MaaS si evolve e diventa MaaC: in questo modo il concetto di mobilità come servizio diventa una questione di comunità. Vediamo in cosa consiste tale evoluzione e come la spiega il Chief Strategy Officer di FNM S.p.A., Stefano Erba.
Il sistema MaaS (Mobility as a Service) è ormai abbastanza consolidato: si tratta di un modello di gestione integrata dei servizi che, tramite una piattaforma o un’app, dà accesso ai vari servizi di mobilità urbana. In questo modo si facilita l’integrazione di più mezzi di trasporto condivisi e sostenibili, come i mezzi pubblici, ma anche il bike sharing e il noleggio di auto e monopattini elettrici.
Il MaaC (Mobility as a Community) si può considerare come un’evoluzione di MaaS. Lo ha sottolineato il CSO di FNM, principale gruppo operativo nella mobilità sostenibile in Lombardia, Stefano Erba: «MaaC introduce un concetto fondamentale che è il concetto di comunità, un insieme di persone e luoghi che condividono qualcosa. Grazie alla tecnologia, oggi possiamo offrire un’offerta dedicata che unisce servizi esistenti, fruiti in modo diverso, a dei servizi nuovi, creati appositamente per quella comunità».
La mobilità pre e post pandemia: cosa è cambiato?
Durante il suo intervento al convegno “Dalle Smart City alle Senseable City”, organizzato da FNM, Erba si è soffermato anche su un cambiamento sostanziale nelle abitudini di spostamento delle persone prima e dopo la pandemia COVID-19.
Le persone hanno cominciato a riequilibrare gli spostamenti tra quelli per andare al lavoro e quelli per il tempo libero: i primi sono calati e i secondi sono cresciuti e conseguentemente anche la fruizione dei mezzi si è rimodellata.
Il MaaC ha come scopo quello di semplificare ulteriormente l’esperienza di fruizione della comunità di riferimento, secondo le proprie esigenze e i propri bisogni. Le aziende, ha sottolineato Erba, sono chiamate a rispondere a tali cambiamenti facilitando gli spostamenti verso i luoghi di interesse che le persone vogliono poter raggiungere.
MaaC plasma anche il modello di città: da smart city a senseable city
Se la mobilità del futuro mette al centro la comunità, allora la trasformazione dovrà andare oltre le semplici definizioni di MaaS e MaaC: se il servizio si plasma sui desideri più che sui bisogni della propria comunità, la città dovrà diventare un ‘ecosistema sensibile’ oltre che intelligente.
Il tema è stato dibattuto durante l’evento “Dalle Smart City alle Senseable City” nel quale il focus è stato l’impegno di FNM S.p.A nella realizzazione di città di nuova concezione: una smart city che cambia pelle e che contiene spazi fruibili, certamente, ma anche capace di anticipare le nuove tendenze con l’ascolto attivo della propria comunità.
La comunità si muove e diventa MaaC
Per quanto MaaC sia un modello partito già un paio di anni fa, per la sua piena realizzazione è necessario un cambiamento di paradigma significativo: la mobilità deve tenere conto delle esigenze di tutti, in modo collettivo, inclusivo e virtuoso.
Ogni soggetto coinvolto è chiamato a fare la sua parte cercando una risposta alle proprie esigenze, senza ignorare quelle degli altri: le imprese che erogano i servizi, gli enti pubblici che li regolano e la società che ne usufruisce come comunità.