A dispetto del suo nome, è la quinta linea sotterranea del capoluogo meneghino che adesso collega l’aeroporto di Linate al centro cittadino. Asettica, tecnologica, spoglia ma ricca di opere accessorie e spot per l’intermodalità con micromezzi elettrici in condivisione come bici, monopattini e scooter. Il nostro viaggio alla scoperta della nuova linea milanese.

C’è molto del nuovo carattere di Milano nella sua nuova linea metropolitana (la quinta, anche se il suo nome è M4). Quando si mette piede nelle prime 8 stazioni della metro, lo stile architettonico si presenta austero e algido, dalle tonalità cromatiche fredde sovrastate dal colore caratterizzante la linea: il blu. E poi spazio al grigio del cemento. Attenzione, però: l’M4 è una linea attentissima alla sostenibilità e all’impatto ambientale. Il bello, l’estetica, non ha più spazio nello sviluppo delle stazioni – dove conta la funzionalità – ma domina in superficie. Le opere accessorie all’M4 sono state davvero ben pensate: basterebbero i Giardini Argonne a mostrare il contributo alla sostenibilità urbana portato dalla nuova linea, che a inizio luglio è arrivata a San Babila, unendo l’aeroporto di Linate al centro della città.

Mappa M4 di Milano – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Partiamo da qui, dal punto di arrivo provvisorio della nuova linea che entro il 2024 arriverà a San Cristoforo, per descrivere l’M4 di Milano, che alla sua conclusione conterà complessivamente 21 stazioni e unirà longitudinalmente la città della Madonnina.

Ingresso stazione M4 – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

San Babila, il centro che si collega al mondo

Dodici minuti: è quanto ci impiegherà la linea M4 a percorrere il tragitto tra Piazza San Babila e lo scalo dell’aeroporto di Linate. In superficie, oggi appare il ciottolato grigio come nuovo pavimento della piazza dell’eleganza meneghina. A destra di San Babila si trova infatti il quadrilatero della moda (l’area milanese dello shopping di lusso) e davanti invece il corso, il Duomo, la Galleria e gli altri grandi negozi del centro. Dopo anni di lavori, oggi San Babila acquista un nuovo stile che richiama il concetto di eleganza definito da Coco Chanel: la vera eleganza è togliere, non aggiungere. Ecco: Piazza San Babila, seppure adesso spoglia di lavori e apparentemente vuota, sembra diventata un vero e proprio hub pronto ad accogliere il turista atterrato meno di un’ora prima a Milano e pronto per avventurarsi al centro. Questa fermata richiama il senso generale che sembra emergere dalla visione dell’M4: essere utile, funzionale, efficiente.

Stazione M4 di San Babila – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Tricolore, la nuova fermata che tocca la circonvallazione

Entrando nella fermata di piazza Tricolore – la nuova inaugurata a luglio insieme a quella di San Babila – si può annusare la fragranza delle cose nuove: quella sorta di essenza di pulito, che perfino una stazione metro può avere (almeno nei primi giorni inaugurali). Scendendo le rampe di scale mobili che portano ai treni, si nota l’attenzione all’accessibilità nella realizzazione della stazione, gli ampi spazi, l’arredamento minimal. Una visione quasi scandinava, riflessa dai treni: driverless, relativamente piccoli, passano ogni 90 secondi. Anche qui l’obiettivo è fonrire un servizio efficiente e rapido. Certo, qualcosa ancora c’è da rivedere dato che la fermata Tricolore è stata l’unica dove il treno ci ha lasciato fermi all’interno in attesa per oltre 5 minuti.

Pista ciclabile ai lati del tragitto M4 – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Per il resto, le opere in superficie in questo caso riprendono il ciottolato di San Babila e la pista ciclabile che lega le fermate di Città Studi. Uscendo dalla stazione c’è il solito paradosso meneghino che a Tricolore mette come vicini la prestigiosissima residenza stellata Chateaux Monfort con l’Opera di San Francesco che provvede ai pasti per i bisognosi, spesso in fila per attendere il loro turno. Poco più avanti si apre la circonvallazione interna e quindi si lega un altro punto di mobilità della città alle nuove stazioni della metro.

