L’itinerario ciclopedonale in città ha lo scopo primario di incentivare le persone a lasciare a casa i mezzi propri a motore, per muoversi in modalità totalmente green durante gli spostamenti quotidiani. Come la pista ciclabile, sua parente stretta, contribuisce a rendere la mobilità sostenibile sempre più diffusa.
A tal fine, per supportare la scelta di mezzi di trasporto eco-friendly e a impatto zero, sono necessarie infrastrutture capaci di rendere davvero appetibile l’uso della bici rispetto all’auto: piste ciclabili o percorsi ciclopedonali, infatti, permettono di sfruttare in sicurezza le ‘vie speciali’ riservate ai pedoni e ai ciclisti.
Ma come funzionano esattamente e quali sono le regole da osservare? Scopriamolo in questo breve prontuario sulle cose da sapere per usare al meglio la bicicletta in città.
Cosa significa itinerario ciclopedonale?
La bicicletta è da anni al centro dell’attenzione delle amministrazioni comunali per creare piani di mobilità sostenibile per il clima e per la vivibilità urbana. In tale ottica rientrano anche gli investimenti sui servizi come il bike sharing che permettono a cittadini e turisti di sfruttare in condivisione le due ruote elettriche.
Affinché questo circolo virtuoso funzioni, bisogna mettere i ciclisti nelle giuste condizioni di sicurezza e di comfort. In quale modo? Ad esempio, con servizi di accoglienza pensati ad hoc per il cicloturismo, con lo sviluppo di app per il noleggio bici e con la realizzazione/manutenzione di piste ciclabili e ciclopedonali.
Ma cosa vuol dire itinerario ciclopedonale? Per capirlo facciamo riferimento all’art 182 del Codice della Strada, laddove si spiega che il percorso ciclopedonale è un’area pedonale nella quale è consentito il passaggio delle biciclette. In altre parole, quello ciclopedonale è un percorso nel quale il ciclista è un gradito ospite obbligato a seguire le regole per salvaguardare il vero padrone di casa, cioè il pedone.
Ciò significa che, qualora arrecasse disturbo ai pedoni, chi va in bicicletta deve scendere dal mezzo e condurlo a piedi.
Qual è la differenza tra pista ciclabile e ciclopedonale?
Per fissare la differenza tra ciclabile e itinerario ciclopedonale, ricorriamo ancora una volta al testo normativo di riferimento.
Il Codice della Strada riporta questa definizione della ciclabile: “una parte longitudinale della strada riservata alla circolazione dei velocipedi”. In pratica si tratta di un tracciato protetto, perché opportunamente delimitato, adibito ad uso esclusivo dei ciclisti: qui il pedone non può transitare o sostare, eccetto i casi in cui non esista un’alternativa sicura (per es. il marciapiede è interrotto).
Secondo tale definizione possiamo considerare la ciclovia come un sinonimo di ciclabile dal momento che entrambi sono itinerari per bici con transito bidirezionale.
A cosa servono i percorsi ciclabili misti o puri?
Gli itinerari ciclopedonali in città, garantendo un minimo di protezione ai ciclisti, supportano la mobilità alternativa. Gli esempi dei Paesi dove i livelli di ‘ciclabilità’ sono alti dimostrano che tali vie miste funzionano al meglio quando sono realizzate lungo la viabilità periurbana o extraurbana, o comunque laddove è presente uno spazio che assicura un’adeguata separazione dal traffico automobilistico e un’ampiezza tale da non creare conflitto tra i diversi tipi di utenti.
Quando sono realizzate fuori dal territorio urbano le piste ciclopedonali diventano un volano turistico e si prestano a interessanti esperimenti di sostenibilità integrata: è il caso della pista ciclabile fotovoltaica di Friburgo che produce energia elettrica.
In Italia, gli esempi di itinerari ciclopedonali al servizio della promozione del territorio non mancano, tra i tanti vale la pena segnalare la Ciclopedonale Puccini che si è aggiudicata l’Oscar del Cicloturismo 2023.
Quali sono le regole per usare l’itinerario ciclopedonale?
Anche chi si muove in bicicletta deve rispettare le regole del Codice della Strada dal momento che si tratta di un veicolo che ha pieno diritto di circolare su strada pubblica (eccetto le autostrade e i percorsi espressamente vietati). In altre parole, anche se non hanno obbligo di pagamento del bollo, né di assicurazione, i ciclisti hanno diritti e doveri e rispondono di eventuali danni arrecati a terzi.
Per quanto riguarda le regole relative all’itinerario ciclopedonale ce le ricorda il già citato art. 182 che impone l’obbligo di transito sulle piste riservate se esistenti. Quindi, se c’è una pista ciclabile e andiamo in bici, siamo obbligati a transitare su di essa senza occupare la carreggiata. Chi trasgredisce rischia una multa che va da 25 a 100 euro.
Viceversa, l’utilizzo dell’itinerario ciclopedonale non è obbligatorio dal momento che non si tratta di una via riservata, ma di un percorso promiscuo per bici e pedoni. Sulla ciclopedonale vige il limite max di velocità di 10 km/h che diventano 6 km/h nelle zone a esclusiva circolazione pedonale.
Infine, sia in caso di pista ciclabile che ciclopedonale, per aiutarci lungo il tragitto troveremo l’opportuna segnaletica orizzontale e verticale con cartello tondo blu (pedone nella parte superiore e bici nella parte inferiore) che indica un percorso, un itinerario, o un viale, promiscuamente riservato a pedoni e biciclette.