È ormai evidente che il mercato MaaS (Mobility as a Service), che riguarda i vari aspetti di una mobilità multimodale, integrata e fruita attraverso un’unica piattaforma (di solito denominata MaaS Operator), rappresenta ad oggi un mercato numericamente enorme.

Una ricerca di Data Bridge Market Research rileva che il market value del MaaS ha raggiunto nel 2022 i 93,72 bilioni di dollari, con una crescita annua prevista del 33.65% fino al 2030, e un valore finale stimato in 951,23 bilioni di dollari. Tra l’altro stiamo parlando di un mercato caratterizzato da una natura fortemente dinamica, dove l’evoluzione di modelli e tecnologia è continua. Senza peraltro trascurare la sempre crescente customer base, che è anche indice dell’evoluzione delle comunità urbane, dell’attenzione alla sostenibilità e, in un certo senso, del benessere cittadino.

Un business non ancora scalabile

Eppure, nonostante tutto, non può ancora essere ritenuto un mercato pienamente produttivo e scalabile. Quanti sono gli unicorni del MaaS? Pochissimi! E tra l’altro tutti con attività molto diversificate, dove il MaaS tout court rappresenta solo un tassello del puzzle di attività.
Siamo di fatto in presenza di un fenomeno finanziario, dove le tantissime transazioni generano in percentuale pochissime revenues; dove l’estrema chiarezza del bisogno di mobilità dei cittadini, commuters e turisti, non si traduce in soluzioni altamente profittevoli. Non è solo un problema di business. Un mercato profittevole genera ricchezza non solo economica, ma anche attività di ricerca e sviluppo. Con una ricaduta nell’indotto economico e conseguente abbassamento dei costi, quindi miglioramento globale dei servizi per il cittadino.

L’equilibrio dell’ecosistema

Quest’anomalia deriva dal fatto che il MaaS è un business di ecosistema, dove sono almeno quattro gli attori che incidono sulle dinamiche di mercato: amministrazioni locali, aziende di trasporto pubblico, operatori di mobilità e MaaS operator.
Un ecosistema tendenzialmente sottointende un equilibrio da individuare, dove tutti gli attori collaborano e contribuiscono alla ricchezza e all’evoluzione del mercato, traendo ovviamente maggiore profitto dalla cooperazione. Ma a che punto siamo?

  • Amministrazioni locali: alcune specifiche iniziative locali e regionali come ad esempio il MaaS 4 Italy, hanno contribuito a mettere a conoscenza delle amministrazioni la possibilità di usare il MaaS per democratizzare, migliorare e rendere sempre più accessibili i trasporti per i propri cittadini. Spesso però manca ancora la visione e la consapevolezza del potenziale che in questo mercato, assume il ruolo del regolatore. Le amministrazioni, infatti, possono fare tantissimo, non solo (e non per forza) a livello economico, ma strutturando una base di prassi anche normativa per cui i dati, servizi di mobilità e politiche commerciali devono essere un vantaggio per tutti gli operatori certificati. Si tratta di aprire davvero il mercato e favorire la concorrenza allo scopo di migliorare la vita dei propri cittadini.
  • Aziende di trasporto pubblico: sono al momento, forse generalizzando, il vero anello debole del mercato. Il trasporto pubblico vive spesso questa fase con diffidenza, con la paura di perdere un ruolo di centralità urbana che rivendica giustamente da sempre. Eppure il MaaS per essi è una grande opportunità. Infatti, la multimodalità costa zero se comparata agli investimenti infrastrutturali alternativi. Anche gli investimenti in open data e IoT sono ancora insufficienti, pur essendo la leva principale per una mobilità ecosistemica. Ma le opportunità per le aziende TPL derivanti da partnership strutturali (ma anche solo commerciali) costituiscono un vantaggio soprattutto per i cittadini, perché colmano limiti infrastrutturali, democratizzano e includono. Eppure al momento quante sono le forme di ticketing per il trasporto pubblico che incoraggiano la multimodalità? Quante aziende TPL hanno programmi strutturati e aperti di API integration per il ticketing?
  • Gli operatori di mobilità: Molti operatori spesso sono vittime del proprio brand. In alcuni casi la politica di marca rende i servizi offerti sottesi ad una logica isolazionista. Ad esempio: “mi compri solo se hai la mia app”, “solo sulla mia app trovi sconti e promo”, “non mi interessa integrarmi in altri canali di vendita, perché il mio brand perde visibilità”. Sono logiche che considerano troppo poco i clienti e le loro esigenze di semplificazione. Logiche, che faticano a comprendere che la mobilità (soprattutto quella sharing) è un asset di servizi, dove la marca è comunque meno importante del contesto di utilizzo (uso il monopattino che ho vicino), e, dove il canale di vendita non può essere monolitico.
  • MaaS operator: E infine i MaaS operator che hanno lo scopo di concretizzare con i loro tool questo mercato, ma che spesso operano più come puri aggregatori, che come innovatori commerciali e tecnologici. Il loro compito infatti non può ridursi (anche se fondamentale) alla pura vendita integrata dei servizi di mobilità. C’è un’attività di valore nel supporto alla regolamentazione, nel monitoraggio e soprattutto nell’erogazione di nuovi servizi smart mobility per il cittadino. Pensiamo all’impatto di trip planner, AI generativa, navigator evoluti, mobility assistant. Nell’escosistema MaaS, il MaaS Operator deve essere un reale abilitatore di multimodalità, con nuovi servizi on top alla mobilità tout court,oltre che innovazione d’utilizzo per una sempre più evoluta esperienza di fruizione.

Il MaaS come risorsa comune

In conclusione, per raggiungere la sostenibilità del mercato occorrerebbe uno sforzo in toto di tutto l’ecosistema. Se alle amministrazioni spetta lo sforzo di regolamentare il network e coadiuvare gli investimenti, alle aziende di trasporto pubblico spetta la massimizzazione dell’opportunità con investimenti e partnerariati (commerciali e tecnologici). Se gli operatori di mobilità devono superare la logica di marca e pensare di più al proprio target, i MaaS operator devono uscire dall’idea di pura integrazione e sperimentare nuovi modelli e tool per la mobilità integrata. Solo con lo sforzo di tutto l’ecosistema e una nuova idea espansiva dl proprio modello di business si potrà rendere il MaaS davvero sostenibile per tutti, cittadini in primis.