasse questa lungimiranza dato che abbiamo l’expertise e la capacità imprenditoriale. Vogliamo veramente lasciarci sfuggire questa opportunità? Si stima che gli investimenti in Europa arriveranno ai 3 miliardi nel 2025. Il settore degli insetti raggiungerà entro il 2030 oltre 30k impiegati full time».
In futuro? Anche la pasta a base di insetti
Moltissimi prodotti possono essere reimpostati con una base di insetti, grazie ad esempio all’addizione di una farina così proteica come quella dei grilli. Soprattutto, si comincia a sperimentare la creazione di alimenti simili alla carne ma basati sugli insetti.
«Stiamo lanciando in questi giorni un preparato per burger – e molto altro! – a base di proteine vegetali e di insetti. È un mix secco da reindratare e usare per realizzare diverse ricette come ad esempio burger, piadine, gyoza, pollo al curry. Per questo prodotto usiamo la farina di buffalo worm che ha un contenuto proteico del 57%, oltre a essere ricca di vitamine e minerali. In futuro lanceremo nuovi prodotti, come la pasta».
Per far fronte al problema di approvvigionamento alimentare e di emissioni Co2, c’è qualcosa che ci verrà d’aiuto oltre gli insetti?
«Gli insetti hanno un potenziale enorme ma penso che per rispondere alle enormi sfide future serviranno tante soluzioni facilmente praticabili e contemporanee. La carne sintetica è una di queste, consumare più vegetali, in generale, e legumi, in particolare, un’altra, introdurre gli insetti anche nella dieta di noi occidentali un’altra ancora. Serviranno tutte se vogliamo rispondere alla crescente domanda di proteine sostenibili di una popolazione in continua crescita. Ben venga tutto ciò che ci aiuterà a diminuire gli allevamenti intensivi tradizionali che sono tra i settori a più alte emissioni di gas serra».