Fermata stazione Tricolore – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Dateo e Susa, l’intermodalità con i mezzi condivisi

Dopo Tricolore, in direzione Linate, c’è la fermata di Dateo, primo punto di arrivo dall’aeroporto del primo tratto dell’M4 inaugurato ad autunno scorso. La stazione più profonda finora tra quelle realizzate, che conta 3 rampe di scale mobili e altre non automatizzate per raggiungere i treni. Anche a Dateo, come in tutte le stazioni di M4 e M5, sono stati installati i portelloni di ingresso che impediscono di finire nei binari, similmente a quanto accade per i trasporti intermodali negli aeroporti. La stazione di Dateo ha due particolarità: essere stata il titolo di una canzone di Coez e, soprattutto, l’accesso intermodale. Infatti, la stazione lega il passante ferroviario (un sistema di treni suburbani che lega Milano e provincia) e la superficie della stazione di Dateo che presenta molte rastrelliere ai lati della ciclabile che unisce Città Studi al centro cittadino. Scooter, bici, monopattini elettrici sono quindi facilmente impiegabili per raggiungere questa fermata.

Ingresso stazione Milano Dateo – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Da Dateo, il treno ci porta alla fermata di Susa: lungo il tragitto, un’altra particolarità che lega M4 e M5 è poter vedere dove si sta andando, come appunto nei trenini che legano i terminal aeroportuali. Il treno, in poco più di un minuto, ci porta a piazzale Susa. Questa fermata lega invece l’accesso all’M4 alle automobili che passano lungo la circonvallazione esterna milanese.

Tragitto M4 – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Argonne, il trionfo dei giardini

L’accesso da viale Argonne è sicuramente l’esempio più emblematico della novità dell’M4: le opere urbanistiche di impatto socio-ambientale. Viale Argonne, per anni chiusa per i lavori della metro, adesso è diventata un viale alberato, con campi da basket, calcio, giochi e spiazzi per bambini, scacchiere e campi da bocce per i più anziani. E poi campi da ping-pong, panchine, percorsi attrezzati per esercizi fisici.

Giardini Argonne, Milano – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Argonne è diventata quasi una meta turistica cittadina, data la grande disponibilità di questi spazi di intrattenimento, gratuiti per tutti. Sicuramente questo ha aumentato anche la sicurezza sociale del quartiere dato che da una zona abbandonata, la superficie della metro è diventata un vero e proprio luogo di ritrovo e svago per cittadini di ogni età. Un’iniziativa che si inserisce nello sviluppo dei luoghi di urbanismo tattico che proprio Milano è stata la prima città italiana ad adottare.

Giardini Argonne, Milano – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Repetti e Forlanini, la periferia orientale legata alla città

Lasciata Argonne, prima di arrivare alla meta finale di Linate, esistono altre due fermate lungo l’M4. La prima è la Stazione Forlanini, che lega la metro a una delle strade che uniscono la città alle autostrade. Opera strutturale d’impatto e caratterizzata nelle infrastrutture esterne dal colore bianco, che rendono l’ingresso molto luminoso. In meno di due minuti, la metro ci porta a Repetti: fermata che lega alla città l’ultima zona residenziale a est di Milano, prima di raggiungere l’aeroporto urbano. E così ogni tratto orientale di Milano è adesso connesso al resto della città anche dalla metropolitana.

M4, Milano – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)

Linate, l’aeroporto facile

Facile e dietro l’angolo. L’M4 nasce per completare l’offerta dell’arteria metropolitana meneghina, tagliando orizzontalmente la città e servendo l’area orientale. Ma soprattutto l’obiettivo è portare l’aeroporto a meno di un quarto d’ora dal Duomo. Per questo è l’aggancio con Linate il cuore del progetto della quarta linea metropolitana di Milano. Treni già frequenti servono i passeggeri che facilmente accedono dall’aeroporto alla stazione metro. Ancora una volta, accessibilità e facilità i concetti guida della realizzazione dell’interno della stazione. Ad esempio, come nelle altre stazioni, le biglietterie: paradossalmente, nella città del design, sono forse esteticamente meno brillanti di quelle dell’M1, M2 e M3. Eppure sono facili da usare e funzionano molto bene: due concetti che si legano in generale alla filosofia realizzativa della nuova linea metro, pensata per essere utile sottoterra e quanto più bella e raggiungibile attraverso mezzi di trasporto diversi in superficie.

Stazione di Linate, M4 – Credits: Giovanni Spreafico (FpS Lab)