Ormai ne sentiamo parlare sempre più spesso e gli esperti di settore prevedono un vero e proprio boom nei prossimi anni che cambierà il modo in cui ci muoviamo nelle nostre città, tuttavia per molti di noi la micromobilità elettrica è ancora un concetto abbastanza nuovo e forse non del tutto chiaro. Cerchiamo allora di fare chiarezza su questo fenomeno che sta già rivoluzionando il modo di concepire la mobilità urbana tanto da essere considerata una delle soluzioni più efficaci per contrastare il traffico e l’inquinamento atmosferico nelle città.
Micromobilità elettrica: cos’è, come funziona e come cambia il modo di muoversi in città?
Le città sono sempre più affollate e il traffico sempre più congestionato. A questo si aggiunge l’inquinamento atmosferico, che sta diventando un problema sempre più grande. Come possiamo invertire la rotta e muoverci in città in maniera più sostenibile e meno inquinante? La risposta sta nella micromobilità elettrica, un nuovo modo di concepire la mobilità urbana che ha conquistato molte città nel mondo e sta prendendo piede anche in Italia.
Ma che cos’è esattamente la micromobilità? Si tratta di una nuova forma di mobilità prevede l’uso di dispositivi a propulsione prevalentemente elettrica, utili per coprire distanze di pochi chilometri e vincere la sfida del last mile, cioè il tratto di strada che separa la fermata dei mezzi pubblici dalla nostra destinazione finale. Negli ultimi anni questi dispositivi hanno avuto una grande diffusione soprattutto nei contesti urbani e sono stati adottati da sempre più cittadini che li hanno scelti come alternativa all’utilizzo dell’auto, contribuendo così a ridurre il traffico e l’inquinamento.
In Italia la micromobilità elettrica sta prendendo sempre più piede, soprattutto nelle smart cities come Milano, Roma, Torino e tantissime altre città di provincia che hanno puntato sulla mobilità complementare al trasporto pubblico locale e a quello privato. In molti casi questi mezzi di trasporto sono utilizzati in abbinamento ai mezzi pubblici, come la metropolitana o il tram, per completare il tragitto fino a destinazione, promuovendo così il concetto di intermodalità, ovvero la possibilità di utilizzare più mezzi di trasporto per muoversi in città in maniera più sostenibile. In altri casi, invece, vengono utilizzati come mezzo di trasporto principale, soprattutto nel centro città dove i mezzi pubblici non sempre riescono a garantire una buona copertura.
I vantaggi della micromobilità sono molteplici: i dispositivi utilizzati sono leggeri, maneggevoli e facili da usare, non inquinano e garantiscono una buona autonomia. Inoltre, possono essere utilizzati anche da chi non ha la patente grazie alla loro ridotta cilindrata e sono anche dotati di funzionalità smart che ne facilitano l’utilizzo, come la possibilità di noleggiare il mezzo tramite l’applicazione di una delle tante piattaforme che offrono questo servizio e parcheggiarlo in zone diverse da quelle in cui è stato preso.
Ma non è finita qui: secondo i dati della ricerca “Lo scenario italiano della mobilità urbana: uno sguardo al futuro”, realizzata da Arval Mobility Observatory, l’osservatorio sulla mobilità di Arval, in collaborazione con Nielsen, e condotta su un campione di 1.500 persone, ci sono anche altri fattori che spingono gli italiani a guardare con sempre maggiore interesse verso soluzioni di micromobilità:
Per il 57% dei rispondenti a fare la differenza è “la libertà di decidere in autonomia gli orari di partenza e arrivo”, a cui segue la “praticità” (43%), l’affidabilità, ovvero la garanzia di poter arrivare in orario (41%) e la convenienza economica (27%).
La micromobilità elettrica è quindi una soluzione innovativa per la mobilità sostenibile che può contribuire a ridurre il traffico e l’inquinamento nelle nostre città. Se ancora non hai provato uno di questi piccoli veicoli elettrici, potresti cominciare a considerarli come alternativa all’auto per i tuoi spostamenti quotidiani: ti sorprenderanno per la loro praticità e maneggevolezza, senza contare che rispettano l’ambiente e ti fanno risparmiare tempo e denaro.
Quali sono i mezzi della micromobilità elettrica?
I mezzi della micromobilità elettrica sono diversi e si adattano alle differenti esigenze di spostamento. Grazie alla loro versatilità puoi utilizzarli sia per coprire brevi distanze, come il tragitto da casa al lavoro o dalla stazione all’università, sia per fare un giro in città senza dover prendere l’auto.
Il decreto micromobilità elettrica del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile individua quattro diverse tipologie di veicoli elettrici tra cui puoi scegliere in base alle tue esigenze di spostamento.
