Nell’immaginario collettivo, il mondo digitale e quello sportivo appaiono come molto distanti. Anzi, sono spesso visti in contrasto l’uno con l’altro. In realtà, le intelligenze artificiali stanno rivoluzionando lo sport in maniera sorprendente, innovandolo per renderlo più accessibile e sicuro.
Da una parte il nerd seduto tutto il giorno davanti al computer, dall’altra l’atleta impegnato in allenamenti all’aria aperta. Da una parte il mondo dei bit e dei semiconduttori, dall’altro quello del sudore e della fatica. Un certo senso comune sembra suggerire che l’innovazione tecnologia possa gradualmente sostituire tutto ciò che compone la realtà fisica, a cominciare proprio dallo sport. La verità è però molto diversa. La contrapposizione tra mondo fisico e mondo digitale è spesso soltanto un’illusione. A riprova di ciò, questi due settori – digital e sport – sono già ampiamente integrati l’uno con l’altro. In particolare, alcuni strumenti di intelligenza artificiale stanno letteralmente rimodellando il futuro e il presente dello sport, aprendo nuove opportunità per gli appassionati di tutto il mondo.
Molte tecnologie sono già conosciute al grande pubblico. Basti pensare a tutti quegli strumenti che permettono di supportare le decisioni di giudici di gara e arbitri. Un esempio è l’hawk-eye del tennis, che permette di riprodurre statisticamente la traiettoria della pallina, ricostruendola con le immagini delle telecamere che circondano il campo da gioco, per capire se il punto sia valido o meno. Rientra in questa categoria anche il celebre VAR (Video Assistant Referee) nel mondo del calcio, un arbitro che utilizzando telecamere a bordo campo e sensori sulla linea di porta supporta ed eventualmente rivede le decisioni del giudice di gara.
Innovazione anche sulle piste da sci: il maestro digitale
Oltre a queste tecnologie ormai largamente note, l’intelligenza artificiale si sta rivelando particolarmente importante nell’affiancare anche sport con minore visibilità mediatica, come quelli invernali e legati al mondo della montagna. Alcune tecnologie sono ancora in fase di sviluppo, ma promettono di portare un’innovazione significativa. La start-up canadese Motion Metrics, per esempio, sta lavorando a Carv, un maestro di sci digitale. Si tratta fondamentale di una pedana dotata di sensori da inserire all’interno degli scarponi, con trackers che permettono di rilevare i movimenti in tempo reale. Installando l’app sul telefono, Carv comunica direttamente con lo sciatore, suggerendo modifiche in base al livello selezionato per migliorare la performance. Ciò permette di non dover necessariamente ricorrere a un insegnante in carne e ossa, un costo spesso proibitivo per molti che vorrebbero approcciarsi al mondo dello sci. L’intelligenza artificiale, poi, può permettere anche di migliorare l’esperienza e la sicurezza sulle piste. È il caso di PyxisAi, un sistema di sorveglianza degli impianti di risalita che utilizza video in diretta per migliorare le operazioni, monitorando il carico e lo scarico dei passeggeri per anticipare problemi e incidenti e avvisare il personale di potenziali rischi.
Cambiare il modo di affrontare la montagna
Il mondo dell’arrampicata, uno degli sport che più è cresciuto negli ultimi anni, è un altro che potrebbe vedere novità importanti grazie all’AI. MACLoC (acronimo di Multi-Axis Climbing Load Cells) è fondamentalmente un prototipo per una parete da arrampicata intelligente. Combinando trasduttori di forza multiasse e un sistema di acquisizione dati, la parete fornisce agli atleti informazioni in tempo reale sulle forze di contatto e sul centro della loro massa, permettendo di migliorare la propria posizione e le proprie prese in tempo reale. Alcuni data scientist appassionati di montagna hanno anche lavorato a un algoritmo che suggerisce nuovi percorsi di hiking: grazie a un dataset composto da immagini e informazioni su vari sentieri, l’AI consiglia quale percorso seguire sulla base delle proprie preferenze in termini di durata, paesaggio, dislivello, presenza di cani o bambini.
Queste tecnologie non sono esenti da criticità. La principale riguarda la sicurezza dei dati raccolti. La scarsa formazione in termini di cyber security di molte istituzioni, infatti, può mettere a repentaglio la sicurezza dei dati degli utenti. Inoltre, il rischio è di accettare senza leggerle privacy policies eccessivamente intrusive, che permettono alle aziende di rivendere dati a terze parti di cui si sa poco o nulla. Resta fondamentale garantire il principio in base al quale lo strumento digitale non è fine a sé stesso, ma sempre utilizzato nell’ottica di supportare le decisioni e le esperienze umane, sia durante le gare che durante le fasi di allenamento. L’intelligenza artificiale può quindi migliorare e rendere più accessibile e sicuro lo sport, ma per tutelare i diritti e tenere al centro le persone è importante conservare sempre uno sguardo critico e attento sulla realtà.