Torna a Torino il festival che celebra il contenuto più iconico dei nostri feed social. I meme hanno il dono della sintesi e l’ironia, la duplicabilità e l’adattabilità continua. Sono uguali a loro stessi cambiando sempre. Sono il simbolo per eccellenza della fast culture.
Le facce di Gerry Scotti nei panni del conduttore di quiz show o Blanco il distruggi-rose sul palco del Festival di Sanremo. Gli scontrini pazzi dell’estate appena trascorsa o il viso impassibile dell’attore Pedro Pascal nei panni di… chiunque. Il 2023, come gli ultimi 15 anni e più, ha generato una quantità incredibile di meme. Quali saranno giudicati i più riusciti degli ultimi dodici mesi?
Quattro giorni di meme
A decretarlo ci pensa dal 2021 con i Meme Awards la manifestazione Memissima che nel nome, ovviamente, fa il verso a una serie di appuntamenti artistici che la precedono di poche settimane nel fitto calendario autunnale di Torino. Dal 23 al 26 novembre si svolgerà la sua terza edizione, il primo giorno negli spazi della Scuola Holden, gli ultimi tre all’OFF TOPIC, sempre nel capoluogo piemontese.
La cultura memetica è celebrata attraverso l’assegnazione degli “Oscar dei meme”. Il festival coinvolge alcune delle principali pagine creatrici dei meme, come Sapore di Male, Hipster Democratici, Filosofia Coatta, Inchiestagram, AQTR, Booksandmemes, Memi Borghesi. Tra gli ospiti ci sono personalità come Alessio Marzilli (l’autore delle interviste “impossibili” ai politici italiani a Propaganda Live), Riccardo Pirrone, Federico Dragogna chitarrista dei Ministri, Francesca Fiore, Sarah Malnerich autrice del blog Mammadimerda, Giulio Armeni e Alessandro Lolli.
Il programma di Memissima

Sono previste lezioni di scrittura memetica, case study su due giganti della comunicazione social affidata ai meme come TAFFO e RYANAIR, speed date tra agenzie di comunicazione e creator di meme, talk sulla relazione tra meme e pubblicità, musica, e approfondimenti su tematiche sociali come il patriarcato digitale. Ospiti speciali presenteranno i loro libri, tra cui Valentina Tanni con “Exit Reality” e proprio Alessio Marzilli con “Cercasi PIDDÍ disperatamente”.
Novità del 2023, sono i due appuntamenti sperimentali di teatro. Il primo, “ICONOCLUSTERS”, a cura di Cubo Teatro con Max Magaldi e Niccolò Borgia, è un rituale collettivo in cui meme e immagini reali sono protagonisti di sacrifici e martiri, per ricevere una giusta sepoltura simbolica. Il secondo, “Teatropostaggio”, è un esperimento fra teatro e performance digitale nel quale cinque memer e professionisti del teatro mettono in scena una jam session che usa Telegram come fosse un palco. La serata finale del 25 novembre, con l’assegnazione dei Meme Awards, andrà in diretta streaming.
Perché un meme ha successo?

Come lo definisce l’Oxford English Dictionary, si tratta di un elemento culturale o un tratto comportamentale la cui trasmissione e conseguente persistenza in una popolazione lo rende un tratto distintivo e descrittivo di un determinato periodo o uno specifico fatto.
Il suo habitat naturale è rappresentato dai social network e la sua proliferazione e duplicazione, quindi successo, sono decretati da fattori che solo in parte possono essere compresi. Ci si può rifare allora ai criteri individuati dal creatore del termine stesso meme, presenti nel saggio “Il Gene egoista” del 1976 scritto da Richard Dawkins. Il biologo evoluzionista individuava tre caratteristiche principali perché un meme (in era pre-internet ma tuttora valide) fosse di successo. Conta la longevità, la capacità di durare nel tempo, la fecondità, quindi la nascita di tante copie dell’originale, e infine la fedeltà, la similarità delle copie all’originale. Quando si verificano tutte insieme, queste occorrenze conferiscono al contenuto la forza di auto-propagarsi e di diventare virale attraverso gli strumenti di imitazione culturale presenti in una data società, principalmente i social dal 2005 in avanti.
I meme più famosi di sempre

Lei mano nella mano con lui. Che guarda l’altra. Il distracted boyfriend nato nel 2015 da una fotografia di Antonio Guillem è forse il più iconico della breve storia dei meme digitali. Recentemente è stato rilanciato dall’organizzazione di un incontro tra i tre protagonisti di quello shooting originale. Indimenticabile è anche il John Travolta di Pulp Fiction confuso e perso in mille ambienti diversi, o il Pablo Escobar malinconico e solitario di fronte ai più disparati casi della vita. I candidati alla celebrità eterna sono però tanti altri: il cane di razza Shiba Inu Ball Ball, il sorriso di “Hide the Pain Harold”, Dawson che piange, Messi che protesta nel più classico gesto italico. La lista è lunghissima.
Come partecipare e votare a Memissima
Il festival Memissima è ideato da Max Magaldi e prodotto da The Goodness Factory con Lievito Consulting media partner dell’evento. Si svolge a Torino: giovedì 23 novembre a Scuola Holden e da venerdì 24 a domenica 26 novembre nell’hub culturale OFF TOPIC di Via Pallavicino 35. Tutti gli eventi sono gratuiti, ma bisogna prenotarsi per partecipare. Sulla pagina Instagram del festival sono presenti tutti i link che portano ai form di registrazione.
I meme candidati, più di 500, verranno giudicati da una giuria composta da docenti, podcasterm scrittori e giornalisti. Quattro i finalisti per le diverse categorie (Politica, Sport, Trash, Cultura, Memeromanzi): i vincitori dei Meme Awards usciranno dalla combinazione tra il voto della giuria e quello dei follower della pagina Instagram dell’evento.