Vediamoli nel dettaglio:
Monopattini elettrici
Sono una delle soluzioni più diffuse per quanto riguarda la mobilità personale su brevi distanze. Si tratta di veicoli a due ruote dotati di pedali e manubrio che possono essere utilizzati da chiunque, anche da chi non ha la patente. Grazie alla loro leggerezza e maneggevolezza sono perfetti per muoversi in città, anche nelle zone a traffico limitato o pedonali. Questi mezzi di trasporto alternativi ed ecologici sono composti da una piattaforma poggia piedi, un manubrio con attacco a T, dotato di acceleratore e freno a mano, due ruote – oppure tre o quattro, in base al modello – e sospensioni anteriori e posteriori. La maggior parte dei monopattini elettrici inoltre sono dotati di cerniera alla base del manubrio che consente di ripiegarli in modo da poter essere trasportati comodamente con una mano, anche sui mezzi pubblici.
Hoverboard
Detto anche monopattino autobilanciato o street board, è simile al monopattino elettrico ma non ha i pedali. Si tratta di un veicolo a due ruote che si sposta grazie alla forza delle gambe, in particolare del piede che viene posizionato al centro della pedana. L’hoverboard è un mezzo di trasporto alternativo composto da una pedana, lunga circa 60 cm, che termina nei due lati corti con delle ruote di dimensione variabile. La superficie della pedana è dotata di un rivestimento antiscivolo e una serie di sensori che rilevano il movimento del piede e permettono al mezzo di autobilanciarsi. Il peso di un hoverboard è in media di 10 o 15 kg al massimo e può supportare fino a 100-110 kg.
Segway
Conosciuto anche come monopattino biga elettrico, per la somiglianza alla biga utilizzata dai romani, esteticamente è un mix tra un monopattino, un hoverboard e uno scooter elettrico. Il segway è un veicolo a trazione elettrica con due ruote, monoposto, silenzioso e autoequilibrante: infatti, grazie al sistema di bilanciamento, è in grado di mantenersi dritto anche se la persona che lo guida si sposta lateralmente o si ferma. È composto da una pedana su cui poggiare i piedi, con due ruote parallele, e un manubrio centrale ed ergonomico che rende il mezzo comodo, pratico e sicuro, facile da guidare sia sulle strade di città che su percorsi sterrati.
Monowheel
Detto anche monoruota, è un mezzo di micromobilità elettrica composto da una sola ruota che si sposta grazie all’equilibrio della persona che lo guida. Il monowheel non ha né sellino né pedali manubrio ed è composto da una ruota singola e due piccole pedane laterali per appoggiare i piedi. Se temi di non riuscire a mantenere l’equilibrio, non preoccuparti: il monowheel è dotato di un “giroscopio”, il sistema di bilanciamento che ti assicura una stabilità ottimale anche se il terreno è irregolare. Questo mezzo di micromobilità elettrica, infatti, si adatta perfettamente alle diverse condizioni del percorso ed è in grado di superare eventuali ostacoli. Lo spostamento de monoruota elettrico è possibile grazie a dei sensori collocati all’interno delle pedane laterali che interpretano ogni movimento del guidatore e li traducono in azioni. In altre parole, ti basterà spostarti in avanti per mettere in moto il monoruota e spostarti eventualmente indietro per frenare.
Micromobilità e Sharing mobility: l’esempio della città di Milano
Negli ultimi anni, si è assistito a una vera e propria rivoluzione nel settore della mobilità: l’avvento dei veicoli elettrici e la diffusione delle piattaforme di mobilità condivisa hanno cambiato il modo in cui le persone si rapportano alla mobilità urbana. Micromobilità elettrica e Sharing mobility, infatti, rappresentano una valida alternativa all’utilizzo dell’auto privata e permettono di ridurre non solo il traffico, ma anche i livelli di inquinamento e i costi della mobilità.
Il 5° Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, che offre una panoramica completa sui dati e le tendenze della mobilità in condivisione in Italia, ci dice che oggi la micromobilità costituisce il 91% dei veicoli in condivisione. Questa tendenza si spiega con la preferenza delle persone a noleggiare veicoli che non hanno problemi di parcheggio, riducono i tempi di percorrenza e azzerano o quasi gli impatti ambientali poiché si tratta di mezzi senza motore o con motore elettrico.
Nel nostro Paese, la città che si è dimostrata più all’avanguardia in termini di micromobilità elettrica è senza dubbio Milano: la metropoli lombarda, infatti, è stata tra le prime ad introdurre i veicoli elettrici in condivisione e continua ad investire in questo settore tanto da conquistare il titolo di capitale della Sharing mobility e della multimodalità. Dall’analisi emerge che la città è prima in tutti e 3 gli indicatori presi in esame (percorrenze, numero veicoli, numero noleggi) e dispone di tutte le tipologie di vehicle sharing.
La micromobilità elettrica Milano offre a cittadini e turisti una vasta gamma di mezzi per spostarsi in modo green e sostenibile, tutti disponibili grazie alle numerose piattaforme di Sharing mobility che permettono di prenotare e utilizzare i veicoli in modo semplice e veloce per coprire brevi e medi tragitti all’interno della città o magari per visitarla in modo alternativo, scoprendo angoli nascosti e luoghi meno turistici, come ti raccontiamo nel nostro articolo dedicato al tour in monopattino elettrico per le strade di Milano.